The Israel Health System
Perchè Israele?
Israele ha oggi oltre 9 milioni di abitanti con una crescita della popolazione che si attesta sul 2% annuo e una età media di 28 anni. Israele può vantare molti altri record oltre a quello demografico: la crescita esponenziale del PIL nell’ultimo trentennio, l’incremento dell’export, la capacità di produrre fonti di energia internamente. A questo si aggiunga che oggi oltre il 40 per cento del consumo di acqua proviene da impianti di desalinizzazione. Israele ha un sistema sanitario pubblico considerato efficace, è tra i Paesi più innovatori al mondo ed è cuore pulsante dell’innovazione nel Digital Health, sede di centinaia di startup e aziende che promuovono innovazioni nell’ambito della salute, soprattutto telemedicina e terapie sperimentali. Per questo nell’ambito del Master in Gestione e Programmazione dei Servizi Sanitari l’ISTAO ha scelto di inserire un focus sul sistema sanitario israeliano e di prevedere uno study tour in Israele al termine del Master.
– 1 luglio –
Arrivo a Tel Aviv
Lo study tour ha fatto base a Tel Aviv, la cui area metropolitana conta oggi circa 1,5 milioni di abitanti. Tel Aviv con i suoi dintorni è una città multiculturale, molto aperta, dinamica, piena di giovani e fonte di attrazione per turisti da ogni parte. La città, sede di tutte le ambasciate, si affaccia su una baia sovrastata da alberghi e ristoranti e offre un senso di sicurezza e libertà.
– 2 luglio –
Partenza da Tel Aviv verso Haifa
Il contact center è un po’ il punto di partenza per ogni servizio sanitario in Israele per questo lo study tour è partito proprio da lì. Per raggiungere Acre, l’antica città dei templari nel nord del Paese, il gruppo ISTAO ha costeggiato il mare diretto verso uno dei cuori pulsanti della sanità israeliana…dove arrivano ogni giorno centinaia di chiamate.
Visita al Tik Shoov – Global Contact Center, ACRE – Haifa
Ad Acre, vicino Haifa, fa base una delle sedi di Tik Shoov, il più grande Contact Center in Israele che gestisce oltre 300 milioni di chiamate ogni anno, di cui circa 50 milioni solo nel settore della sanità. Fondata nel 1996, conta oggi 16.000 addetti. Il 96% di chi chiama interagisce con il call center con un tempo medio di attesa di 45 secondi e una durata media della chiamata di 210 secondi.Oggi in Israele ogni contatto con il mondo della Sanità inizia proprio dal call center che ottimizza i flussi dei pazienti indirizzandoli, secondo necessità, alla rete medica, infermieristica o specialistica. Si evitano ex-ante lunghe file di accesso agli ospedali e si risolvono rapidamente parte delle problematiche tramite i numerosi canali a disposizione dell’utente: telefonata, videochiamata, e-mail, messaggio tramite app, whatsapp…
– 3 luglio –
Visita allo Sheba Tel-HaShomer Medical Centre, Ramat Gan
Inizia il percorso a tappe per visitare alcuni tra i principali ospedali israeliani. Il primo, lo Sheba Tel-Hashomer è nel ranking dei 10 ospedali migliori al mondo, il più grande in Israele. Si può definire un «quartiere della salute umana» con dipartimenti di eccellenza, servizi di ogni tipo per accogliere al meglio i pazienti e i loro familiari. Tra i primi centri medici affiliati con l’Università, è noto per l’eccellenza nelle cure e per la ricerca ed è pioniere in tema di digitalizzazione dei servizi, che viene messa in pratica da oltre 20 anni. I numeri di Tel-HaShomer parlano chiaro: 6 centri di specializzazione, 2 milioni di pazienti l’anno, oltre 10.000 professionisti della salute. Tra i principali centri di eccellenza di Sheba Tel-HaShomer bisogna menzionare ARC sintetizzabile con tre parole «accelerare, riprogettare e collaborare». Attraverso esso medici, ricercatori e startupper collaborano insieme, con una metodologia innovativa e un approccio rivoluzionario. Alla fine del 2022 erano 80 le startup realizzate, valutate in 3,59 Miliardi di $, 221 licenze commerciali e un guadagno netto di 852 Milioni di $.
