La regola dei due nel Passaggio Generazionale
Il passaggio generazionale è un tema molto dibattuto negli ambiti professionali che imprenditoriali, soprattutto in una realtà, come quella italiana, il cui tessuto economico italiano si basa su PMI e studi professionali di natura prettamente familiari.
Le difficoltà sono numerose, sia sotto un profilo prettamente economico che sotto un profilo di natura relazionale. Del resto famiglia ed azienda/studio professionale, sono sistemi dinamici in continua crescita ed evoluzione. in questa fase sono molto alte e l’esito negativo è dietro l’angolo; spesso poi gli strascichi del rapporto professionale si declinano anche nel rapporto personale e parentale.
Tra i numerosi problemi troviamo, innanzitutto, quello motivazionale.
Di solito i fondatori erano spinti dal piacere, al centro della loro attività c’era il piacere, il sogno di realizzare quel qualcosa di specifico e di costruirlo a loro immagine e somiglianza. Le seconde generazioni, viceversa, lo sentono più come un dovere piuttosto che come una scelta.
Lo sviluppo, poi, del business ha una matrice prettamente genitoriale ed il figlio, soprattutto nelle situazioni maggioritarie, in cui il genitore è molto presente, sente di essere schiacciato e di non poter fare emergere la propria identità.
Del resto il fondatore crea delle aspettative irrealizzabili individuando dei “requisiti” per la successione totalmente scollegati dalla situazione contingente.
La regola dei due.
Questa situazione mi fa pensare alla regola dei due, canonizzata da Darth Bane e che può essere così trascritta:
" Sempre due devono essere. Né più, né meno. Uno incarna il potere, l'altro lo brama."
Ma facciamo un passo indietro per spiegare cosa sto scrivendo.
Sono un appassionato di Guerre Stellari e, come tale, oltre ai film, ho letto molti libri di quello che era noto come Universo Espanso (oggi Star Wars Legends). Uno di questi, forse quello che mi è piaciuto di più, è la “Trilogia di Bane”. Bane è il Signore dei Sith creatore della regola dei due, di cui si parla in Episodio I – La Minaccia Fantasma, quando si palesa un Sith e Maestro Yoda dice a Mace Windu:
“ Sempre due ci sono... Né più né meno... Un Maestro, e un Apprendista”.
Darth Bane, molto tempo prima – circa 1.000 anni prima - degli avvenimenti narrati nei film, era una accolito dell’Ordine dei Sith (definirlo Ordine è una semplificazione necessaria). La regola era una soltanto: il più forte comanda. Il pur numeroso ordine era, quindi, dilaniato da lotte intestine per la conquista del potere.
Bane si rese presto conto che la natura stessa di bramosia per il potere dei Sith aveva indebolito l’ordine. Non sempre era il più potente a detenere il potere, alleanze e tradimenti per rovesciare il potere erano all'"ordine del giorno". Per questo motivo, scoperti alcuni segreti dimenticati degli antichi e potenti Signori dei Sith, decise di eliminare il vecchio Ordine da cui sarebbe dovuto nascere il nuovo e più forte. Attraverso una contorta macchinazione riesce ad eliminare in un colpo solo tutti i Sith (e molti Jedi) diventando l’unico Sith vivente.
Poco dopo avrebbe preso una prima apprendista per poi declinare la famosa regola dei due, regola che impone la permanenza in vita di due soli Sith, un maestro ed un allievo. Quando il primo fosse stato superato in potenza dal secondo, non avrebbe più avuto il diritto di considerarsi Leader e sarebbe stato sostituito dal proprio apprendista, ora Maestro. In pratica aveva messo a frutto in maniera costruttiva la natura dei Sith.
La regola dei due, nel passaggio generazionale.
Ecco nell’ambito “dinastico” italiano mi sembra di rivedere la regola dei due. Il maestro è il fondatore, l’apprendista il figlio/a che dovrà succedergli.
Tuttavia, salvo il caso (raro) in cui il fondatore abbia una vera visione futura e di sviluppo che non lo contempli, senza “eliminazione” di questi non vi sarà mai un vero e proprio passaggio. Ed allora va “ucciso” il maestro per far sì che l’organizzazione viva ed evolva.
Difficilmente il passaggio generazionale può avvenire in maniera “incruenta”, solamente una preparazione emotiva e mentale, da parte anche del fondatore, permette di raggiungere questo risultato.
I limiti sono di natura, spesso, psicologica e relazionale, più che economica ed organizzativa:
1) Il Maestro esprime l'intenzione positiva di lasciare le redini quando l'allievo sarà pronto a muoversi con le proprie gambe. Questo, però, non potrà mai accadere in quanto le vecchie generazioni (tendenzialmente) fanno più affidamento all’esperienza che agli aspetti razionali dell’economia.. E come può un giovane allievo, per quanto bravo, eguagliarlo in esperienza?
L’allievo non supererà mai il maestro, perché lo osserva attraverso le lenti dell’esperienza.
2) Il Maestro vive la realtà che ha creato non come una semplice fonte di reddito, ma come una creatura da lui partorita e, quindi, come una parte di sé ed è difficile lasciare spazio alle nuove generazioni quando è l’azienda stessa che viene vissuta come figlio.
3) Spesso il Maestro è anche il Genitore dell'Allievo e la commistione relazionale, genitore/figlio, genera confusione di valutazione. Il Manager viene comunque visto come il figlio che ha imparato a camminare, che è stato adolescente, che ha fatto gli errori e non come il Professionista che è cresciuto in azienda ed ha sviluppato competenze e qualità manageriali anche importanti.
Uccidere (metaforicamente) il maestro.
La componente della realizzazione professionale ha una matrice paterna molto forte, i figli sono portati a fare qualcosa di cui il padre possa essere fiero e questo li vincola nell’ambito interno soprattutto se il padre è troppo presente; in questo caso il rischio di non emergere ed essere frustrato è molto elevato con un danno diretto alla identità personale, oltreché professionale.
Uccidere il maestro perché superare il maestro equivale a rendere le sue conoscenze superate perché innovate dall’allievo che nel suo percorso deve essere in grado di aggiungere nuovi elementi e competenze rispetto a quelle già note al maestro.
Allora l’esperienza esterna alla realtà organizzata, diventa una necessità e non più una scelta per poter dare fondo alla propria crescita personale e professionale con nuove esperienze e fare evolvere l’Ordine superando il Maestro.
L’unica soluzione è, quindi, uccidere metaforicamente il genitore. Tagliare il cordone ombelicale e fare la propria esperienza.
Avvocato Integrativo + Mediatrice e Facilitatrice. ADR expert ✓ Conscious Contracts® certified ✓
5 anniDetta così fa un po' paura