La previdenza complementare per gli invalidi.
Negli ultimi due anni, minuto piu minuto meno, sono venuto ad informarmi in modo approfondito sul tema dei fondi pensione.
Sostanzialmente ho letto documenti ho visto video ed ho intervistato persone esperte per capire come funziona il processo e quali siano gli/i s/vantaggi.
In realtà sono venuto a conoscenza, tramite un docente universitario nella facoltà di economia (rif. in calce), che ad un dipendente di un azienda privata assunto a tempo indeterminato, che gode di buona salute e non preleva soldi durante il periodi di accumulo, è stato dimostrato matematicamente che aderire al fondo pensione con una quota sufficiente per avere il 100% del contributo aziendale, conviene sempre, rispetto a lasciare i soldi sul TFR. (prendiamo in esame solo questo caso). Purtroppo però per una categoria protetta, ossia una persona che purtroppo per lei non gode di buona salute, a mio avviso, non è vero. E di seguito mi spiego.
Per un invalido, ossia una persona che soffre di una o piu patologie invalidanti riconosciute in Italia dal caro servizio di sanità pubblica nazionale, sebbene la stessa procedura di adesione e accumulo del capitale al fine di ottenere una pensione integrativa (ossia lo scopo principale del fondo pensione) non produca risultati diversi da una persona che goda di buona salute: "se fai la stessa cosa nello stesso modo otterrai probabilmente lo stesso risultato" (è una fallacia ma rende l'idea), secondo me non conviene.
Il fatto è che gli invalidi non godono di buona salute, immagino che chi legge lo abbia capito, l'ho spiegato prima.
A mio avviso per un invalido, aderire ad un fondo pensione ha per me lo stesso senso che ha per un non vedente comprare degli occhiali da vista. Purtroppo non ho trovato statistiche veritiere prodotte da fonti piu che attendibile di quanto sia la stima dell'aspettativa di vita di un invalido con una percentuale di invalidità maggiore o uguale al 50%, anche se ci ho provato ma penso che sia facile capire e quindi opinione comune che purtroppo è piu bassa, anzi molti non ci arrivano neanche alla pensione.
In Italia il modo meno tassato per usufruire dei soldi investiti nel fondo pensione è quello della rendita vitalizia (dove prendi la pensione fino che hai vita per intenderci) dove la quota viene elargita una volta l'anno (rif. in calce); le altre opzioni comportano cmq una tassazione piu elevata. Tutte.
A fronte di tutto questo e a rigor di logica mi sono chiesto: ma che cazzo se ne fa un invalido di un fondo pensione ?
Sebbene capisco che la speranza sia l'ultima a morire, che senso ha per un invalido (>=50%) di aderire ad un fondo pensione ?
La colpa purtroppo non penso si possa imputare agli invalidi stessi, per ovvie ragioni, ma per lo piu è da spartire tra le aziende private e il nostro caro stato.
Per quelli che non lo sanno, beati loro, gli invalidi vengono spesso discriminati sul luogo di lavoro (ne so qualcosa) perchè generalmente vengono associati ad una minoranza. Ci sono aziende che purtroppo, pur dicendo di non tollerare certi tipi di discriminazioni, il piu delle volte lasciano correre ,quando non sono loro direttamente ad attuarle (chi comanda in sostanza) anche perchè le aziende sono fatte di persone. Le discriminazioni sono di varia natura: sociali, professionali, di accesso al luogo di lavoro, di salario e quant'altro. In molte aziende quindi avvengono questi tipi di discriminazione ed.. indovinate un po..
difendersi costa.
Consigliati da LinkedIn
Costa in termini monetari, in termini di socialità aziendale, e spesso in termini di autostima.
Ma tornando al nesso di questo articolo, queste illustri aziende dove la discriminazione non esiste, e tutelano a loro dire queste persone in difficoltà, perchè non intervengono con formazione, educazione e quant'altro nel rispetto di queste persone? Sebbene la scelta di aderire ad un fondo pensione sia a carico del contribuente, per legge, in questi casi non sarebbe piu sensato istruirli su come funziona?
Sono consapevole ovviamente che dire ad una persona "tu puoi pregare in 5 lingue distinte ma la pensione non la vedrai mai..." non aiuterà nessuno a vincere i campionati di tatto e intelligenza (neanche quelli della parrocchia), ma esistono persone che hanno studiato come interagire con queste persone in difficoltà e sono capaci a spiegare loro, dove necessario, cosa sia giusto e sbagliato.
E l'unica risposta che mi è venuta in mente è il solito problema che abbiamo noi italiani, e non solo, da ormai tanti anni; formare le persone.. costa. Tu azienda, se non ti obbligasse la legge, spenderesti soldi per istruire un invalido ? e posso dire, per esperienza personale e per quanto spesso si trova nelle notizie, che la tacita risposta generalmente è no. Anzi, la percentuale di no è spesso direttamente collegata alla percentuale di invalidità.
Quindi, anche in questo frangente, quando l'azienda di turno asserisce di tutelare gli invalidi.. a me viene da ridere. La cosa si potrebbe approfondire ma penso che la sostanza si sia capita.
E allora perchè non interviene lo stato? se il ragionamento è giusto.. vuoi che nessuno ci abbia pensato ?
E il ragionamento fatto in questo frangente mi ha portato a due verità: in realtà costa parecchio anche allo stato e non farlo lo stato ci guadagna.
Mi spiego, da quel che so, se una persona richiede la forma meno tassata di pensione integrativa, una volta passata a miglior vita i soldi investiti nel fondo pensione, passatemi la battuta, contribuiranno a creare opere architettoniche geniali come il ponte sullo stretto.. o piu realmente una grossa fetta andrà a rimpinguare il portafoglio statale.
E invece se si sceglie un altro modo di erogare la pensione integrativa ?
in realtà, tra le varie opzioni si può anche prenderla vita natural durante e poi lasciare il restante agli eredi, anche se la percentuali di invalidi che hanno figli è leggermente un po più bassa di un adulto sano.. ma leggermente... e cmq anche qui la tassazione è più alta. Quindi generalmente i sudati risparmi tornano all'ovile.
Ovviamente non ho preso in esame il comportamento oltre modo mediocre delle aziende che in un modo o nell'altro obbligano l'invalido ad aderire al fondo pensione.
Qui ho espresso la mia opinione e si è fatto un riferimento ad un caso specifico, e siccome c'è la possibilità di essere stato leggermente impreciso, per chi fosse interessato ad approfondire sui fondi pensione in modo professionale lascio qualche riferimento a quanto detto sopra: sul tubo, il canale "ciao Elsa" per capire come funziona un fondo pensione, il canale "ioinvesto pensioni" per avere qualche spunto di come pianificare la propria pensione integrativa, e il canale del professor "paolo coletti" per i test matematici - statistici sulla convenienza o meno dei fondi pensione. Potrei citare anche qualche articolo scritto ma penso che già cosi sia sufficiente per avere un quadro della situazione sulla previdenza complementare.