La responsabilità delle banche nella sicurezza dei pagamenti: tra tutela del cliente e colpa grave
Recenti sentenze della Corte di Cassazione hanno posto l’accento sul ruolo delle banche nella protezione dei propri correntisti, soprattutto in caso di transazioni non autorizzate. È stato ribadito che le banche devono garantire una protezione efficace dei servizi di pagamento, e rispondere per eventuali danni subiti dai clienti in caso di prelievi fraudolenti. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha chiarito che l’obbligo di risarcimento viene meno qualora si dimostri la “colpa grave” del cliente, ossia comportamenti gravemente negligenti che esonerano la banca da responsabilità. La recente l’ordinanza n. 23683 del 4 settembre 2024 è emblematica, accogliendo il ricorso di una cliente vittima di prelievi non autorizzati e indicando che l’istituto bancario, per essere esonerato, deve fornire prove solide di una responsabilità del cliente.
Quando la banca è tenuta al risarcimento e quando può esimersi
La Cassazione ha specificato che l’onere della prova ricade sull’istituto di credito, il quale deve dimostrare l’adozione di tutte le misure di sicurezza adeguate, in base alla diligenza del cosiddetto “accorto banchiere”. La banca è dunque responsabile per la sicurezza del servizio, e solo in presenza di una colpa grave del cliente può sottrarsi al risarcimento. La “colpa grave” può manifestarsi, per esempio, in un ritardo eccessivo nella denuncia di prelievi non autorizzati, tale da compromettere la possibilità di recuperare i fondi.
Il principio di responsabilità contrattuale, secondo cui il cliente deve solo provare la fonte del proprio diritto e la banca deve dimostrare la sopravvenienza di eventi estranei al suo dovere di diligenza, è centrale. Tale regime rafforza la tutela del cliente, e la banca, per liberarsi della responsabilità, deve dimostrare che le attività fraudolente siano avvenute al di fuori di ogni possibilità di controllo, come nel caso di tecniche di sottrazione dei codici PIN non riconducibili a una carenza di sicurezza.
Misure di antiriciclaggio e i controlli sui movimenti di denaro
In parallelo, le banche sono tenute ad adempiere agli obblighi di antiriciclaggio, con misure sempre più stringenti per evitare transazioni sospette e flussi di denaro illeciti. La normativa europea (Regolamento UE 2018/1672) ha introdotto obblighi specifici per il controllo del denaro in entrata e in uscita dall’Unione, definendo come “contante” non solo la valuta, ma anche strumenti come le carte prepagate anonime e i titoli al portatore. Le banche devono quindi vigilare, non solo per garantire la sicurezza del cliente, ma anche per rispettare normative che mirano a prevenire il riciclaggio e il finanziamento illecito. Gli istituti di credito, in quanto custodi delle transazioni finanziarie, si trovano così a gestire un doppio livello di responsabilità: proteggere i correntisti e assicurare la conformità normativa.
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Verifica degli assegni bancari e obblighi dell’istituto di credito
In un’altra pronuncia, l’ordinanza n. 23390 del 30 agosto 2024, la Cassazione ha affrontato il tema della diligenza richiesta alle banche nella verifica degli assegni bancari. La Corte ha stabilito che, in assenza di evidenti segni di contraffazione sull’assegno e sul documento d’identità presentato, l’operatore bancario adempie al proprio dovere di diligenza verificando la corrispondenza delle generalità anagrafiche riportate nei due documenti. Non è quindi necessario richiedere ulteriori accertamenti, come la presentazione di un secondo documento d’identità, salvo la presenza di anomalie significative che possano destare sospetti.
Implicazioni per la pianificazione patrimoniale
Queste normative e obblighi di sicurezza bancaria hanno implicazioni anche in ambito di pianificazione patrimoniale. La gestione dei rischi legati a frodi e operazioni finanziarie richiede infatti strategie preventive che possano minimizzare l’esposizione a eventuali perdite patrimoniali. La consapevolezza da parte del cliente dei propri diritti e degli obblighi di protezione posti a carico delle banche è essenziale per gestire i propri asset in modo informato. Infine, la pianificazione patrimoniale non può prescindere dalla conoscenza delle normative di antiriciclaggio, per garantire una gestione patrimoniale allineata a una visione di lungo termine e conforme ai requisiti di legge.
Le recenti sentenze confermano l’importanza della vigilanza delle banche sui sistemi di sicurezza, mentre i clienti devono evitare comportamenti gravemente negligenti per preservare il diritto al risarcimento. Una comprensione più profonda di questi principi consente di rafforzare la propria posizione nella gestione del patrimonio, in un contesto normativo sempre più orientato alla tutela dell’integrità finanziaria e alla sicurezza dei servizi di pagamento.