La digital life: un nuovo diritto di cittadinanza?
Vania Zadro, Responsabile didattica La Fabbrica, durante il convegno Censis-WindTre alla Camera dei Deputati

La digital life: un nuovo diritto di cittadinanza?

In un Paese dove 9 italiani maggiorenni su 10 dispongono di una connessione a Internet, le esperienze concrete e attive di digital life diventano un diritto di tutti, ineludibile.

È infatti forte la convinzione che la qualità della vita dipenderà sempre di più dalla qualità della connessione a Internet, dei device e dalle competenze digitali dei cittadini. Essere esclusi dai servizi digitali, che permeano ogni ambito della nostra quotidianità, significa ormai essere estromessi dalla partecipazione alla vita pubblica e sociale, dal nuovo welfare, ampliando così le disuguaglianze e le fratture sociali.

Da queste premesse, si sviluppa il secondo rapporto Censis-WindTre “Vivere e valutare la digital life” sul valore della connettività in Italia, presentato il 9 giugno 2022 nel corso di un convegno tenutosi alla Camera dei Deputati.

Aperto da Roberto Basso, Direttore Relazioni Esterne e Sostenibilità di WindTre, e moderato da Giorgio De Rita, Segretario Generale del Censis, il convegno ha dato voce a diversi rappresentanti delle istituzioni e degli stakeholder, tra cui il mondo della scuola rappresentato da Vania Zadro, Responsabile didattica de La Fabbrica.

“L’accesso a Internet è sempre più precoce” - spiega Basso – “e aiutare le categorie più fragili, come ad esempio i minori, ad affrontare con consapevolezza il mondo digitale è ormai un dovere di tutti”.

I dati restituititi dal Rapporto Censis-WindTre e commentati da De Rita, attestano un uso diffuso di Internet sia in ambito individuale sia professionale. Eppure, mentre più della metà degli intervistati riconosce e teme i rischi (si parla addirittura di “cyber-paura”, in aumento nell’ultimo anno), al secondo posto e solo per un terzo degli intervistati lasciare i bambini liberi di navigare in Rete è considerato rischioso. Ecco perché, risulta strategico educare tutta la popolazione, in particolare famiglie, bambini e docenti, ai temi della cybersecurity, promuovendo i concetti di protezione della privacy e dell’identità digitale, di consapevolezza e di benessere digitale.

“Se il digitale è percepito come nuovo diritto di cittadinanza, è chiaro come la stessa Costituzione nell'articolo 3 ponga nelle istituzioni pubbliche la responsabilità di rimuovere gli ostacoli che limitano la partecipazione alla vita in Rete, oggi percepita come forma di libertà e di uguaglianza, consentendo l’effettiva e piena partecipazione alla vita politica, economica e sociale”, aggiunge Francesco Verducci, Senatore e membro della Commissione Straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza.

Vivere con consapevolezza la vita digitale significa aver maturato un bagaglio di competenze specifiche - come logiche computazionali e di problem solving, capacità di protezione della propria e dell’altrui identità digitale, ma anche, e soprattutto, di competenze trasversali - quali senso di responsabilità, consapevolezza socio-culturale, empatia, spirito d’iniziativa, che consentono di percepire il digitale come un vero e proprio linguaggio portatore di significativi cambiamenti sociali ed economici.

Tutto ciò introduce alla necessità di una visione culturale collegata al tema dell’alfabetizzazione digitale, che si connette alla formazione della persona e del cittadino.

Ecco perché iniziative di Digital e Media Education a partire dalla scuola assumono particolare rilievo. “La scuola è il presidio elettivo nel quale si fanno esperienze culturali e si maturano competenze”, sottolinea Vania Zadro de La Fabbrica. “Si può iniziare fin da piccoli con azioni condivise scuola-famiglia, partendo dalle esperienze quotidiane dei bambini, per accompagnarli alla conquista di concetti e competenze più ampie, per educare a riconosce le insidie della Rete, senza rinunciare alle ricche e significative opportunità che la connettività offre. Non si tratta più di dare divieti né di fornire decaloghi, ma di far percepire il bisogno di individuare e darsi delle regole di comportamento a tutela della propria e dell’altrui sicurezza. Il tema è complesso, ma diventa accessibile anche per i bambini (e per tutte le categorie fragili della società) se si intercettano i loro linguaggi, si riconoscono le loro aspettative, si attuano strategie didattiche adeguate”.

Nel 2021/2022, WindTre, in collaborazione con La Fabbrica, ha proposto per il quarto anno scolastico consecutivo, il progetto didattico NeoConnessi. Rivolto alle scuole primarie di tutta Italia, educa alla consapevolezza in Rete e contribuisce a diffondere il benessere digitale. Attraverso un approccio crossmediale, accompagna bambini, docenti, genitori e nonni, a coniugare esperienze “reali” e “digitali”, abbattendo i confini e lasciando che questi due ambiti della vita si arricchiscano reciprocamente.

Più di 7.000 scuole e 350.000 alunni tra gennaio e giugno 2022 hanno partecipato a questa iniziativa, che ha formato più di 3.000 docenti all’uso del digitale in classe.

“NeoConnessi risponde alle esigenze della società, portando a scuola competenze esperte dal mondo aziendale a contributo dell’azione formativa. In un quadro di comunità educante, la scuola non può e non deve essere lasciata da sola, perché il benessere digitale è responsabilità di tutti”, conclude Zadro.

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