LA PERFORMANCE EMERGE DALLA COMPLESSITA’ ED EVOLVE IN UN PERCORSO CO-COSTRUITO
Ci diciamo continuamente che tutto sta cambiando e che quello che sta avvenendo non è interpretabile con la mera esperienza del passato.
Sta emergendo la consapevolezza della necessità di imparare dagli errori che faremo e del dover assumere dei rischi nel percorrere per la prima volta dei percorsi.
Ci rendiamo conto che l’incertezza in cui viviamo la vita professionale e privata aumenta il nostro livello di attivazione emotiva, che rischia di farci vedere i pericoli dietro ogni ombra.
Ci sentiamo costretti al cambiamento come unica strategia alla sopravvivenza piuttosto che come passo intenzionale ad un percorso di evoluzione.
Siamo bombardati da stimoli, di parole, ma abbiamo difficoltà ad individuare il vero senso delle cose.
Siamo immersi nelle interconnessioni e ci rendiamo conto che nessuna nostra scelta è presa di fatto in modo indipendente, che molte sono le persone che influenzano i nostri comportamenti e sulle quali possiamo aver impatto.
Ci rendiamo conto che le competenze tecniche sono più che mai necessarie e che il loro tasso di caducità è vertiginoso ma che poi la differenza è determinata da altro.
A far la differenza è la capacità di lavorare con gli altri, di affrontare con fiducia e positività le difficoltà, di orientarsi nella complessità, di raccogliere ed elaborare le informazioni, di muoversi tra passato presente e futuro e quindi di essere consapevoli di tutto quanto ci gira in torno e che per avere una lettura della complessità c’è bisogno di affidarsi a saperi diversi e che ognuno ha un pezzo di verità.
Il bisogno di autorealizzazione, di espressione e scoperta di se di benessere diventano sempre più bisogni di base irrinunciabili e che se i contesti non permettono questa scoperta e fioritura diventano disingaggianti.
Ci rendiamo conto, per esperienza diretta, che i piani strategici delle organizzazioni diventano sempre più fluidi e soggetti a cambiamenti e che definire degli obiettivi diventa spesso un esercizio retorico quando invece l’unica stella polare dovrebbe essere la finalità, il senso e l’impatto che come individui e come azienda vogliamo avere in processo di interdipendenza con il mondo.
E’ ormai evidente che non possa essere un mansionario o un prescrittivo modello di competenze a definire il cosa e come debba essere fatto.
Partecipazione significa allora affidarsi da parte dell'azienda all'individuale capacità creativa, responsabile e sostenibile del singolo nel guidare la presa in carico di orientare le decisioni e le scelte etiche e di valore.
Veniamo sollecitati nel richiedere che ogni azione in cui siamo coinvolti nella vita quotidiana diventi una experience ma poi abbiamo difficoltà a stare nella riflessione di quella esperienza per lasciarla scivolare sciupandone il capitale di apprendimento.
Tutto questo ha impatto sulle persone. sulla qualità delle loro vite organizzative, sulla performance e sulla capacità di partecipare attivamente alla via organizzativa.
E’ così che noi di WISE abbiamo fatto nostre queste considerazioni ed abbiamo deciso di dare un contributo concreto al principe dei processi aziendali, quello del Performance Appraisal per farlo diventare, secondo la nostra visione, un processo potenzialmente generativo per la persona e l’organizzazione.
Come?
Abbiamo pensato ad una intera giornata per ritrovarci intorno a questa porta aperta sul futuro!