La beffa di Buccari e gli italiani che s'inventarono le incursioni navali
Dopo la disfatta di Caporetto l'incursione temeraria di tre piccole motosiluranti della Regia Marina risollevò il morale dell'Italia intera. Non fu un successo militare, ma il trionfo del coraggio di 29 marinai e un poeta..
"Siamo trenta d’una sorte, e trentuno con la morte”, cantava il Vate degli italiani dopo la Beffa di Buccari. Forse una delle più temerarie azioni della Grande Guerra, che vide famosi “tre gusci”, ovvero tre i motosiluranti Mas, protagonisti dell’incursione navale furtiva che infiammò la baia dalmata e nemica. Una manovra di guerra che rese la Regia Marina pioniera nella storia, e che venne condotta dai Mas 94, 95 e 96, piccoli motoscafi in legno del tipo Orlando, armati di siluri, mitragliatrici e cannoncino. L'obiettivo? La Flotta austro-ungarica riparata nella baia chiusa tra il vallone del Quarnero e all'isola di Veglia che nonostante la sua "prudenza" minacciava di cannoneggiare Venezia.
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