Intervista con Marianna Porcaro e il Suo Segno di un Passaggio.
"Abbiamo tutti delle crepe, ma è lì che entra la luce." – Questa frase di Leonard Cohen sembra descrivere perfettamente l’essenza di Marianna Porcaro : scrittrice, manager e come ama definirsi "cacciatrice di bellezza". Con un approccio unico e fuori dagli schemi, Marianna ci racconta il suo percorso professionale, fatto di coraggio, connessione umana e la capacità di vedere il valore anche nelle imperfezioni.
In questa intervista, condivide riflessioni profonde su come affrontare i momenti di blocco, l’arte di disimparare per crescere e l’importanza di aggiustare ciò che è rotto, non per riportarlo alla perfezione, ma per creare qualcosa di ancora più autentico.
Se sei alla ricerca di ispirazione e nuovi spunti per il tuo percorso personale e professionale, questa lettura è per te.
Ma di che cosa si stratta nello specifico? Perché Il Segno di un Passaggio? Forse è dovuta una piccola premessa…
Ci sono attimi speciali e incontri particolari nelle nostre vite che "lasciano il segno".
Tutti noi siamo segnati da qualche esperienza significativa, una sorta di eredità emotiva ed esperienziale. L’obiettivo di queste “interviste di passaggio” è quello di condividere storie di persone, al fine di poter attingere ai loro punti di forza e di debolezza, entrambi ambivalenti e determinanti lungo il percorso di ogni individuo.
Chissà che questa breve intervista non possa lasciare un segno dentro di te…
Fatte le dovute premesse, iniziamo subito!
Grazie Marianna per il tuo contributo!
Procediamo con le domande di questa intervista di passaggio!
1-Iniziamo col raccontare che cosa fai nell'ambito professionale. Qual è il tuo modo di operare unico che ti contraddistingue nel tuo settore?
Il mio approccio alla vita e al lavoro non segue schemi prestabiliti: mi piace rompere le regole, mettere in discussione le cose e le situazioni. Quando mi trovo in nuovi contesti, il mio primo obiettivo è cercare di uniformare e trovare un punto di connessione.
Mi occupo di comunicazione, un campo in cui creatività e adattabilità sono essenziali.
Mi nutro di infinite curiosità, combattendo la mancanza di tempo, mentre cerco di imparare almeno una cosa nuova ogni giorno.
2-Se potessi scegliere tre abilità fondamentali che ti hanno permesso di crescere professionalmente, quali sarebbero?
Se dovessi scegliere tre abilità fondamentali che mi hanno permesso di crescere professionalmente, sarebbero:
Queste tre abilità mi hanno permesso di crescere e migliorare continuamente, sia professionalmente che personalmente.
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3- Che consiglio daresti a una persona che si sente bloccata nella sua carriera lavorativa?
Il consiglio che darei a una persona che si sente bloccata nella propria carriera è di fermarsi, prendersi una pausa e iniziare a viaggiare, sia fisicamente che mentalmente.
Quando ci si trova in una situazione di stallo, forzarsi a riempire vuoti o trovare soluzioni immediate spesso peggiora le cose.
Non sempre le risposte arrivano restando nello stesso ambiente o cercando di forzare cambiamenti. Viaggiare ti permette di sperimentare, di uscire dalla tua zona di comfort e di vedere le cose da prospettive completamente nuove.
È un'opportunità per abbracciare la diversità, confrontarsi con nuove culture, situazioni e persone che possono aprire la mente a nuove possibilità. Il viaggio non è solo una fuga, ma una forma di ricerca interiore, che può aiutare a ritrovare una direzione diversa e più autentica.
Blocchi e difficoltà spesso non si risolvono cercando di riempire o forzare le soluzioni. È necessario rallentare, esplorare nuovi modi di essere e di pensare. Solo così si può creare lo spazio per trovare nuove ispirazioni e ripartire con una visione più chiara e rinnovata.
4 - Qual è stato il problema più grande che hai dovuto superare? E come ne sei uscita?
Il problema più grande che ho dovuto affrontare è stato imparare a disimparare, a lasciare andare tutto ciò che credevo di sapere per fare spazio a nuove possibilità. Si tende a pensare che con il tempo e l'esperienza si accumuli solo saggezza, ma la verità è che, a volte, dobbiamo fare il contrario: dobbiamo scomporre ciò che abbiamo appreso, abbandonare certezze e preconcetti, e ricominciare da capo.
