La bellezza (ricerca di Luca Bertucci)
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La bellezza (ricerca di Luca Bertucci)

Che significato ha la bellezza per la nostra esistenza? A cosa serve distinguere la bellezza vera da quella falsa? Come può la bellezza condizionare l’autenticità del nostro destino e la nostra libertà?

«È con l’unicità che ha inizio la possibilità della bellezza. L’essere vivente non è più un automa tra altri automi, né un mero volto in mezzo ad altri volti».

Da ogni volto umano s’irradia una trascendenza preziosa e libera. Ogni essere è trasformato in una presenza che attende di giungere alla pienezza della propria fioritura.

«È da questa realtà che nasce la possibilità di dire “io” e “tu”, che nasce la possibilità del linguaggio e forse addirittura dell’amore».

La bellezza infatti «comporta la presa in carico del dolore del mondo, un’esigenza estrema di dignità, di compassione e di senso della giustizia».

La bellezza ha bisogno della bontà.

il Vero, il Bene e il Bello

propongo  di tenerle unite, di non separarle. Non si tratta di un’ingenuità o di un ritorno al passato. La cosmologia cinese è basata su una concezione unitaria e organica dell’universo, all’interno del quale agiscono forze diverse.

«la bellezza richiede un intreccio, un’interazione, un incontro fra i suoi elementi costitutivi».

«Quando si dice che c’è una bella luce, è perché fa brillare le cose che illumina: un cielo più azzurro, gli alberi più verdi, i fiori più iridescenti, le pareti dorate, i volti più splendenti. La luce è bella solo se trova un luogo in cui incarnarsi». La bellezza è sempre una relazione, non è solo estetica, ma etica e spirituale. L’incanto dell’Essere ci mette in contatto con tutto l’universo.

Non stiamo parlando di un bello apparente, artificiale. La nostra società consumistica sottovaluta, svilisce, distorce il significato della bellezza, degradando ogni cosa a valore di scambio o di conquista, a strumento per produrre inganno, adulazione, dominio. Le meraviglie che sono ridotte alla dimensione dell’avere perdono il loro splendore, si sottraggono al nostro mondo.


Come fare, dunque, per non smarrire la purezza dello sguardo? Possiamo imparare dagli artisti e dai poeti. Anche la filosofia deve lasciarsi ammaestrare dalla poesia. «Bisogna abitare poeticamente la terra».

Abbiamo la responsabilità di favorire la rinascita della bellezza.

«Tutti i discorsi sulla bellezza necessitano di una premessa: occorre tenere distinta la riflessione sull’essenza della bellezza da quella sull’uso che se ne può fare. Perché l’essere umano, dotato di intelligenza e di libertà, è capace di corrompere qualsiasi cosa, specialmente la bellezza.

“Lo stadio supremo della bellezza è la grazia, e con la parola grazia s’intende anche la bontà, cioè  la generosità di un principio di vita che si dona indefinitamente”.

«La bontà si fa garante della qualità della bellezza e la bellezza irradia la bontà, e la rende desiderabile».

«”La trascendenza non si limita all’infinito”; l’infinito non è che uno dei suoi vari attributi. La vera trascendenza è ciò che è capace di elevare e trasfigurare gli esseri, quando questi si trovano in sua presenza. Il fatto che la bellezza si trovi “in mezzo a noi” non deve essere percepito come un compromesso».

«Senza dubbio nella misura in cui la bellezza ci comunica che l’universo non è semplicemente un dono assurdo, ma che si manifesta come un dono glorioso».

«La bellezza da sola non può farlo. 

 “la bellezza è lo splendore del vero”, dunque è necessario che la bellezza sia unita alla verità perché possa avere la possibilità di vincere il male. Detto questo, la bellezza, con il suo potere di creare armonia e comunione, può contribuire alla nostra salvezza».

Fiorella A.

Diploma presso l'Istituto Magistrale Statale Antonio Gramsci

5 anni

Buonasera Luca. Ho letto ora il Suo post. Complimenti. Grazie

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