La nuova era degli approcci transdisciplinari
Tipi di relazione tra discipline diverse

La nuova era degli approcci transdisciplinari


La transdisciplinarità si riferisce all'uso cooperativo di approcci, modi di pensare e metodi provenienti da diverse discipline. Come afferma Basarab Nicolescu, nel suo Manifesto of transdisciplinarity:

«Come il prefisso trans indica, la transdisciplinarità riguarda quello che è allo stesso tempo tra (between), attraverso (across) e dietro (beyond) le discipline. Il suo obiettivo è la comprensione del mondo, uno dei cui imperativi è l'unità del sapere». 

Cooperazione, unicità del sapere, sono parole semplici, buone, scontate, potremmo dire ovvie: dov’è la novità?

La novità sta nel come, nel senso che ci sono vari modi attraverso cui far cooperare discipline diverse e rendere unico il sapere.

Multi, inter e trans-disciplinarità

- La multidisciplinarità, ad esempio, aggiunge punti di vista sullo stesso oggetto di studi. Pensiamo al celebre quadro di Leonardo, la Gioconda. Come ne parlerebbe un pittore? E un fotografo? E uno storico dell’arte? E uno storico? Un chimico? Uno psicologo? 

- L’interdisciplinarità, come diceva Piaget, “riconosce le interazioni o le reciprocità attraverso ricerche specializzate”, ossia integra conoscenze e metodi di diverse discipline arrivando a una nuova sintesi tra approcci diversi. Pensiamo alla nascita della bio-chimica, della bio-etica, della geo-politica, della psico-linguistica, della fanta-politica cioè di tutti quelle discipline che, unendosi, hanno creato nuovi saperi, strumenti e ambiti di intervento.

- La transdisciplinarità, crea un'unità del sapere al di là delle prospettive disciplinari e, per farlo, parte dal presupposto che ogni disciplina ha dei limiti, oltre che dei punti di forza. Questa dichiarazione di limitatezza, di ogni sapere, è il maggior punto di forza di questo approccio. Rispetto alle precedenti, infatti, che acquistano forza dalla somma o dall’affiancamento di più saperi (multi o pluridisciplinarità) e dalla loro interazione (inter-disciplinarità), la transdisciplinarità focalizza l’attenzione sugli spazi vuoti esistenti tra una disciplina e l’altra. Questo vuoto è il cosiddetto tra (between), attraverso (across) e dietro (beyond), di cui parla Nicolescu.

In altre parole, ogni sapere, per quanto specializzato o interconnesso con altri saperi specializzati, non riuscirà mai a sapere tutto, a esaurire gli argomenti, perché il tutto appartiene ad una dimensione che sta oltre, inesauribile e irraggiungibile. Per questo credo sia molto importante saper creare e saper agire una dimensione transdisciplinare, perché si adatta perfettamente all’attualità dei nostri tempi, il cosiddetto “VUCA world”. 

Quando si ha a che fare con Volatility, Uncertainty, Complexity e Ambiguity, diventa più facile accettare l’inevitabile parzialità dei nostri saperi e dei nostri poteri e optare per un tipo di collaborazione paritaria di grande rispetto e ascolto reciproco. Certo, l’opzione di barricarsi tra torri d’avorio alleate c’è sempre, tuttavia questa alternativa, di grande apertura egualitaria ed ecumenica, è l’unica in grado di creare luoghi incontro e scambio in cui presentare le proprie ragioni, senza voler avere più ragione degli altri, ascoltare le ragioni altrui, capendone la sostanza, ricercare un senso comune che soddisfi le rispettive necessità. Questo è il tipo di approccio che utilizzo in tutte le relazioni tra saperi di cui mi occupo, sia nella clinica, confrontandomi con le differenti culture e credenze di base dei miei pazienti, che nella consulenza con i miei clienti, includendo in settori a me lontani come quello industriale, ospedaliero, alberghiero o digitale, ad esempio, i miei contributi psicologici. Lo stesso principio è stato introdotto dalla NASA ARCS (qui trovi il link), per creare sinergie tra esigenze tecniche di produzione ed esigenze socio-emotive dei propri collaboratori. Questo esempio, a cui se ne stanno aggiungendo altri, giorno dopo giorno, mi serve per dare più spinta al mio invito di utilizzare la stessa logica nelle diverse collaborazioni. Nel mio piccolo, lo sto applicando all'interno del progetto MoveMind.it , tra Pilates e GestaltTherapy, o nell’Astrodramma, tra astrologia e psicologia. Non si tratta di insegnare Pilates o astrologia da un punto di vista psicologico o viceversa, ognuno porta il suo bagaglio, si tratta di evidenziare fin dove arrivano queste due discipline, nel parlare dello stesso argomento, e che prospettive lasciano intravedere, in modo da stimolare curiosità, creatività e collaborazione dei nostri clienti, al di là dei nostri “silos” disciplinari e come risposta alle loro necessità.

Il fascino di questa modalità, inoltre, è il cambiamento che provoca tra le persone che, come avviene per le discipline, imparano a cooperare pacificamente senza rinunciare alla loro unicità, riscoprendo come la differenza che dialoga sia alla base di qualsiasi scambio di informazione, il vero “humus” che rinnova umanità e terra. 


#vuca #vucaworld #transdisciplinarity #innovation #collaboration #education #interaction #multidisciplinarity #interdisciplinarity #cultureofpeace #ecumenicality

Se è vero che ogni epoca si muove entro i limiti della propria cultura, questa sintesi sulla #transdisciplinarità può fornire un terreno di gioco diverso attraverso cui tentare di rivedere le possibilità di autonomia e di convivenza che diamo all'esistente. Questo concetto teorico porta con sé delle praticità preziose: - smettere di voler avere ragione sull'altro, - smettere di trovare il colpevole. Che, detto in altri modi, significa: - iniziare a dare legittimità e responsabilità a punti di vista diversi - iniziare a riconoscere il diritto di esistenza e di soddisfazione dei bisogni di tutti. Superare le resistenze di vecchi modelli multidisciplinari, di unione tra verità, o interdisciplinari, di incrocio tra verità, è possibile dando fiducia alla creatività umana e alla possibilità di capacità di farci stare meglio come #ecosistema.

I due poteri principali della mente sono quello di - descrivere - ciò che esiste e quello di - creare - ciò che non esiste. In questo interessante articolo di Gilberto Fulvi il confine tra rappresentazione ed esistenza viene oltrepassato, invitandoci a immaginare, prima, e abitare, poi, quello spazio vuoto che esiste tra punti di vista diversi, chiamato transdisciplinarità. Per fare un esempio, se ognuno di noi ha un punto vista diverso, nessuno può vedere il vero e al tempo stesso lo vedono tutti. Il vero, in questo modo, è sia presente che assente ed è esattamente quello che avviene in MoveMind.it: concetti complessi che ritrovano semplicità nelle evidenze del movimento consapevole e nei risultati di una comunicazione empatica e creativa, tra corpi e menti 🙏.

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