Italo Treno: veramente credi che boicottare sia la soluzione?
La cosa più bella di chi fa il mio lavoro, ovvero il socialmediacoso, è osservare con un certo distacco alcune dinamiche che si sviluppano sui social, fino a caratterizzarli quasi come se fossero dei segni particolari, un neo, una voglia, una cicatrice, qualcosa che subito identifichi e associ a una persona, brand o istituzione.
Ed è uno spasso vedere come un evento possa diventare virale, generando traffico ed un engagement immenso partendo da prese di posizione e reazioni di pancia, istintive, nutrite e fomentate da certa stampa e da molti blog e magazine online.
Si sa, il trend tira più di un carro di buoi (ma non era il pelo?, vabbè dettagli).
Quando accade qualcosa del genere tento di farmi spazio nella marea di contenuti generati attorno al topic del momento, per farmi un'idea che sia mia e non filtrata dall'emotività e dal comune sentire.
L'ultimo evento in ordine di tempo è stato quello che ha visto coinvolta Italo Treno, l'azienda che tenta di fare concorrenza a Trenitalia per ridurre il monopolio dei trasporti su ferro che impera nel nostro Paese.
Premetto che provo una grande simpatia per Italo in quanto azienda e progetto imprenditoriale, ma viaggio sia con i loro treni che con quelli di Trenitalia, a seconda dei costi e degli orari disponibili su quella tratta.
Cosa è successo? Italo, per il Family Day, ha attivato una convenzione con gli organizzatori della manifestazione offrendo uno sconto utilizzando il codice FAMILY30 da inserire al momento dell'acquisto.
Adesso, chiariamo un paio di punti prima di proseguire:
- Non c'è niente di strano nello stipulare accordi di convenzione con organizzatori di manifestazioni legali e autorizzate che possono garantire un certo volume di traffico. Succede, in piccolo, quando decidi di organizzare il bus per andare a vedere una squadra di calcio in trasferta. Se parti da solo ti costa X, se metti insieme 50 persone e affitti il bus ti costa X - Y%;
- Essendo la manifestazione gratuita e a libero accesso al pubblico, tutti quelli che hanno programmato di recarsi a Roma il 30 Gennaio per altre ragioni potrebbero, volendo, usufruire delle sconto anche senza andare al Family Day.
Ora, come probabilmente sai la notizia ha fatto scalpore, generando un'ondata di critiche negative all'operato dell'azienda di trasporti, fino a far nascere l'hashtag #boicottaitalo, un po' come accaduto tempo fa per Barilla, sempre per uno scivolone (in quale caso molto grave) sul tema gay.
La risposta di Italo non si è fatta attendere, e tramite un comunicato stampa e un post su Facebook ha spiegato che creare convenzioni per manifestazioni con proiezioni di partecipazione molto elevate, e autorizzate dagli organi competenti, fa parte della prassi, niente di strano.
Questo, bisogna essere onesti, non fa una piega. Un'azienda privata decide di offrire uno sconto per una manifestazione.
L'errore, a mio avviso, è stato quello di associare in modo chiaro e inequivocabile l'offerta al Family Day, scegliendo come nome del codice di sconto proprio FAMILY30. Se si fosse chiamato ROMA30 e avesse avuto le stesse caratteristiche di base sarebbe stato molto meglio, almeno non sarebbe risultato come uno schieramento, che secondo me però non c'è. Ed ora ti spiego perché.
Italo non ha nessun interesse a schierarsi politicamente, perché gode già di un posizione difficile, dovendosi confrontare quotidianamente con le restrizioni che Trenitalia (monopolista a tutti gli effetti) gli impone, ecco perché sono portato a pensare che l'errore sia da imputare all'ufficio marketing, per due motivi:
- Avrebbe potuto, come detto, scegliere un codice sconto meno evidente;
- Avrebbe dovuto gestire meglio la crisi.
Perché è qui che casca l'asino, e si fa anche male. Il modo in cui ha reagito l'azienda, in particolare su Facebook, è imbarazzante, davvero pessimo e distante anni luce da quello che è, tra l'altro, lo stile di comunicazione e di gestione del cliente offerto dall'azienda nell'erogazione del suo servizio.
Anche se il tono di voce non è proprio in linea con quello utilizzato generalmente dall'azienda, questo post inquadra la situazione in modo abbastanza preciso. Il problema è il post successivo, che è un disastro sotto tutti i punti di vista.
