La domenica del[le] corriere.
Anch'io guido un mezzo di lusso.
Mi ricordo ancora quella mattina all'alba di diversi anni fa quando sulla linea 16 rallentai per effettuare la fermata e incrociai lo sguardo interrogativo della mia prima passeggera. Rimasi in tensione per i primi secondi in cui saliva sul bus, in attesa di una sua domanda, ma nulla mi passò a fianco e si andò a sedere. Proseguii e lo stesso sguardo lo vidi anche su altri passeggeri. Al capolinea scesi dal bus, guardai se magari avessi sbagliato a mettere le indicazioni di destinazione, o il numero della linea, ma nulla era tutto esatto. Poi finalmente al secondo giro, in via Gandino, ecco salire un signore con i capelli bianchi, elegante con una mazzetta di giornali sottobraccio che dandomi il buongiorno aggiunse: -" Beh stamattina la Mercedes dove l'abbiamo messa?"- Guardai stranito mentre andava a sedersi e immediata fu la risposta di un'altra passeggera: -" Eh avvocato stamattina va così....abbiamo la macchina di riserva!"- Tutto mi era diventato chiaro. Di solito sul 16 c'era in servizio un Cito, il piccolo autobus della Mercedes. Un bus comodo, dal cambio morbido, piacevole alla guida, ma evidentemente non solo. Da lì imparai che anche i passeggeri sono attenti al tipo di "macchina" su cui salgono.
Sono passati ormai più di 10 anni da allora e mi è tornato in mente quell'episodio leggendo un intervista della Presidente Gualtieri rilasciata alla rubrica Green&Blue di Repubblica. E' indubbio che chi crede nella sostenibilità e nel rispetto dell'ambiente trovi nelle aziende di trasporto pubblico delle complici. Complici che stanno lavorando per un cambio di paradigma che vuole lo sviluppo e l'evoluzione delle nostre vite sempre più "green". Salire su autobus di ultima generazione è davvero come salire su un auto di lusso. Sia come tecnologia, sia come confort. Dagli autobus elettrici, che silenziosi, quasi fluidi attraversano le strade del centro cittadino lasciando un fruscio al loro passaggio, agli autobus extraurbani a metano liquido capaci di percorrere molti chilometri tra le colline dal verde sgargiante in questo anticipo di primavera o nelle strade di pianura circondate da alberi da frutto in fiore. E tutto questo nel massimo rispetto dell'ambiante che la tecnologia oggi ci può offrire. Usare il mezzo pubblico sta diventando sempre più una questione di stile di vita, di visione del futuro sotto una nuova ottica.
Il futuro, una bella sfida. Lo dicono un po' tutti i professionisti che sono chiamati a dirci come cambieranno le città dopo questo periodo di pandemia. Sarà il momento dei designer. Si dovranno ripensare gli spazi, le logiche di costruzione di un modo di vivere che stava per certi versi già cambiando. E non sarà da meno il mondo dei costruttori d'autobus. Mercedes, Volvo, Setra, Man e tutti gli altri saranno chiamati a disegnare "oggetti" belli oltreché tecnologici e rispettosi dell'ambiente. I mezzi pubblici diventeranno una caratteristica del profilo di una città, un po' come avviene a Londra con i suoi autobus rossi a due piani. Una città che per almeno un 50% è identificata orgogliosamente dai suoi mezzi. Trasparenza. Ecco, potendo fantasticare sul futuro, credo che gli autobus saranno trasparenti. Rifletteranno la città, saranno totalmente inseriti nel tessuto metropolitano in un modo poco impattante , naturale, risultando quasi invisibili. Questi valori verranno condivisi coerentemente con i propri dipendenti e collaboratori. Utopia? Non credo. C'è molto da lavorare quello sì, ma credo sia per tutti noi stimolante. Riempire di contenuti le attese alle fermate, rendere il viaggio sull'autobus un esperienza. Quelle 4 E del marketing moderno devono salire sui bus. Experience- l'esperienza del viaggio, deve dare un emozione. Come scrive Paolo Iabichino in Scripta Volant "L'emozione vince sulla ragione e sulla funzionalità. I sensi del consumatore diventano il nuovo territorio. Exchange - non più come rapporto tra il costo del biglietto e il servizio offerto, ma come scambio di valore tra il consumatore e l'azienda che eroga il servizio. Una sorta di patto di fedeltà e attenzione reciproche. Eveyrplace - oggi la digitalizzazione e le modalità di acquisto per un servizio sono cambiate, alla fisicità si oppone la dematerializzazione. Piattaforme social e sito aziendale per essere in connessione quasi diretta con il cliente. Co-creazione sembra essere la parola d'ordine. Evangelism - il coinvolgimento dei consumatori è diventato essenziale, dev'essere colui che utilizza il servizio a dover parlare bene del servizio e quindi del brand. Alla fine di un viaggio non solo si dev'essere giunti alla meta, ma ci si deve sentire migliori. Ho rispettato l'ambiente ed ho provato emozioni. Proprio come l'autista a fine turno. Ed io a tutto questo credo.