La donna dimenticata di Donizetti
La storia della musica ci consegna molte appassionanti storie d'amore, di drammi, di follia, ma anche di furbizie o di passioni. Seguendo i costumi dell'epoca il ruolo femminile è costretto ad adeguarsi spesso a situazioni scomode - per es. viene promessa sposa e deve proseguire col matrimonio malgrado ami qualcun altro. La donna però spesso riesce a capovolgere le situazioni a fin di bene con accorgimenti e astuzie.
Donizetti è un abilissimo maestro nel mettere in scena molti di questi caratteri, i cambiamenti di umore, la furbizia (Adina, Norina), ma anche la follia (Lucia di Lammermoor - la più celebre pazza della storia della musica lirica), o altre soluzioni musicali per le tante innamorate che non possono sposare l'amato.
Ma c'è il ruolo curioso di Betly - donna dimenticata, perché l'opera non è quasi mai eseguita - in cui la giovane donna è indipendente e non vuole sposarsi, malgrado il pretendente che le è più caro le abbia addirittura già lasciato tutto in eredità. La protagonista canta le sue note di libertà sul motivo tipico dello Jodel svizzero, ed esprime la sua gioia con una melodia danzante. Ne esce un ruolo femminile molto 'pulito', dove l'immancabile lieto fine (tipico delle opere buffe) giungerà con l'aiuto dell'astuto fratello Max, e in Betly sboccerà un amore sincero. Una vera rarità nell'opera.
L'indomabile Betly si profila come* la prima femminista dell'Appenzello - la storia è ambientata nel 1799. Per Donizetti l'intuizione dell'indipendenza della donna in questo piccolo Cantone svizzero non poteva essere più sbagliata... in Appenzello infatti il voto alla donna venne concesso nel 1989/90!