La Redistribuzione della Ricchezza Sembra Stia Tornando Ai Tempi del Medioevo
La globalizzazione, se da un lato, ha ridotto le differenze di benessere tra le nazioni, dall’altro, sta acuendo le distanze per ricchezza tra le persone.
La rivoluzione digitale sta concentrando la ricchezza in mano a pochissime persone al punto che potremmo parlare di un nuovo “Medioevo Economico”, dove la forbice del benessere si amplia sempre di più.
Il grafico mostra come negli Usa (ma lo stesso esercizio lo potremmo fare con qualsiasi altro paese del mondo) in cui il 10 % della popolazione detiene oltre il 75% della ricchezza complessiva, mentre il restante 90% della popolazione detiene meno del 25% della ricchezza disponibile.
Una distribuzione insostenibile che potrebbe generare nei prossimi decenni tensioni economiche enormi.
La redistribuzione del benessere prodotto dall’evoluzione tecnologica non può tenere fuori la quasi totalità della popolazione, senza reali conseguenze per la tenuta sociale e di sistema delle nostre organizzazioni comunitarie.
LO stesso lo si può notare anche sui mercati azionari dove sempre più spesso pochissimi titoli ricoprono una bella fetta del mercato.
I famosi Famang (Facebook, Amazon, Microsoft, Apple, Netflix, e Google), ormai pesano per ben oltre il 25% del mercato americano, dimostrando quanto si stia concentrando la ricchezza intorno a poche realtà che gestiscono il nuovo “oro”, la conoscenza delle nostre abitudini.
Queste aziende stanno dettando i tempi della nuova rivoluzione digitale, la concentrazione nelle loro mani dei data-base sui nostri comportamenti li rende non solo molto ricchi ma anche molto influenti a livello globale.
Un nuovo medioevo globalizzato?
Forse.
Ma non bisogna sottovalutare il fenomeno.
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