La nave dei folli
Ci sono opere che lasciano il segno, piacciono ma quanto riusciamo a coglierne il senso? Un tempo le immagini avevano un peso diverso: oggi siamo mitragliati visivamente, storditi e sopraffatti; i messaggi che attraverso esse vengono veicolati spesso ci sfuggono eppure hanno il potere di influire in modo radicale sulle nostre scelte, condizionando le nostre abitudini. "Nave dei folli " bellissima ed enigmatica opera è stata realizza nel 1494 circa, è conservata al Museo del Louvre, ispirata dal poema satirico La nave dei folli (Das Narrenschiff), dell'umanista Sebastian Brandt. Nel poema un gruppo di pazzi si imbarca su una nave per Narragonien, la terra promessa dei matti, prima del naufragio, arrivano a Schlaraffenland, la terra della cuccagna. Nel dipinto i pazzi sono stipati su una nave, per nocchiere mette un suonatore di cornamusa e come albero della barca utilizza quello della cuccagna. In quest'opera allegorica Brant, come Bosch, sferza con implacabile vigore i vizi e le debolezze umane espresse dalla sua epoca. La storia è ricca di spunti, coglierne i sottintesi rende il passato meno passato e il presente come esperienza già vissuta. Di seguito alcuni versi tratti dal poema di Sebastian Brandt:
Dei libri inutili Di stolti e pazzi la ridda precedo ché molti libri attorno a me pur vedo che io non leggo e in cui neppure credo. Se io per primo sulla nave siedo, non è senza ragione, lo concedo: con i libri da sempre ho un gran daffare e molti ne ho saputo accumulare. Spesso neppure un'acca ne comprendo, eppure grande onore loro rendo: di cacciarne le tarme mi accontento. Se di scienza si fa ragionamento, "a casa tutto questo tengo" esclamo, che d'aver libri attorno, altro non bramo. Di Tolomeo il gran re si sente dire che di libri ne avesse a non finire da ogni parte del mondo radunati a guisa di tesori venerati. Ma molti stavano solo ad occupare spazio, senza al grande re nulla insegnare. Al pari di lui, io ne possiedo molti, ma ben di rado ne ho consigli colti. Forse che dovrei rompermi la testa per farne di nozioni una gran cesta? Chi troppo studia, si riduce scemo! È come un gran signor, certo non temo di pagare chi impari al posto mio! Sono tardo di mente, è questo il fio: ma quando siedo col sapiente e il dotto, ho pronto 'ita!' e qualche altro motto che possa voler dire "sono d'accordo". Che qui siamo tedeschi, ben ricordo. Ne mastico assai poco, di latino. So che 'vinum' vuol dire proprio vino, che 'gucklus' vuol dire semplicione e 'stultus' chi ne ha poca, di ragione, e che "domine doctor!" son chiamato, e da tutti, e dovunque, rispettato. Sulla testa il berretto uso calzare, dell'asino le orecchie per celare.