Come vedi, migliaia di commenti e condivisioni, con polemiche su polemiche, toni molto accessi, accuse, recriminazioni, dichiarazioni di boicottaggio selvaggio, e chi più ne ha più ne metta.
Ora, ha senso boicottare l'azienda? A mio avviso no, ma non per giustificarla, semplicemente non si può mandare in vacca un'azienda, che impiega migliaia di dipendenti, per l'errore di un comparto, facilmente individuabile. A sbagliare sono state le persone che gestiscono la comunicazione e, prima ancora, la strategia commerciale dell'azienda, non certo i macchinisti, gli operai, i bigliettai, le hostess, e così via.
Io ci vado sempre molto cauto quando si tratta di boicottare un'azienda (ma quando ci credo lo faccio, come con Nestlé e McDonald's), perché dietro un brand ci sono persone, non dobbiamo mai dimenticarlo. Magari qualche dipendente dell'azienda è gay, potremmo provare a sentire la loro opinione a riguardo, visto che conoscono le dinamiche aziendali meglio di noi che non ci lavoriamo.
Ti faccio un esempio, forse un po' forte, ma mi serve per farti capire cosa voglio dire con questo mio post.
Quando hai la febbre, o l'influenza, che cosa fai? Esatto, prendi un'aspirina, e molto probabilmente compri quella prodotta e commercializzata dalla Bayer. Bene, la Bayer è l'azienda farmaceutica che durante la seconda guerra mondiale ha prodotto i gas utilizzati nei campi di concentramento per uccidere gli ebrei.
Che cosa fai adesso? Boicotti l'azienda per quello che ha fatto 70 anni fa? Puoi farlo, e avresti anche delle buone ragioni a sostegno della tua azione, ma che colpa hanno quelli che lavorano e gestiscono l'azienda oggi rispetto alle scelte compiute da chi li ha preceduti molti anni fa?
Visto che non riusciamo ad attendere di avere dei dati da poter analizzare prima di sparare sul bersaglio del momento, in molti hanno accusato Italo di aver compiuto una scelta evidentemente razzista, sostenendo una battaglia che è di fatto politica e sociale molto sentita.
In realtà, se solo avessimo avuto il buon senso di attendere e andare più a fondo avremmo scoperto, come riportato poche ore fa sul sito Gay.it (quindi più interessato non c'è n'è!) la stessa azienda stipulò un simile accordo nel 2014 in occasione del Padova Gay Village. L'accordo prevedeva uno sconto del 10% da attivare con il codice PRIDE10.
Meglio aspettare un attimo, prima di sputare fuoco e fiamme su un'azienda rischiando di comprometterla economicamente.
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8 anniItalo va solamente ringraziata per avere rotto il monopolio esistente, tutto a vantaggio degli utenti, oltretutto ora non più "sudditi" di Trenitalia. Come tutte le aziende che vivono del loro fatturato ha semplicemente colto una opportunità.
Digital Communication | Social Media | Corporate Communication | Sustainability |
8 anniIo credo comunque che tantissimi di quelli che hanno minacciato il boicottaggio se ne sarebbero dimenticati dopo breve tempo. La coerenza e la memoria non sono virtù di questi tempi.
Mi prendo Cura delle Utenze della tua Azienda
8 anniAspè..come disse Andy Warhol...in futuro tutti avranno 15 minuti etc etc... E aspè come disse Umberto Eco....Internet dà diritto di parola a legioni imbecilli ...
Tecnico Informatico. Specialista in AS400 (iSeries, IBMi)
8 anniConcordo con te Francesco. Parliamo sempre di contenuti che determinano il successo della comunicazione e il fatto di offrire in un caso o nell’altro offerte legate ad eventi particolari espone sempre a critiche e non può essere gestito con leggerezza. Meglio sarebbe stato, come hai detto, un nome campagna diverso e generico visto che poi dell’offerta usufruisce anche chi non va all’evento. Purtroppo però, per apprezzare i contenuti bisogna entrare e leggere gli articoli e nei social, una grossa parte della gente, reagisce al solo titolo o hashtag senza entrare nel merito e che questo possa determinare problemi di tipo economico è grave. Spesso ricevono più consensi le cosiddette “bufale” che le notizie vere e la gente non si rende conto che taggare una bufala lede alla propria immagine.
Digital Marketing Manager @ CESVI | Digital Fundraising Consultant | Specialized in Engaging Strategies
8 anniGrazie Francesco non ci conosciamo, ma lavoriamo nello stesso settore. una ottima sintesi, condivido il tuo pensiero in toto buon lavoro M