La guerra dei "Like" delle PMI Italiane
Creare delle strategie di Digital Marketing che abbiano l'obiettivo di portare il maggior numero di "Mi Piace" su una pagina Facebook o un profilo Instagram è la richiesta che viene mossa da molte delle PMI del contesto italiano ai consulenti del settore.
In molti vi è, infatti, la credenza che avere una grande quantità di seguaci sui propri canali ufficiali di comunicazione digitale rappresenti il successo della comunicazione della stessa impresa.
Mai errore può essere più fatale!
Una base fan è niente senza l'analisi di altre due metriche fondamentali: l'interazione e la conversione. E' strategicamente controproducente avere pagine con grandi basi di follower e contenuti/post che hanno pochissime interazioni, anche perché, all'atto pratico, sono i post il vero legame con il nostro potenziale cliente. Una piattaforma come Instagram sta già testando la strada di rendere il suo social pulito da tutti quei profili che hanno costruito delle basi follower alte senza una reale strategia di comunicazione alle spalle.
Le interazioni o le reaction ad un nostro post rappresentano un "giudizio" da parte dell'utente web raggiunto della bontà o meno del servizio e sono il primo legame per avviare delle possibili conversioni future (acquisizione di lead o acquisto completato).
Dunque è importante, in fase di strutturazione di una strategia di marketing, cercare quella strada che garantisca degli adeguati livelli di engangement rate e di conversion rate che permettano di arrivare a delle conversazioni sempre più face-to-face con i prospect digitali, fino ad ottenere dei clienti fidelizzati. Se si riesce in questo intento, sarà allora più facile avere dei "Seguaci" delle nostre pagine attivi e performanti. Quindi, dei risultati di business.
Se vuoi sapere di più su come creare delle strategie di marketing coerenti con il tuo business, non esitare a contattarmi.
Founder e brand designer Banana Splint ➤ Progetto il tuo brand dalla D alla S (sì, faccio loghi 😉) ➤ Mi occupo di brand e personal brand su LinkedIn ➤ ho creato Be (ex Furbes) ➤ <1,5K contatti, ma conto di scendere
5 anniLa guerra dei like avrà vincitori e vinti. Tra i vinti, quelli che "ho comprato 5000 like in India e ho speso pochissimo", concetto da cui derivano molti altri sbagli, da te citati. Il cliente va guidato, istruito anche ove possibile affinché comprenda il lavoro dietro una strategia che punti all'engagement, al creare conversazioni.
Consulente Finanziario | Appassionato di Digital Marketing.
5 anniNulla da eccepire Andrea. Questo tuo articolo mi fa pensare al post di ieri di Veronica Gentili sulla sua pagina Facebook che cito testualmente: "Ricordiamoci che alla fine del mese le bollette non si possono pagare con un carrellino di like" 😃
Marketing Manager presso Ablio Srl
5 annilike o non like i social ci sono. Sono utilizzati e quindi, se un'azienda è presente, deve utilizzare il canale a suo profitto. E' poi quanto pubblicato che genera i like: ergo, prima regola, strategia su quanto su pubblica (leve speculative, opportunità, valutazioni ed ipotesi di reazione); successivamente analisi e segmentazione dei leads con attivazione delle azioni precedentemente programmate. La guerra dei like è come una tempesta in un bicchier d'acqua: le aziende vogliono risultati e le aziende sono composte da persone, che vanno stimolate e guidate in un percorso che si autoalimenta dei risultati. Beh, detto così è tutto semplice me ne rendo conto, ma la strada maestra è questa. Con tutte le declinazioni e le specificità di ogni azienda, strategia e segmentazione di mercato. Buon lavoro a tutti
Bando CONneSSi 2025 PMI in provincia di Milano e Monza Brianza-EXIM Manager Senior certificato secondo la norma UNI 11823:2021
5 annipenso che i like da soli non fanno vendere nulla se non hai: prodotto o servizio, attenzione al cliente e comunichi contenuti.
Co-Founder di Markappa e Zeta Jobs Academy | Professore a contratto di Economia e Gestione delle Imprese | Presidente AIESEC Alumni Italia | Marketing | Formazione | Blockchain
5 anniComplimenti Andrea Sergiacomo, un’attenta analisi su un tema “caldo”. Gaetano Bonfissuto cosa ne pensi?