La Cyber Hygiene: il pilastro della sicurezza informatica per ogni dipendente

La Cyber Hygiene: il pilastro della sicurezza informatica per ogni dipendente

In un mondo in cui le minacce informatiche sono all'ordine del giorno, la sicurezza informatica non è più un “esclusiva” del reparto IT. Ogni singolo dipendente, qualsiasi ruolo abbia, gioca un ruolo fondamentale nel mantenere al sicuro i dati aziendali.

Ecco perché la cyber hygiene (igiene cibernetica, tradotto letteralmente) è diventata un tema fondamentale da affrontare in ogni azienda, ma anche nella vita di tutti i giorni.

Ma che cosa è la Cyber Hygiene?

La Cyber Hygiene è paragonabile all'igiene personale: cosa fai dopo aver sistemato la catena della bici? Ti lavi le mani per evitare di ritrovare dello sporco nel panino che mangerai a cena. Allo stesso modo, in ambito informatico, queste pratiche sono essenziali per proteggere dati e sistemi da accessi non autorizzati, malware, phishing e altre minacce.

Basandoci sull’esempio di prima si potrebbe pensare, è davvero così delicata la nostra sicurezza informatica?

Effettivamente mangiare con le mani sporche non assicura una bella malattia, ma analizziamo la situazione sul fronte digitale:

  • Un solo errore umano, come cliccare su un link di phishing o usare una password debole ( il famoso “1234”), può compromettere l'intera rete aziendale. Secondo diversi studi, la maggior parte degli attacchi informatici sfrutta vulnerabilità causate da errori umani. Ecco perché è essenziale che ogni dipendente (o cittadino) sia consapevole delle buone pratiche di sicurezza informatica.


Ecco alcune “regole d’oro” per una buona Cyber Hygenie:

  1. Gestione delle Password: Le password sono la prima linea di difesa. Assicurarsi che siano complesse, uniche e cambiate regolarmente può davvero fare la differenza sulla protezione dei nostri sistemi. L'uso di un password manager può aiutare a gestirle in modo sicuro e pratico (è una specie di organizzatore, il suo compito è quello di salvare le password che si utilizzano e verificare periodicamente la loro integrità).
  2. Aggiornamenti Software: Avete sicuramente presente l’amico che vi dice “Io sul mio computer utilizzo ancora Windows 8 così va più veloce”. Ecco, non ignorare mai le notifiche di aggiornamento. Le patch e gli aggiornamenti non solo migliorano le funzionalità dei software, ma correggono anche vulnerabilità critiche.
  3. Attenzione al Phishing: Prima di cliccare su un link o aprire un allegato, non devi nemmeno pensarci due volte, ma ben tre. I messaggi di phishing sono sempre più sofisticati e simili a chi si vogliono fingere. Se qualcosa sembra sospetto, prendi gli abiti di Sherlok Holmes e verifica con il mittente (della mail) o il reparto IT.
  4. Utilizzo della VPN: Soprattutto dopo il Covid il lavoro da remoto è diventato molto più frequente, quindi quando si lavora da remoto o si accede a reti Wi-Fi pubbliche, è sempre cosa buona e giusta utilizzare una VPN per criptare la connessione e proteggere i dati aziendali (o personali).
  5. Backup Regolari: Salvare i dati importanti in modo regolare e assicurarsi che i backup siano conservati in un luogo sicuro è un buon asso nella manica riguardo alla sicurezza informatica. In caso di attacco ransomware o di perdita dei dati, i backup possono letteralmente salvare la giornata.

Andiamo un po’ più sul pratico: cosa può fare l’azienda? Le aziende devono investire non solo in tecnologie di sicurezza, ma anche nella formazione continua dei dipendenti: organizzare workshop periodici, simulazioni di phishing e sessioni informative può fare una grande differenza. Un team informato è un team sicuro.

Quindi, concludendo, la cyber hygiene non deve essere un opera singola, ma una responsabilità condivisa. Ogni dipendente, dal CEO all'ultimo arrivato, deve essere consapevole delle minacce e delle buone pratiche per evitarle. Solo così si può costruire un ambiente digitale sicuro e resiliente.

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