La gestione dei conflitti nel passaggio generazionale.
Nella mia carriera come consulente ho affiancato molte aziende (e famiglie) nel momento del passaggio generazionale. Come in tutti i periodi di grande cambiamento, capita che attriti in apparenza di poco conto sfocino in conflitti. In questo caso occuparsi di gestirli e risolverli diventa ancora più importante, perché in ballo non c’è solo il benessere dell’azienda, ma anche l’equilibrio familiare da tutelare.
Molti dei conflitti nascono dal fatto che l’imprenditore, il padre, fatica a delegare e a lasciare spazio ai figli, creando così un circolo vizioso: per i figli sarà difficile assumersi delle responsabilità e prendere decisioni senza ricorrere a una supervisione costante.
È frequente che questi conflitti escano dalla cerchia familiare e vadano a inficiare il gruppo di lavoro: per il cambio di approccio, per la la paura del cambiamento, ma anche per eventuali meriti non riconosciuti o incertezze sul futuro.
Questo è il motivo principale per cui è fondamentale organizzare il passaggio generazionale con largo anticipo. È un percorso lento e graduale, che mira a consegnare le redini ai figli poco alla volta, lasciando che il padre indichi la strada, ma anche che chi subentra acquisisca sicurezza come professionista e autorevolezza come leader.
A prescindere dal fatto che i conflitti in azienda siano generati dal passaggio generazionale o meno, è sempre importante affrontarli e gestirli. Le tensioni tra collaboratori oltre che abbattere l’umore, influenzano negativamente la produttività.
Il primo passo per superare un conflitto è aprire un dialogo. Entrambe le parti devono essere disposte a mettersi in discussione: l’obiettivo non è arrivare a un vincitore, ma trovare una mediazione, un punto d’incontro, partendo da un confronto onesto, calmo e diretto. Tutti i problemi devono essere messi sul piatto, se si finge che non esistano o si lasciano da parte nella speranza che possano sparire, rischieranno di diventare più gravi e quindi più difficili da risolvere.
Cercare una soluzione condivisa è il secondo passo, meglio se è concreta. Questo è anche il momento di valutare cosa ha portato al conflitto e prendere in considerazione l’eventualità che una situazione simile possa ripresentarsi. Chiediamoci se può essere prevenuta e come. Spesso la soluzione è molto più semplice di quello che ci aspettiamo.
Tiziana Recchia