INVESTIMENTI ESG IN DECISA CRESCITA (MA QUANTI EQUIVOCI)
Abbiamo visto che la pandemia ha accelerato alcuni trend già in essere e ne ha creati ex-novo degli altri. Tra i primi si può sicuramente segnalare quello degli Investimenti Sostenibili e Responsabili (#SRI). Tante "sigle" coinvolgono il tema ma sicuramente quella più conosciuta è la "famosa" #ESG, acronimo inglese di ambiente, responsabilità sociale e buona governance.
E' aumentata la sensibilità a queste tematiche da parte della domanda, si è ampliata, di riflesso, l'offerta, e sempre più capitali si stanno dirigendo verso Fondi azionari e/o obbligazionari - ed ETF - detti appunto ESG, con una crescita recente decisamente marcata.
Tutto bello e buono? Molto, ma non tutto; la strada da percorrere è ancora lunga anche se la meta è di quelle che ti faranno "brillare gli occhi e spalancare il cuore". Dobbiamo infatti ancora definire una Regolamentazione completa, chiara e uniforme tra i paesi che contribuisca a chiarire i concetti usando standard comuni, e a dissipare gli eventuali "furbetti" del Greenwashing (i.e. spacciarsi per ambientalisti convinti e poi non esserlo affatto); aspettiamo anche una trasparenza assoluta e chiarificatrice sui prodotti e sulle tecniche di gestione degli stessi con info che arrivino agli investitori in modo chiaro. Il Regolamento SFDR ma anche l'NFRD o tavoli come quello sulla Tassonomia sono da tempo tra le righe di autorevoli articoli di stampa e sulle scrivanie dei regolatori del Piano di Azione dell'Ue. Devono "crescere", ma la strada è quella giusta.
Il tutto aiuterà a dissipare tra i risparmiatori quei pregiudizi ancora troppo diffusi e radicati. Vediamone alcuni:
- "Ok, farò anche del bene - con il mio investimento ESG - ma così facendo perdo punti percentuali di performance" pensa il Signor X. Risp: se si guardano varie analisi storiche questa non pare essere un'affermazione vera in senso assoluto, anzi. Secondo diversi studi le aziende che rispettano i principi ESG risultano avere, mediamente, maggiore redditività, rating più elevati e minori rischi di incorrere in danni reputazionali, cause o sanzioni. La performance dei fondi ESG sarebbe, mediamente, almeno in linea con quella degli strumenti tradizionali. Se si guarda inoltre - come si dovrebbe - il rendimento rapportato al rischio, le aziende ESG sarebbero mediamente più resilienti, come ampiamente visto durante questo 2020. Poi, certo, dipende dal periodo temporale osservato e da chi gestisce il fondo ESG (che deve svolgere bene il suo lavoro).
- "Gli investimenti SRI non sono altro che una moda passeggera ed una strategia di marketing delle società di investimento". Risp: quasi 32.000 mld di $ (di cui la metà in Europa) sono ad oggi investiti sul tema della sostenibilità, coinvolgendo in un circolo virtuoso aziende, azionisti ed obbligazionisti, lavoratori, stati ed industria degli investimenti. Ovviamente “non è tutto oro quello che luccica” ma l'urgenza impellente di migliorare il contesto ambientale, sociale e di governance credo sia sotto gli occhi di tutti.
- "Gli investimenti SRI/ESG guardano solo ai temi ambientali". Risp: è vero che sono stati soprattutto i temi ambientali e climatici a suscitare una crescita di interesse da parte degli investitori (anche per gli impegni presi da movimenti intergovernativi - COP21 - o da correnti etico/religiose come l'enciclica “Laudato SI”). Tuttavia, la pandemia ha accelerato il recupero delle tematiche Sociali (es. protezione e tutela dei lavoratori) e di quelle di buona Governance.
- "Ne sono interessati solo 4 gatti fanatici". Risp: per smantellare questa falsa convinzione chiederei a qualche ragazzo/a della Generazione Y (Millennials) o Generazione Z, oppure darei un'occhiatina alla composizione del portafoglio di investimento delle categorie più abbienti. La risposta arriverebbe da sé.
Infine, concludo con una convinzione: nel mondo degli investimenti la trasparenza e la corretta formazione/informazione non sono mai troppe. Ho infatti la sensazione che l'investitore finale sia sempre più sensibile alla tematica ESG e al “fare del bene” ma anche che vuole capire meglio (essere “sicuro”) e quantificare quanto "bene" i suoi soldi faranno ai temi della sostenibilità. Sulla formazione l'industria degli investimenti finanziari può fare molto (è inoltre chiamata a dare un grande contributo anche veicolando i flussi nella giusta direzione). I Consulenti, le SGR ma anche i Media sono/saranno pronti ad agire sul lato informazione/formazione, ridurranno le asimmetrie informative e toglieranno molti equivoci.
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Il presente articolo non é una sollecitazione all'investimento e ha lo scopo di fornire unicamente informazioni generiche e generali e non è assolutamente un’offerta o un invito a comprare o vendere gli strumenti finanziari eventualmente citati né costituisce attività di consulenza. L’analisi storica non è assolutamente garanzia di uguale comportamento nel futuro. In particolare l'autore non fornisce alcuna garanzia di raggiungimento di qualunque eventuale previsione e/o stima ivi contenuta.
Deputy Country Head Italy - Raiffeisen Capital Management
4 anniBravo Mirco, molto interessante. Aggiungerei l’importante tema della “coerenza” tra l’essere ed il fare sostenibilità. Un caro saluto, Max