La differenza tra sognare e essere concreti (chi fa e chi invece vorrebbe fare)
C'è chi sogna ad occhi chiusi, la notte. Chi ad occhi aperti, durante il giorno. L’orario non importa. Né il luogo. Non stiamo parlando di attività onirica ma di quella cosa che rende una vita degna di questo nome.
Una linea sottile
La differenza tra chi sogna e chi sta percorrendo il proprio sogno è talmente esile da non essere (spesso) percepita.
Non siamo stati programmati per realizzare i nostri sogni.
Mediamente si cerca di rifuggirli perchè troppo impegnativi. Più spesso è un’agente contaminante (istituzioni, famiglia, tessuto sociale) a scoraggiarci.
Possiamo ambirli segretamente. O meglio vivere dei successi altrui. Ma a meno che non si venga da un contesto socio-culturale d’eccezione, la nostra strada è segnata. Scritta da qualcuno (?) che ci consiglia di mantenere un profilo basso.
Poi c’è chi i sogni li percorre giorno per giorno. Un gradino alla volta. Tanto che i suoi innumerevoli sforzi non vengono riconosciuti nel breve termine. Eppure queste persone hanno un’energia diversa. Vivono un esistenza differente.
Sogni o sei desto?
Eri un bambino. Tutti lo siamo stati. E nulla era più sano e ovvio che giocare, fantasticare, interpretare dei ruoli.
Era lecito. Consentito. Dovuto.
Poi sei cresciuto e (forse) ti sei ritrovato in un ruolo che non ti rappresenta. Magari volevi fare l’artista e ora fai il ragioniere. Volevi girare il mondo e ora sei vincolato tra routine e famiglia. Volevi vivere in campagna e ora sei intrappolato in una giungla urbana.
È tempo di smetterla di definirsi in relazione a professione, stato di famiglia, indirizzo di residenza. Siamo più complessi e completi (dei dati riportati sulla nostra carta d’identità).
La resistenza contro l’ambizione del sogno è sempre notevole (in alcuni casi più di altri). Ma nulla è perduto finchè non ci convinciamo del contrario.
Dall’idea alla visualizzazione
Tutto nasce da una scintilla, un’intuizione. Ma soprattutto dall’aspirazione a credere che ciò che coltiviamo intimamente possa avere un’impatto, non solo su di noi.
Un errore frequente è quello di confondere i sogni con le chimere.Un sogno non deve solo cambiare la nostra di vita, ma la sua realizzazione deve anche avere una collisione con la realtà circostante (dalle persone che abbiamo intorno, fino a un impatto sociale consistente, per i più ambiziosi).Che il tuo sogno sia la concretizzazione di una startup, la scrittura di un libro, la pubblicazione di un disco o quant’altro, identifica sempre il tuo messaggio e rendilo attore protagonista.
Parole, parole, parole
Da buon sognatore e praticante di sogni, credo la cosa più odiosa sia quella di sentirsi dire:
“… bravo fai bene a coltivare i tuoi sogni, chissà un giorno…”
È proprio questo l’errore più frequente trasmessoci dalla cultura popolare. Credere che il sogno sia un desiderio che si avveri per caso o per incontri fortuiti (aka raccomandazioni).
No. Il sogno si vive giorno per giorno.Con una visione a lungo termine, ma con una costante ricerca e pratica giornaliera dei suoi obiettivi.
Detto questo l’essenza del sogno perde importanza e assume un nuovo significato.
Il sogno non è un’illusione. È la tua attività quotidiana, non quello che vorresti fare, bensì ciò che fai.
Se prendi questo assunto per vero è probabile le tue giornate, da domani, assumano un nuovo significato. Provare per credere.
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Originally published at giulianodipaolo.com
Recruiter HR Consulenza HR business oriented | HR PR
8 anniConcordo :-) L’esperienza di < vivere i propri sogni nella realtà > è assai più gratificante e..ricca di sorprese. Scegliere di ‘’crederci ‘’(davvero) ed ‘’allinearsi’’ secondo la propria vision significa attivarsi - ogni giorno - per concretizzarli [anche questo stimola positivamente] :-) ..potenzialmente potrebbero tutti, ma di fatto.. è la fortuna di pochi..