Herzliya, visita porto turistico e Jaffa by night
Dopo aver trascorso una giornata allo Sheba Tel-HaShomer, e prima di rientrare in hotel, è valsa la pena visitare uno dei piccoli centri turistici a poca distanza da Tel Aviv, Herzliva, dove sono attualmente in costruzione imponenti strutture alberghiere e dove vi è un porto turistico molto frequentato. La giornata si è conclusa con un tour di Jaffa, l’antico porto che secondo la tradizione cristiana fu fondata dal figlio di Noè dopo il Diluvio Universale. Questo porto per gli ebrei costituiva una delle più antiche e importanti città israeliane e qui è stato edificato nel 1654 un tempio consacrato all’apostolo Pietro, oggi la Chiesa di San Pietro, con il suo caratteristico campanile che per alcuni periodi nella storia ebbe la funzione di faro per guidare l’attracco delle navi in porto.
– 4 luglio –
Visita al Rambam Health Care Campus, Haifa
Il secondo ospedale visitato in Israele è anch’esso tra i più grandi del Paese, il Rambam Health Care Campus, ad Haifa. Il gruppo ISTAO è stato accolto dalla Direzione Generale al completo che ha illustrato il funzionamento dei principali dipartimenti. Questo ospedale di eccellenza nel territorio israeliano si ispira al filosofo, rabbino e medico Maimonides, il cui motto era «there is no separation between body and mind», da cui trae anche il nome (egli era conosciuto con l’acronimo Rambam). Le fondamenta dell’ospedale furono poste dagli inglesi nel 1938, mentre è del 1974 la nascita dell’importantissimo legame con l’Università Technion con la quale vi è una strettissima e continua collaborazione, nonostante le due organizzazioni siano formalmente separate.1037 posti letti, di cui 980 fissi e 57 per day hospital, 5886 addetti, 156000 accessi al pronto soccorso, 4000 nascite, 2467 studi clinici, questi i numeri annuali di Rambam che ha il più grande Trauma Center di Israele. Con una forte e spiccata vision per il futuro, ben sintetizzata nel video «Rambam 2065», la struttura sanitaria visitata è tra le più evolute in Israele.
I sotterranei del Rambam
Tra i reparti mostrati al gruppo ISTAO all’interno di Rambam, i sotterranei a 16 m sotto il livello del mare che, adibiti normalmente a parcheggio, vengono sanificati due volte al giorno perché sono in grado di trasformarsi in 48 ore in un ospedale attrezzatissimo in grado di ospitare tutti i pazienti dei reparti sovrastanti e di blindarsi per eventuali necessità (attacchi batteriologici o nucleari, grandi emergenze) mantenendo per alcuni giorni una totale autonomia dal mondo esterno. Tale sotterraneo è stato utilizzato durante il Covid per ospitare oltre 900 ricoverati.
Accolti dall’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv
Dopo la visita al Ramban la quarta giornata di tour si è conclusa con un incontro con l’Ambasciatore italiano a Tel Aviv, Dott. Sergio Barbanti, che ha raccolto le testimonianze degli allievi ISTAO chiedendo loro impressioni sulla Sanità israeliana.
– 5 luglio –
Visita alla Basilica dell’Annunciazione – Nazareth
Il 5 luglio il gruppo ISTAO si è spostato a Nazareth per visitare un altro ospedale. Nazareth è una città molto cresciuta negli ultimi anni, edificata in pietra bianca e abitata prevalentemente da arabi palestinesi. Approfittando dell’occasione, non poteva mancare la toccante visita alla Basilica dell’Annunciazione. La grotta, casa della Santa Famiglia, è ben custodita all’interno della chiesa e si può vedere come sia mancante di una parte delle pareti esterne in muratura che, secondo la tradizione, è stata portata in volo a Loreto dove è stata costruita la nota Basilica che oggi la conserva.
