"LA PAZIENZA? MIGLIORE VIRTÙ A PROVA DI COVID-19". A tu per tu con il manager Andrea Novelli. @olimpiaponno

Tengo molto a questo incontro virtuale con Andrea Novelli, 42 anni, manager italiano di un’azienda tedesca che produce e distribuisce tendostrutture in tutto il mondo, parte delle quali sono state donate anche al nostro Paese per allestire ospedali da campo nell’emergenza COVID-19. Ironia della sorte Andrea, con cui ci conosciamo da oltre 15 anni, ha contratto il Coronavirus  proprio durante una trasferta di lavoro nel Nord Italia e ancora lotta da 7 settimane con la malattia. Nonostante sia ancora convalescente e sofferente, Andrea mi ha concesso il suo tempo per rispondere a una domanda molto precisa, che ritengo possa essere di insegnamento per tutti noi, sia a livello personale che professionale.

Gli chiedo “Che cosa ti hanno insegnato la malattia, il dolore, la paura, l’insonnia come persona e come pensi di metabolizzarli tornando alla tua attività lavorativa?”.

Con voce affaticata, ma con tono fermo, deciso, senza esitazione, Andrea mi risponde: “La virtù della pazienza. Sono stato fermo immobile in un letto di ospedale per 24 giorni, di cui 10 in terapia intensiva, prigioniero sotto un casco in funzione H 24, senza dormire, con gli occhi che mi bruciavano, tenuto in vita da ossigeno puro. Ho visto morire, soffrire, guarire persone accanto a me. Sono stato assistito da un alternarsi di medici e infermieri non sempre empatici, non sempre pronti a dirti la parola giusta o di conforto, perché non sanno cosa dirti, ognuno a modo suo ha dato quello che poteva. Mi sono dovuto trattenere dal giudicare, dal lamentarmi, piuttosto ho dovuto e voluto capire le persone intorno a me. Mi sono detto Andrea ti devi preparare adesso, darti delle priorità, allenare la capacità analitica, trasformare i rumori sgradevoli, lo stress in opportunità di cambiamento. Oggi mi sento un giovane quarantenne in un corpo centenario, una sensazione stranissima, non sono ancora guarito, ho i polmoni infiammati, sono sottoposto a cortisone, ma la sensazione e la consapevolezza che il mondo non stia correndo, per un iperattivo come me, mi aiuta a pensare che non perdo bensì guadagno terreno, perché fermarsi a riflettere è una crescita!”

• Ringrazio ancora Andrea. Le sue parole, il suo vissuto, la sua lotta giornaliera per la rinascita ci devono fa riflettere sul nostro vivere quotidiano personale e professionale, quando siamo tentati dalla lamentela, dalla critica, dal trasgredire le regole, dal perdere la pazienza di fronte all’isolamento sociale, allo smartworking, alla mancanza di risposte per un nemico invisibile, ma il nemico c’è e Andrea lo conosce bene. Termino con la considerazione che la pazienza, come sottolinea lo psicologo Giorgio Nardone, spesso scambiata per impotenza o inazione, rappresenta invece il nostro vero agire!