La Self-Marketing Strategy per l'empowerment al femminile

La Self-Marketing Strategy per l'empowerment al femminile

Il modello TMY al servizio delle donne manager per l’empowerment

E' da poco passata la settimana delle donne (sembra un'eternità, eppure...). Cade ogni anno, come Natale e Pasqua, ma quest’anno per noi aveva un senso particolare, perché lo abbiamo dedicato all’empowerment al femminile partecipando al lancio del Mentoring Program della Professional Women Association Milan, di cui siamo orgogliose socie, e promuovendo la prima edizione del Reverse Mentoring, dedicato al Self-Marketing.

Lo facciamo convinte che le donne manager abbiano bisogno di fermarsi un momento nella loro frenetica vita per analizzare la propria storia e trovare nuovo slancio grazie a una strategia di comunicazione personale in grado di valorizzarle dentro e fuori l’azienda.

Lo facciamo partendo da un dato sconfortante pubblicato qualche giorno fa da ManagerItaliale donne manager nel settore privato in Italia sono solo il 15%. Preoccupante inoltre il dato sulla disoccupazione delle giovani donne, che si attesta al 42,6% (raddoppiato quasi negli ultimi 10 anni).

Molte le iniziative pubbliche, private, delle associazioni e degli enti che lavorano per scalfire il tetto di cristallo che impedisce alle donne di raggiungere, nonostante le competenze, ruoli apicali, nel pubblico e nel privato. Noi di Trademark-You ci incastoniamo in questo contesto e abbiamo lanciato insieme a PWA Milan il percorso di Reverse Mentoring. Di che cosa si tratta?

Sarà un  laboratorio di scambio e sperimentazione sugli strumenti , ispirati alle tecniche del Design Thinking, che, appuntamento dopo appuntamento, ci permetteranno di costruire il puzzle della strategia di comunicazione personale. Parteciperanno sei donne dell’associazione PWA e il team TMY sarà affiancato da alcune studentesse dell’Università Cattolica.

Perché un laboratorio sul Self-Marketing per le donne? Il laboratorio ci permetterà di:

  • Fare chiarezza nel percorso di vita e professionale di ciascuna. Per fronteggiare infatti la prima parte di autoanalisi è necessario fermarsi e riflettere. Avete mai visto una donna che si ferma? Ecco, coglieremo l’occasione.
  • Essere oggettive nella lettura dei successi e delle criticità fronteggiate. Le donne sono solitamente severe con se stesse e alzano in maniera naturale la propria asticella delle aspettative, nonché condiscono sempre i propri discorsi di una overdose (non sempre sana) di autocritica. Bene, il percorso aiuta a mettere in equilibrio.
  • Comprendere cosa comunicare. Le donne non comunicano per timore di esporsi, essere fraintese, o semplicemente perché comunicano già a sufficienza gli altri. Ebbene, disporre tutte le proprie carte sul tavolo ci permette anche di scegliere cosa dire e come esporci, con lo scopo di valorizzarci.
  • Capire come comunicare e dove, esplorando il mare magnum del web e dei social media, ma soprattutto sistematizzando il nostro modo di relazionarci e costruire il nostro network.

Spero l’entusiasmo traspaia dalle nostre parole: non vediamo l’ora di cominciare! Siamo donne e noi per prime sappiamo che lavorare su di noi è uno dei modi per dire che “Ci siamo, siamo qui, siamo in gamba e vogliamo che i nostri talenti siano un bene comune e non un bene in un cassetto”.

Buon lavoro a noi e… vi terremo aggiornati!

Articolo originariamente pubblicato su www.trademark-you.com

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