La sola cosa che vorrei ricordare
La stretta di mano fatta da Yocheved Lifshitz al suo carceriere, 24 ottobre 2023

La sola cosa che vorrei ricordare


In questo momento non è possibile parlare di “cose belle” dato l'orrore che ci circonda, che ci penetra e ci soffoca con violenza.

La sola cosa che vorrei ricordare di questo mese così spaventoso è stata la stretta di mano - accompagnata da uno shalom ("pace") - fatta al suo carceriere da Yocheved Lifshitz, una signora 85enne rapita da Hamas dal suo kibbutz di Nir Oz e poi liberata lo scorso 24 ottobre.

Molti israeliani (per fortuna non tutti, anzi: vedi infra Nota 1) hanno un frameset mentale per cui pongono se stessi e gli “altri” in uno stato di guerra permanente. E la barbarie di usare violenza e affamare un milione di persone della striscia di Gaza avrà anche un “effetto catartico” sugli animi degli ebraici ma li mette sullo stesso piano dei "massacratori" di Hamas.

L'occhio per occhio ci parla di un mondo buio, ancestrale, di homo homini lupus, in cui una violenza primordiale non è stata (mai) consumata.

Inoltre - e lo vediamo continuamente anche nel nostro povero paese, così ancorato a un passato che non passa - siamo immersi in un contesto storico-sociale globale (vedi Nota 2 infra) in cui la polarizzazione delle posizioni è diventata il paradigma: o sei con me o sei il mio nemico [il più delle volte costruito a tavolino, per dirla con Umberto Eco; in questo senso la "grande" stampa italiana come obbedendo a un riflesso condizionato (per non parlare di quella piccola, cattiva, rancorosa, con il fiele alla bocca, che ha avvelenato i pozzi della informazione nel nostro paese) ha indossato subito l'elmetto, come fa da trent'anni, dalla Prima Guerra del Golfo (Nota 3): se avete occasione leggete Le Monde o The Guardian per capire cos'è una informazione equilibrata e autorevole].

Come ha scritto un mio amico carissimo - pensatore acutissimo, cattolico praticante:

«non se ne esce con la legge del taglione e mai se ne è usciti nella storia. Sono sempre più convinto che si vinca solo col “bene” (chiamalo e traducilo come vuoi), che per me è anche l'arrestarsi davanti all'orrore, facendolo ricadere integralmente su chi l'ha fatto (forse è questo un senso della parola integralisti?). E basta. Anche se questo vuol dire passare il resto della vita a piangere.

Ogni lacrima sarà una mia pallottola in meno nella testa di un bambino "nemico".

So che è una posizione ingenua, ma io ci ho pensato spesso negli ultimi anni e mi sono risposto immaginando a cosa farei io. Davvero ucciderei il figlio (o i figli, a seconda della mia rabbia) di chi mi ha ucciso la figlia? Penso di no, (anche se è facile filosofeggiare - o teologizzare - da questa parte del mondo). È dalle torri gemelle che ci penso, e trovo che non reagire sia l'unico modo di agire per interrompere la catena dei massacri.»


Questo non è nichilismo, non è relativismo assoluto. È una mitezza che vede e vuole tutelare dei valori, il bene inviolabile della persona umana che va difesa proprio da ogni assolutismo, come è la violenza.


Ogni lacrima sarà una mia pallottola in meno nella testa di un bambino “nemico”...


Nota 1:

Un gruppo di noti intellettuali israeliani (cfr. Avvenire del 27 ottobre) ha pubblicato un appello in cui si scrivono: «dobbiamo rispettare i principi umani universali e i valori ebraici. La nostra lotta contro un mostro non deve avere come risultato l’infliggere inutili danni a persone indifese. Israele dovrebbe dimostrare, a se stesso e al mondo, che ci comportiamo in modo molto diverso di Hamas, che si è posto oltre i confini delle regole umane universali, e anche al di là dei confini dell’etica islamica.»

Nota 2:

L'ONU ha approvato una risoluzione (cfr. Il Sole 24 Ore) intitolata «Azioni illegali di Israele nella Gerusalemme Est occupata e nei Territori palestinesi occupati» - presentata da 40 Stati, quasi tutti mediorientali e africani, con in più Russia, Venezuela, Corea del Nord, Indonesia, Bolivia e pochi altri (nessun Paese Ue). Si tratta di un atto non vincolante perché approvato dall’Assemblea e non dal Consiglio di Sicurezza e mira a garantire l’ingresso degli aiuti e a impedire lo sfollamento forzato. Il testo ha ottenuto 120 voti a favore: tra i Paesi Ue i sì sono arrivati da Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Irlanda, Lussemburgo e Malta. Al di fuori della Ue hanno votato sì tra gli altri Russia, Cina e Brasile. Solo 14 i voti contrari (tra cui gli Usa e Israele, oltre ad Austria, Ungheria, Repubblica Ceca e Croazia). L’Italia si è astenuta nella risoluzione votata dall’Assemblea generale dell’Onu perché questa “non era equilibrata” (sic).

Nota 3

Come ha scritto Filippo Barbera: "nello spazio pubblico del conflitto in Medio Oriente, assente la politica, domina la logica inquisitoria e un codice mediatico da «bene contro il male» per il quale ogni strage è legittima", Filippo Barbera, "L'inquisizione morale e la politica cieca", il manifesto, 2 novembre 2023, p. 7.

Concordo in pieno con l'analisi e le considerazioni intorno a questa Questione a ricorrenti recrudescenze, in un crescendo di violenza che pare non riesca a trovare il suo punto ultimo per quanto continui a sprofondare in basso. Due ragioni sono diventate due torti precipitando in due massacri insensati. L'organismo sovranazionale, ONU, sta manifestando tutta la sua impotenza e la sua afasia, in un tragico gioco delle parti di veti incrociati, a testimonianza di un mondo che è cambiato ma di cui nessuno pare in grado volere o di sapere gestire ka

Giuliano Vettorato

ex-Direttore dell'Osservatorio Internazionale dalla Gioventù (OIG)

1 anno

condivido in pieno!

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