La privacy sui social network è una contraddizione in termini
L'origine del problema sta nell'uso improprio della parola "privacy", perché sui social network non esiste spazio privato. Sono a tutti gli effetti luoghi pubblici, quindi vigono le stesse regole. Prima fra tutte: non commettere atti osceni.
Ciò che hanno fatto le due dipendenti del Carrefour di Tivoli è stato proprio questo: non un reato tout court, ma un atto osceno, tanto che non si sarebbero mai sognate di mettere il ciuccio in bocca al cadavere di un agnello al bancone della macelleria di fronte ai clienti, ma lo fanno dietro le quinte. Salvo poi pubblicare le foto sui propri profili "privati" di Facebook.
"Chi può vederle, se non i nostri amici?". Ecco, qui sono sfuggite almeno 3 cose:
1. L'origine di "pubblicare" e il suo significato. Perché diciamo "ha pubblicato sui social", anche se Zuckerberg preferirebbe che usassimo il verbo "postare", vista la sua tendenza a volerci raggirare con le parole.
pubblicare
pub·bli·cà·re/
verbo transitivo
SIGNIFICATO
1.
Rendere pubblicamente noto attraverso un atto ufficiale.
2.
Rendere di pubblico dominio per mezzo della stampa, stampare.
3.
Far conoscere un'opera d'arte attraverso una rivista specialistica, un catalogo, ecc.
4.
arcaico e lett.
Rendere di pubblica proprietà, espropriare.
ORIGINE
Dal lat. publicare, der. di publĭcus ‘pubblico’ •prima metà sec. XIII
Fonte: dizionario di Google
2. Chi ti segue non è tuo amico. E no, non c'entra il fatto che "ci conosciamo appena" oppure "abbiamo fatto le elementari insieme 30 anni fa e da allora non ci siamo più sentiti". È che quelli che Facebook chiama - anche in questo caso impropriamente - "amici" sono un mix di parenti serpenti, ex, partner gelosi dei tuoi "amici" che sospettano tu possa essere l'amante, invidiosi, quelli a cui stai sulle palle ma non vogliono sembrare così scortesi da tagliarti fuori dal loro network, frustrati che sperano di leggere che a qualcuno va peggio che a loro, chi sta aspettando che ti venga restituito quel torto che tu hai fatto loro, quelli che vogliono sapere tutto dei propri concittadini/coscritti/colleghi per aver qualcosa di cui (s)parlare con gli altri concittadini/coscritti/colleghi... E poi certo, tra di loro c'è anche qualcuno che ti vuole bene davvero.
3. Non c'è ancora tecnologia che possa rilevare e bloccare lo screenshot che qualcuno sta facendo al tuo profilo privato. C'è una sottile ma sostanziale differenza tra il fatto che i tuoi contenuti non sono visibili a sconosciuti e il fatto che non è impossibile per uno sconosciuto vedere i tuoi contenuti.
Per cui, come gestire i social network?
IN QUANTO PERSONA
Sii consapevole delle regole del gioco. Una volta che sei dentro, non puoi lottare apertamente contro il sistema, esattamente come non si vince a Monopoly infischiandosene delle regole. Puoi però raggiungere i tuoi obiettivi (che poi sono quasi sempre una questione di apparire in un certo modo e appartenere a un certo gruppo) sfruttando i suoi meccanismi. Pensa sempre che tutto quello che scrivi, scatti, registri ha un'audience mondiale, anche se hai impostato la visibilità di un post solo a te. Se stai per pubblicare qualcosa di offensivo, se mentre digiti senti di essere particolarmente arrabbiato o eccitato, chiediti sempre se saresti disposto a rimanere disoccupato o a perdere qualche amico per un post che, se ti va bene, di solito riceve 15 "mi piace". Pensa se quello che stai digitando saresti disposto a dirlo ad alta voce e con la stessa sicurezza in una piazza piena di persone.
IN QUANTO RESPONSABILE DI UN'AZIENDA
Qualche mese fa ho scritto un articolo intitolato "Perché a tuo figlio servirebbe un tutore legale per la tua identità digitale" (http://bit.ly/2CnbztR). E scommetto che per te l'azienda è come una figlia, giusto? Ecco quindi cosa dovresti fare per tutelarti:
- Organizza un corso di formazione per i tuoi dipendenti sul buon uso dei social network. Non serve che tu lo venda così, dagli pure un nome più cool - consiglierei una spruzzata di termini inglesi a caso, tipo fashion e inspiring, funzionano quasi sempre - come "Tutorial per diventare il nostro influencer".
- Esattamente come per le persone vale la regola "fai tutto sapendo di essere osservato, anzi, spiato" ricorda che ogni pezzo della tua comunicazione diventa comunicazione ufficiale della tua azienda. Anche quello che originariamente era stato concepito come un contest interno.
- Per le figure più rappresentative della tua azienda puoi prevedere anche una clausola a livello contrattuale che riguardi l'uso dei social network, esattamente come ad alcuni calciatori sono state commissionate delle multe per comportamento dannoso nei confronti dei loro stessi club.
- Affidati a dei professionisti per la gestione dei tuoi profili social. Bando all'autogestione, fosse anche solo per una filiale locale. Il nome è sempre quello della tua azienda e gli squali fiutano a mille miglia i pesci piccoli che stanno per fare una cagata, passami il francesismo.
Consulente linguistica inglese-italiano per l'industria & il design 🛠 Content writing + Traduzione 🎨 Guido le aziende sul mercato italiano e internazionale
7 anniBravissima Flavia!