“Italia a secco, pronti allo stato di calamità” Il ministro Martina: in arrivo i fondi per gli agricoltori e le imprese ma stop agli sprechi.
Danni già per 2 miliardi. Siccità ai massimi degli ultimi 200 anni: piogge in calo del 60%. Ancora roghi, la A1 nel Lazio chiusa per ore
CORRADO ZUNINO
ROMA. «Stato di emergenza», dice il ministro Maurizio Martina, Politiche agricole. Siccità, tra le più importanti negli ultimi duecento anni, e incendi: il governo prova una risposta. Soprattutto nei confronti degli agricoltori, che stanno subendo danni pesanti. Ad oggi sono stimati in due miliardi di euro. «Siamo pronti a collaborare con le Regioni nel censimento dei problemi per dichiarare lo stato di eccezionale avversità atmosferica».
Il ministro Martina ha spiegato le misure di contrasto adottate per l’emergenza in corso, su tre assi di intervento: l’attivazione di un fondo di solidarietà nazionale, quindi la richiesta all’Unione europea di aumentare gli anticipi dei fondi europei Pac portandoli a 2,3 miliardi, infine 700 milioni per il piano di rafforzamento delle infrastrutture di irrigazione. A proposito del fondo, ha detto il ministro: «È un intervento necessario per consentire la sospensione delle rate dei mutui e dei contributi assistenziali e previdenziali. Serve anche alle aziende non assicurate».
L’alternanza di una secchezza inedita — è piovuto il 60 per cento in meno della media, il Po è mezzo metro sotto il livello dell’anno scorso, il Lago di Garda 69,5 centimetri — con violenti temporali e grandine sta producendo danni in due terzi dei campi coltivati nel Paese. Il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, ieri ha spiegato come sia sempre più difficile ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni di ortaggi, frutta, cereali e pomodoro da industria. La sofferenza si è estesa a vigneti e uliveti, al fieno per l’alimentazione degli animali da latte. Le perdite in Lombardia ammontano a 90 milioni di euro, mais e frumento le produzioni colpite. In Piemonte soffrono le province di Cuneo, Asti e Alessandria e si aggrava la situazione idrica degli alpeggi: la campagna cerealicola registra rese inferiori del 30 per cento. Sono forti i timori per la raccolta di frutta, uva e nocciole. In Liguria problemi per gli oliveti dell’Imperiese e il basilico ad Andora e Albenga. La Regione Veneto da aprile ad oggi ha emesso tre ordinanze sullo stato di crisi per siccità: vuole contingentare l’uso d’acqua. Ma gli agricoltori, ricorda la Coldiretti, non possono fare a meno di bagnare la soia, il mais, la barbabietola e il tabacco.
In Trentino Alto Adige alcune aziende frutticole hanno già perso l’intera produzione. Lo stato di “sofferenza idrica” è stato sancito dalla Regione in Friuli Venezia Giulia mentre la dichiarazione di emergenza riguarda le zone di Parma e Piacenza e la Toscana. In Emilia Romagna si registrano danni per 150 milioni. Nelle Marche le mucche, per lo stress da afa, producono il venti per cento di latte in meno. Calo della produzione di olive in Puglia e in Calabria. In Sicilia costi triplicati per chi è costretto a irrigare i campi: in alcune aree agricole del Catanese l’acqua non arriva, la rete colabrodo.
Ieri in Italia si sono registrati altri trenta incendi. In Sicilia, in Calabria, sul Vesuvio, nel Riminese. Le conseguenze più pesanti sulla A1, alle porte di Roma. Diversi focolai nei pressi di Fiano Romano, casello di Roma Nord, più altri tra il chilometro 527 e 528 hanno fatto chiudere per tre ore la carreggiata, alcuni caselli in un raggio di 70 chilometri e l’ingresso in autostrada dal Raccordo anulare romano. Incolonnamenti per cinque chilometri nelle due direzioni: agli automobilisti sono state distribuite bottiglie d’acqua. E al valico di Ventimiglia la circolazione ferroviaria tra Italia e Francia è stata sospesa per un’ora.
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