La Natura della Coscienza e della Consapevolezza tra robot intelligenti ed esseri viventi
Chi al mondo potrebbe meglio interpretare di Federico Faggin il motto di Campus Party, Feel The Future - Sentire il Futuro?
Un ragazzino che, nato a Vicenza alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, nutre un’immensa passione per l’aeromodellistica, e che tra gli 11 e i 14 anni riesce persino a fare volare un aeroplanino che si era completamente costruito con le sue mani; che, determinatissimo sin da ragazzino, riesce a imporre persino a suo padre (Giuseppe Faggin, all’epoca uno degli autori pesi massimi della storia della filosofia in Italia) la sua ferma volontà di iscriversi all’istituto tecnico per meglio nutrire la conoscenza del “saper fare”, piuttosto che del solo “sapere” in uno dei tanti blasonati licei italiani; che lavora per Olivetti sin da teenager, e dove già a 19 anni costruisce il 60% di un computer che poi si realizzerà nel P101; che si iscrive in Fisica all’università di Padova dove, contro ogni pronostico negativo del padre, si laurea summa cum laude persino un semestre prima del tempo; che alla Fairchild Italia (oggi STMicro) negli anni ’60 mette a sistema il primo MOS Silicon Gate Technology, grazie a cui andrà a Palo Alto dalla consorella americana, Fairchild USA; che all’alba degli anni ’70 disegna alla Intel, che nel frattempo ha adottato l’SGT, la prima serie di microchip commerciali al mondo (4004, 4040, 8008, 8080): praticamente il cuore del computer moderno e dei “device” che oggi ognuno di noi tiene tra le mani, dando così origine a quella che oggi il volgo conosce come Silicon Valley (nota per i gazzettieri: prima nasce la poesia, poi seguono i manuali e le guide con le rispettive definizioni anche giornalistiche); che a metà anni ’70 fonda ante litteram la sua prima “start up”, Zilog, il cui microprocessore Z80 risulta ancora oggi tra i 10 migliori performer più venduti di sempre; che fatta l’exit dalla Zilog (ancora oggi l’attuale tabù italiano di vendere la propria azienda quando matura), comincia a fondare e rivendere una serie di altre aziende (serial entrepreneurship), attraverso cui spinge avanti la sua ricerca in “open innovation”, 25 anni prima che il termine entrasse nei manuali degli storici a Berkeley: dalla Cygnet (telefonia mobile) alla Foveon (acquisita in seguito da Sigma), passando a metà anni ’80 per la Synaptics, dove realizza per la prima volta al mondo la tecnologia del touch pad (evoluzione del classico mouse) e così a seguire anche il primo touchscreen, con cui l’umanità si è sostanzialmente trasformata in una sorta di esercito di scimmie digitanti 2.0.
Oggi Synaptics - che non volle cedere l'esclusiva all'unico visionario, Steve Jobs, che ne aveva capito la "disruption" da poter meglio veicolare con i prodotti Apple, mentre i titani della telefonia dell'epoca, Nokia e Motorola, avevano ignorato Faggin - fornisce 2/3 del mercato mondiale.
Faggin indiscutibilmente ha creato il cuore e la pelle del computer, motivo per cui appare come unico fellow italiano della hall of fame del Computer History Museum di Mountain View, e che nel 2009-2010 riceve la National Medal of Technology and Innovation dal presidente degli Stati Uniti d’America, Barack H. Obama.
E’ alla Synaptics che, spinto anche dalla seconda ondata della voga per l'Artificial Intelligence, avviene la sua folgorazione per la ricerca della “natura della coscienza e della consapevolezza”, quando lavorando ai primi circuiti neurali, realizza “l’incoscienza di poter creare un computer cosciente e consapevole.” Mentre il main stream trita e ritrita la retorica dell’intelligenza artificiale tutti i giorni, creando una confusione babelica, Federico Faggin illumina il cammino dell’umanità, ricordandoci che “dentro un computer c’è solo buio, mentre dentro ogni essere vivente c’è luce.” E da Campus Party Italia incoraggia i talenti italiani a non arrendersi alla tecnologia, piuttosto a riscriverla, rompendo le regole e gli schemi per l’uomo, considerando la sua specialità più preziosa e che nessuna macchina saprà mai riprodurre: i sentimenti e l’amore.
“Non fatevi ridurre a robot, continuate a sperimentare con i vostri sentimenti e le vostre sensazioni.”
http://bit.ly/2uqGy6c
Fantastico! Intervento molto interessante. Personaggio unico.