La lotta contro Il Covid-19 e l’arte della guerra
In questo periodo emergenziale particolarmente delicato diversi sono stati i paragoni e le metafore che molti studiosi hanno fatto con riferimento alla guerra ed in effetti non possiamo negare che le conseguenze di questa epidemia in termini di vite umane, danni economici e ricadute psicologiche la rendono paragonabile ad un vero conflitto contro un nemico invisibile, ma enormemente pericoloso perché subdolo e molto contagioso.
A questo punto ho pensato di fare ricorso a quello che può essere considerato uno dei più grandi manuale in materia di conflitto e lotta che è “l’arte della guerra” di Sun Tzu. Questo straordinario scritto è da considerare un’opera unica e preziosa dell’antica filosofia cinese (patria che, guarda caso, è stata l’origine dell’epidemia ed a quanto pare ha combattuto in modo efficace la sua guerra) ed ha avuto un illustre seguito nell’opera “Metodi Militari” di Sun Pin dove vengono commentati ed arricchiti i concetti del suo celebre predecessore.
Vediamo adesso di capire come queste opere possono essere utili nel definire una giusta strategia nei confronti di un nemico così insidioso.
1. Prima indicazione molto utile dell’opera di Sun Tzu è la necessità di prepararsi al conflitto in maniera rigorosa, di valutare con grande cura il potenziale sviluppo di ogni azione intrapresa e di effettuare, quindi, un’accurata autoananalisi che rimane, però, uno strumento inefficace poiché solo un’esaustiva, dettagliata conoscenza del nemico sarà in grado di rivelare l’intera gamma delle possibilità. In sostanza Sun Tzu suggerisce di assumere un atteggiamento caratterizzato da un consapevole determinismo piuttosto che affidarsi all’intuizione. Perciò sostiene che è possibile sopravvivere e vincere solo se guidati dalla saggezza che nasce dall’approfondita conoscenza dei fatti (“Conoscete il nemico e voi stessi e la vittoria non sarà in pericolo. Se conoscete il Cielo e la Terra, la vostra vittoria sarà completa”)
Nel nostro caso specifico, in effetti, siamo partiti male per la scarsa conoscenza del virus che quindi ci ha trovato completamente impreparati, avremmo dovuto fare tesoro dell’esperienza cinese, ma questo è accaduto in un secondo momento adottando quella che per adesso rappresenta la strategia più efficace e cioè l’isolamento e le distanze sociali. Solo adesso stiamo sfruttando l’insegnamento del filosofo cinese, attraverso l’analisi accurata dei dati, grazie anche alle nuove tecnologie, che ovviamente ci sta portando ad una migliore conoscenza delle caratteristiche del virus.
2. Altro insegnamento di Sun Tzu molto pertinente nel nostro caso è che una guerra prolungata non solo è dannosa per lo stato ma potrebbe persino condannarlo alla sconfitta da parte di altre potenze non coinvolte direttamente nel conflitto.
L’attualità di quanto teorizzato dal filosofo cinese la si riscontra nel nostro caso innanzitutto per le pesanti conseguenze economiche che sta affrontando l’Italia per aver fermato l’attività produttiva ormai da due mesi, ma più sottilmente in ambito europeo bisogna ammettere che se l’Italia dovesse indebolirsi troppo perderebbe sicuramente in termini di prestigio ed influenza, valori per la verità già carenti, cedendo il passo anche a nazioni come l’Olanda che sicuramente non possono definirsi potenze economiche. Inoltre Sun Tzu ricorda che, durante un conflitto, gli uomini devono essere stimolati per ottenere il massimo impegno ed il massimo sforzo in una lotta difficile. E’ quanto sta accadendo attualmente specialmente sul fronte del personale medico ed infermieristico davvero impegnato allo stremo con rischi non indifferenti.
3. Sun Tzu approfondisce nei suoi scritti il concetto fondamentale che impone di combattere solo quando ci si può assicurare la vittoria e perciò consiglia di assumere una posizione fortemente difendibile se il successo non può essere conseguito in campo aperto. Sebbene dubbio e trepidazione possono distruggere il morale di un esercito, vanità e ingiustificata fiducia in se stesso potranno ugualmente condannarlo alla disfatta.
In effetti è quello che sta accadendo adesso dove l’impossibilità di combattere efficacemente il virus con medicinali mirati o vaccini specifici ci impone il distanziamento sociale e la permanenza in casa, unica difesa, al momento, davvero efficace.
4. Il riconoscimento accordato alla topografia come elemento fondamentale nelle tattiche militari, la classificazione dei vari tipi di terreno e la correlazione dei fondamentali principi tattici con particolari terreni sono argomenti cari a Sun Tzu, ma anche ad altri strateghi cinesi. Difatti anche un sommario esame delle battaglie dei tempi antichi ci dimostra come i comandanti più abili avessero già sviluppato tattiche di guerra legate alle variazioni del terreno ben prima che Sun Tzu apparisse sul palcoscenico della storia. Il terreno viene identificato da Sun Tzu come uno degli elementi critici della guerra. Secondo la definizione contenuta nell’Arte della Guerra “la Terra comprende il terreno lontano e quello vicino, quello difficile e quello facile, quello ampio o quello angusto, quello pericoloso e quello difendibile”. Perciò Sun Tzu ritiene che un efficace criterio di valutazione delle probabilità di vittoria in ogni tipo di scontro deve basarsi su questa domanda. “Chi si è assicurato i vantaggi della Terra?”.
Anche con riferimento a questi principi strategici possiamo trovare delle analogie nell’attuale lotta contro il Covid-19 poiché, come è noto, dobbiamo evitare che il virus trovi un terreno fertile che gli consenta di diffondersi, sanificando gli ambienti, lavandoci spesso le mani ed inoltre, in una prospettiva più ampia, probabilmente con il caldo e con il clima estivo il virus perderà la propria forza originaria in quanto è nel freddo che trova un terreno più congeniale per la diffusione.
5. Sun Tzu evidenzia come sia importante in un conflitto la capacità strategica dell’esercito e le basi per sviluppare con successo qualsiasi strategia risiedono unicamente nell’efficace controllo e comando delle truppe che, ricordiamo, nell’antica Cina erano dotate di un’organizzazione gerarchica rigidamente imposta. Ma come noto fuori dall’ambito militare, oggi alle strutture impostate su una severa gerarchia si preferiscono organismi caratterizzati dalla responsabilità diffusa, dalla frammentazione degli incarichi, da piccoli gruppi di lavoro finalizzati a obiettivi speciali e autonomie locali.
Anche in questo caso possiamo trovare importanti analogie con quello che sta accadendo attualmente nel nostro paese, dove sebbene la decisione di un’efficace strategia va presa dal governo centrale con il supporto di comitati di esperti, task force, team, ecc., abbiamo spesso altri centri di potere locale che possono prendere anche decisioni difformi in quanto competenti in determinati settori. Si pensi, ad esempio, alle Regioni che non sono d’accordo nemmeno sulla strategia da adottare in una seconda fase tra pochissime riaperture e sostanziale lockdown, riaperture a singhiozzo oppure rapido ritorno alla normalità. Anche in Europa e nel mondo la situazione non è migliore, poiché è mancata una strategia unica di difesa contro il virus e continua ancora a mancare anche per quanto riguarda una graduale ripresa. Ovviamente questo scollamento ci indebolisce in modo considerevole nella lotta contro il virus e può creare inevitabilmente altri focolai con un rapido ritorno ad una grave situazione emergenziale.
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4 anniComplimenti Michele un'ottima disamina