La Mindfulness per i disturbi d’ansia
La mindfulness si propone come una tecnica di meditazione consapevole che aiuta chi la pratica a riprendere il controllo e ad avere piena coscienza dei propri sentimenti e delle proprie emozioni, includendo anche quelle negative che solitamente si cerca di ignorare e rimuovere.
Ecco che la Mindfulness diventa anche un accettare tutte le emozioni e gli stati d’animo, positivi e negativi, entrando in stretta connessione con questi. Significa quindi osservare le emozioni negative con piena attenzione e sospendendo ogni forma di giudizio, percepirle e lasciarle esistere senza opporvi resistenze, concentrarsi esclusivamente su ciò che accade dentro di noi.
E soltanto accettando la presenza di ciò che è negativo, dell’ansia in questo caso specifico, soltanto osservandole con attenzione e accettazione degli stessi, è possibile riuscire ad affrontarli nel modo giusto.
La mindfulness quindi aiuta a ridurre l’ansia. Secondo diverse ricerche (si leggano, ad esempio, gli studi del dottor Fadel Zeidan e colleghi del Wake Forest Baptist Medical Center) la mindfulness risulterebbe anche più efficace degli ansiolitici.
Attraverso l’attento lavoro di analisi in pazienti con disturbi d’ansia è emerso, attraverso tecniche di scansione del cervello, che quando i pazienti praticavano la meditazione Mindfulness vi era un’attivazione della corteccia cingolata anteriore e la corteccia prefrontale ventromediale, ossia le aree del cervello coinvolte nelle funzioni di livello esecutivo. Inoltre, durante la meditazione si è osservata una maggiore attività nella corteccia prefrontale ventromediale, l’area del cervello che controlla la preoccupazione. Quindi in seguito all’aumento dell’attività nell’area che governa pensiero ed emozione (la corteccia cingolata anteriore) l’ansia diminuiva.
Infine, rispetto ai medicinali, chiaramente la meditazione è priva dei loro tipici effetti collaterali.
Ecco che quindi la pratica costante della meditazione Mindfulness riduce i sintomi sia di natura fisica che psichica anche a lungo termine e riesce a modificare in maniera sostanziale il proprio atteggiamento nei confronti della vita proprio attraverso un approccio positivo costituito da una migliore percezione di sé e degli altri. Il tutto attraverso il lavoro di attenta consapevolezza al presente, alla focalizzazione nel qui ed ora.
Riferimenti bibliografici:
La meditazione meglio di un ansiolitico, La Stampa, 06/06/2013.
Didonna, F. e Pinto, A. (2006), EMDR e Mindfulness: un ponte terapeutico tra passato e presente.
Gunaratana, H., La pratica della consapevolezza, Ubaldini Editore, Roma.
Bonecchi, A. (1991) (a cura di) Psicoterapia e meditazione, Mondadori, Milano.