Insicurezza alimentare

Insicurezza alimentare

Un tema che affonda le sue radici nel vecchio millennio, ma oggi più attuale che mai

Nel 1996 si tenne a Roma il World Food Summit, durante il quale venne data la definizione di Sicurezza alimentare valida ancora oggi:

Tutte le persone, in ogni momento, hanno accesso fisico, sociale ed economico ad alimenti sufficienti, sicuri e nutrienti che garantiscano le loro necessità e preferenze alimentari per condurre una vita attiva e sana.

Il concetto aveva iniziato a farsi strada già negli anni Settanta, in un contesto di aumento dei prezzi dei cereali, causato da un susseguirsi di annate caratterizzate da una produzione piuttosto scarsa con conseguente diminuzione delle scorte, e dall’aumento del prezzo del petrolio.

La tematica resta ancora oggi attuale, nonostante i molteplici tentativi fatti dalle diverse organizzazioni nazionali ed internazionali. Dal 2015, infatti, l’Insicurezza alimentare è in continuo aumento ed è particolarmente accentuata negli Stati del Sud del mondo.

Ma quali sono le cause che contribuiscono a mantenere questo stato di incertezza?

Primo fra tutti, la crescita demografica. Basti pensare che nel 1804 la popolazione mondiale si aggirava intorno ad 1 miliardo contro i 7 miliardi del 2011 e si stima che nel 2083 gli abitanti del pianeta arriveranno a toccare quota 10 miliardi. Questo continuo incremento causa a sua volta l’aumento della domanda di cibo, che viene prodotto in territori sempre più limitati.

È proprio la diminuzione della superficie agricola la seconda causa dell’insicurezza alimentare. A sua volta la diminuzione della superficie agricola è determinata da due fattori: da un lato abbiamo l’aumento dell’urbanizzazione, dall’altro l’eccessivo sfruttamento del suolo. Prendiamo come esempio il caso italiano: nel 1961 la superficie agricola nel nostro Paese era pari a 26,6 milioni di ettari, che nel 1990 scendono a 22,7 milioni e nel 2017 a 16,7 milioni; tuttavia, non è solo la superficie a diminuire ma anche la qualità dei suoli. L’eccessivo sfruttamento, infatti, genera l’impoverimento della sostanza organica e della biodiversità terricola, con effetti negativi sulla quantità e la qualità delle produzioni agroalimentari.

Non si può poi non parlare del cambiamento climatico. L’aumento delle temperature sta causando in primis un innalzamento del livello delle acque, dovuto allo scioglimento dei ghiacciai, con conseguente modifica del profilo delle terre emerse. L’aumento delle temperature, così come l’innalzamento del livello dei mari, correlato a un aumento della salinità delle acque, si ripercuotono sull’agricoltura. Sarà infatti sempre più difficile scegliere le specie e le varietà da coltivare per adattarsi a nuove condizioni, così come sarà sempre più complesso fare fronte e prevedere gli eventi climatici estremi che comporteranno notevoli perdite di produzione.

Infine, abbiamo quelle che sono le tematiche più discusse dell’ultimo periodo: le guerre e le epidemie. Oltre a causare centinaia e centinaia di morti, conflitti e malattie generano una perdita di prodotti agroalimentari - a causa della mancanza di manodopera e dell’abbandono dei campi - e un innalzamento dei prezzi dovuto alla chiusura delle frontiere.

Di fronte a uno scenario così complesso, quali sono le soluzioni adottabili per garantire la sicurezza alimentare?

Nel 2004 gli Stati membri della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) hanno adottato delle iniziative volontarie che definiscono il ruolo di ogni Paese e le loro responsabilità.

Nel corso della Global Conference Family Farming at the Core of Sustainable Food svoltasi a novembre 2021, si è tentato di capire dove le politiche pubbliche possano e debbano intervenire per garantire la sicurezza alimentare. Ricordando che la maggior parte del cibo che mangiamo è prodotto dalle aziende agricole familiari, occorre adottare politiche differenziate che operino secondo un approccio globale, generando cooperazione e coalizioni fra gli agricoltori. È necessario promuovere l’uguaglianza di genere e di etnia, garantendo l’accesso alla terra a chiunque. È fondamentale investire sui giovani e favorire il ricorso alle nuove tecnologie.

Da quanto detto è facilmente comprensibile che la sicurezza alimentare non può essere garantita senza un’agricoltura che faccia ricorso a sistemi innovativi, un’agricoltura attenta alle problematiche quotidiane.

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altre pagine consultate