Visita di Holy Family Hospital Nazareth
Giunti all’Holy Family Hospital, ubicato nelle colline di Nazareth, il gruppo è stato accolto con grande calore da una suora di origini italiane e dalla coordinatrice del nosocomio per un racconto sulle origini di questa struttura. L’ospedale è stato fondato nel 1882 dai frati dell’ordine dei Fatebenefratelli con soli 4 letti, un monastero e una piccola cappella. E’ stato il primo ospedale cristiano nel nord di Israele, conosciuto dai più come “l’Ospedale Italiano” ed oggi è uno dei tre ospedali cristiani a Nazareth. Nel 1899 l’ospedale contava solo 30 letti. Dopo le guerre che hanno costretto la struttura a chiudere a più riprese, nel 1958 venne riconosciuto come ospedale pubblico. La suora che ha accolto il gruppo ISTAO è l’ultima delle suore italiane al lavoro nella struttura e vive qui da 38 anni. Narra di come l’ospedale sia cambiato molto nel corso degli anni, di quanto sia innovativo e all’avanguardia oggi, alla pari di tutti gli ospedali israeliani. Accoglie pazienti palestinesi, israeliani, della Cisgiordania e molti lo scelgono e lo apprezzano perché qui percepiscono un approccio familiare e accogliente.
Alture del Golan
Da Nazareth il gruppo si è diretto alle Alture del Golan, attraversando molti microclimi diversi e altrettanti scenari, spostandosi da sud a nord e da ovest ad est. Dai frutteti e dagli orti di cui è ricca la periferia delle grandi città lo sguardo è andato sulle colline di conifere fino alle montagne più desertiche passando per le ampie distese di vigneti tra i kibbuts. Attraversare il Giordano vicino alla sua fonte, passare il vecchio confine siriano, percorrere una strada deserta ancora costeggiata da campi minati, è stato molto emozionante per il gruppo ISTAO, così come fermarsi nei monumenti ai caduti della Guerra del Kippur, accompagnati dal Professor Mairov, docente del Master e veterano che ha vissuto in prima persona quell’esperienza. Infine, giunti sul punto più alto delle Alture del Golan si può ammirare l’incredibile paesaggio delle valli circostanti facendo correre lo sguardo sulla Siria, sulla Giordania e sul Libano. Nei giorni limpidi, infatti, si può scorgere all’orizzonte Damasco, ad appena qualche decina di km di distanza.
– 6 luglio –
Visita alla HMO Maccabi
Maccabi è una delle 4 HMO, Health Maintenance Organization, israeliane, enti mutualistici che gestiscono la Sanità pubblica in Israele ed è stato oggetto della prima visita nel sesto giorno dello study tour. Maccabi è il secondo ente mutualistico per dimensione con circa 2,5 milioni di iscritti. Le HMO devono garantire i servizi sanitari a tutti i propri iscritti e, per farlo, lavorano in modo diverso tra loro generando una sana competizione nel mondo della sanità pubblica. Ogni HMO opera su tutto il territorio israeliano e percepisce un finanziamento in base al numero dei propri assistiti. I cittadini sono obbligati ad iscriversi ad una delle quattro aziende mutualistiche che possono scegliere sulla base delle proprie esigenze e della soddisfazione percepita, ma che possono cambiare fino a due volte nel corso di ogni anno. La concorrenza permette il miglioramento costante dello standard dei servizi offerti. Maccabi nasce nel 1941 ad opera di medici immigrati dalla Germania e, come le altre, entra nel SSN con la riforma sanitaria del 1995. Oltre ai servizi offerti nell’ambito del «basket» definito dal ministero, offre una copertura sanitaria supplementare e non obbligatoria che permette l’accesso ad ulteriori servizi e che viene richiesta solitamente da oltre il 90% degli iscritti.