Questo non significa tornare indietro, ma rivedere ogni cosa con occhi nuovi, con il coraggio di rischiare o di scegliere se restare. Ogni volta, impariamo in modo diverso perché non siamo più delle lavagne vuote, ma piuttosto tavole imbandite di storie, successi, fallimenti e conquiste.
E tutto ciò che abbiamo vissuto influenza il nostro nuovo apprendimento.
Uno degli errori più comuni è pensare che più esperienza significhi automaticamente più saggezza, dimenticando che la vera saggezza sta nella leggerezza, nell’essere indulgenti con sé stessi e nel saper accettare l’incertezza. Questo è stato un anno in cui ho dovuto disimparare moltissimo per poter imparare di nuovo, con una nuova prospettiva.
Il passato ha il suo valore, ma solo se non ci lascia prigionieri di ciò che è stato.
Quest'anno ho imparato a portare con me la capacità di perdonare – gli altri e me stessa. Perdonare chi non mi ha capita, chi non ha aspettato, e perdonare me per tutto ciò che non ho compreso o affrontato. Questo è stato forse il più grande passo verso la crescita. Il presente, invece, mi insegna ogni giorno che ho ancora tantissimo da imparare.
Ho accettato che il mio viaggio non sarà mai lineare e che la vera crescita non viene dal controllo, ma dall’accoglienza. Ho imparato a disimparare e in questo processo, ho trovato lo spazio per reinventarmi e per scoprire nuove strade verso il futuro.
5 - Cosa ti piace lasciare alle persone tramite il tuo contributo? Qual è il tuo Segno di un Passaggio?
Il mio segno di passaggio nel mondo è aggiustare ciò che è rotto, rimettere insieme i pezzi nel miglior modo possibile, senza cercare la perfezione, ma abbracciando la bellezza delle crepe. Mi piace lasciare negli altri qualcosa di aggiustato, un senso di valore ritrovato o una prospettiva nuova, che gli faccia vedere le proprie imperfezioni come elementi di forza e non di debolezza.
È come quando ti trovi sotto un balcone durante un temporale improvviso, cercando di saltare oltre una pozzanghera gigante, schivando le gocce per evitare di bagnarti le ginocchia in quei jeans ormai troppo strappati. La pioggia, come la vita, arriva senza preavviso, proprio quando non hai un rifugio o un ombrello abbastanza forte per proteggerti. E mentre gli altri cercano riparo, io mi rendo conto che c’è una bellezza straordinaria nelle cose rotte, in quelle che hanno già vissuto.
Aggiustare non significa riportare alla condizione iniziale, ma creare qualcosa di nuovo, dove le cicatrici raccontano storie e ogni crepa aggiunge un livello di profondità. Quando ci rompiamo, non torniamo mai uguali. Ci rinnoviamo. Il dolore si fa leggero, gli abbracci diventano più intensi, i legami più rari e preziosi e persino i temporali assumono un fascino diverso, quasi romantico.
Mi piace lasciare tracce di questo processo nelle persone, come una piccola riparazione, un aggiustamento che le aiuti a vedere la forza nei loro stessi segni di vita.
E così, mentre riparo ciò che è rotto, lascio qualcosa di prezioso: la consapevolezza che, a volte, ciò che si è rotto può diventare ancora più bello.
A te Lettore di Passaggio auguro di trarre dall'esperienza di Marianna qualcosa da portare con te lungo il tuo percorso.
Alla prossima Intervista di Passaggio.
Complimenti per le riflessioni importanti in questa ennesima splendida intervista ❤️
Coach | Esperto in Retail People Management | 1° Human Guide in Italia | Autore del libro "Elevazione a Potenza" 📚 | Imprenditore 📈 | Docente 👨🏫 | Founder AltoLato
3 mesiComplimenti per le riflessioni tanto umane quanto autentiche
Quality Control Packaging Team Leader presso Diageo
3 mesiQuesta intervista la dovrei leggere e rileggere perché infonde un mare di coraggio e soprattutto ci dice quanto sia importante accogliere ed affrontare le sfide senza mai tirarsi indietro, senza scorciatoie. Amo le salite in bicicletta e questo pezzo è un qualcosa che me le ricorda... perché sono tutti capaci ad andare in discesa... grazie Marianna Porcaro per questo viaggio interiore.
Certamente il coraggio non ti manca Marianna... l'arte del Kintsugi che è anche tua, il perdono che va donato (e accettato) e una pioggia battente senza ombrello... sono le immagini che mi porto via da questa tua bellissima intervista.
Interessante! Belle parole Marianna.