Visita al Ministero Sanità – Tel Aviv
La visita pomeridiana al Ministero della Sanità e l’incontro con tre dirigenti di altrettanti dipartimenti è stata importante per comprendere i meccanismi di funzionamento della sanità pubblica israeliana. Nel 2019, prima del Covid, la spesa per la Sanità in Israele era pari al 7,6% del GDP, meno della media dei paesi OECD che era pari al 8,8% nello stesso anno. In Israele ci sono 30 ospedali pubblici con complessivamente 16700 letti, di cui metà gestiti direttamente dal governo e altrettanti dalle 4 agenzie sanitarie, HMO, istituite nel 1995 con la riforma del sistema sanitario. Il Ministero della Sanità decide la composizione del «basket» di servizi che le HMO devono offrire come base ai propri assistiti e le modalità di finanziamento alle stesse, che in linea di massima è proporzionale al numero degli iscritti con l’applicazione di qualche correttivo basato su parametri demografici e geografici.
– 7 luglio –
Mar Morto, Masada e Monastero di Koziba
Avvicinandosi alla fine della permanenza in Israele, il gruppo ne ha approfittato per immergersi nella storia e nella cultura israeliana. Il tour verso Masada è partito costeggiando il Mar Morto per giungere nel deserto. Il Mar Morto è il punto più basso sulla terra a 417 mt sotto il livello del mare. L’antica fortezza di Masada è stata fatta costruire da Erode il Grande nel deserto dove lui si è recato solo sei volte nella sua vita. L’assedio di Masada è stato l’episodio che concluse la prima guerra giudaica, nel 73 d.c.. Una volta caduta Gerusalemme, vi trovarono rifugio gli ultimi strenui ribelli zeloti non disposti a darsi per vinti. L’esercito romano, guidato da Lucio Flavio Silva, affronto in un arduo assedio questo nutrito gruppo di ribelli che si erano arroccati nella fortezza considerata inespugnabile da parte di eventuali assedianti. Nonostante ciò, i Romani conquistarono la cittadella trovandovi i cadaveri di quasi tutti gli assediati che nel frattempo per non farsi prendere avevano optato per un suicidio di massa. Una curiosità: dopo la fine della resistenza degli ebrei zeloti nel palazzo di Masada, l’Impero Romano ha preteso esose tasse dagli ebrei sopravvissuti, parte delle quali furono usate per costruire «Urbis Salvia» oggi Urbisaglia.
– 8 luglio –
Betlemme e Gerusalemme
Il penultimo giorno del tour il gruppo ISTAO si è recato a Gerusalemme e Betlemme. La prima è considerata la capitale del monoteismo, e punto di riferimento per le tre religioni monoteiste visto che in poche centinaia di metri sono raccolti il muro del Tempio di Salomone, il Golgota e il Santo Sepolcro, la Basilica della Roccia e la Spianata delle Moschee. Qui gli allievi e gli accompagnatori, partiti dagli Orti Getsemani hanno visitato le principali chiese presenti in città e hanno percorso la Via Dolorosa prima di arrivare nella cripta del Santo Sepolcro. Il giro a Gerusalemme è terminato nella piazza del Muro del Pianto. A Betlemme la visita si è concentrata nella Basilica della Natività.
– 9 luglio –
Yad Vashem, Gerusalemme
Prima di recarsi in aeroporto, la mattina stessa della partenza, il gruppo ISTAO ha fatto la sua ultima visita all’interno dello Yad Vashem, il Memoriale dell’Olocausto, un viaggio nella memoria per non ripetere più. Il cammino della convivenza pacifica tra culture, religioni e colori della pelle è tortuoso ma va compiuto fino in fondo per raggiungere condizioni di libertà per tutti.
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