La storia del sole e del vento e le due regole dell'inbound marketing
Un giorno, il vento e il sole hanno cominciato a litigare su chi dei due fosse il più forte, entrambi sostenevano di superare l'altro. Alla fine, decisero di sfidarsi.
Videro un viandante che stava camminando, lungo un sentiero, e decisero che il vincitore sarebbe stato colui che fosse riuscito a togliergli di dosso i vestiti.
Il vento si mise all’opera: cominciò a soffiare, e soffiare, ma il risultato fu che l’uomo si avvolgeva sempre più nelle vesti e anzi, ad un certo punto indossò pure un mantello sopra i vestiti.
Sfinito, il vento si diede per vinto e lasciò l'impresa al sole. Il sole cacciò le nubi, cominciò a splendere tiepidamente, senza esagerare.
L’uomo, che era arrivato in prossimità di un ponte, cominciò a togliersi il mantello. Il sole, molto soddisfatto, intensificò il calore dei suoi raggi, e li fece via via più caldi. L’uomo, rosso per la calura, non potendo più resistere, guardò le acque del fiume, si spogliò e, senza esitare, vi si tuffò.
Questa favola di Esopo mi sembra un'ottima metafora per parlare di relazioni professionali e comunicazione, ma anche di personal branding e inbound marketing perché fa intendere il modo migliore e più strategico, di lavorare con le persone per raggiungere un risultato.
Vale per le e i manager, vale per chi guida le imprese, per la funzione HR, per i consulenti, per chi scrive su LinkedIn, per chi deve comunicarsi, per chi cerca lavoro.
LE PERSONE VOGLIONO SCEGLIERE
Siamo sempre più protagonisti delle nostre scelte, talvolta è un'illusione, va detto, talvolta invece è proprio vero. Senza dubbio è autentico il bisogno di sentire che siamo noi a guidare, che decidiamo noi quando toglierci i vestiti e gettarci nel fiume.
Le persone accettano sempre meno di sentirsi costrette, annusare una possibile forzatura fa arretrare anche i più convinti.
Che questo generi derive persuasive, manipolatorie e talvolta poco etiche, è un dato di fatto ma quello che ci interessa è il concetto generale: le persone vogliono sentirsi al centro delle scelte che fanno e chi vuole lavorare con loro non può dimenticarlo. Chi lavora con le persone, o alle persone comunica, deve trovare strategie, strumenti, approcci che rispecchino questo bisogno e desiderio.
Vorrei aggiungere che nel lavoro le persone devono diventare responsabili delle scelte che fanno e chi è chiamato a guidarle dovrebbe porsi l'obiettivo di educare alla responsabilità e concedere fiducia. Altro bel traguardo.
Allora il suggerimento è di fare un po' come il sole, che mette da parte l'atteggiamento aggressivo usato dal vento e avvolge, scalda, crea un desiderio.
Sono 2+1 le cose che possiamo portarci a casa da questa storia, sembrano banali ma a metterle in pratica richiedono fatica e impegno:
- sii garbato
- sii paziente
SII GARBATO
Gentilezza, capacità di intercettare un possibile bisogno e su quello orientare un'azione decisa ma non impositiva e graduale. Avvolgere, non travolgere.
La comunicazione e finanche il personal branding è un dare, con generosità e interesse verso gli altri. Il ritorno è una conseguenza, il brand è un effetto collaterale che nasce da come hai fatto sentire le persone che hanno interagito con te: si sono strette nel loro mantello e hanno abbassato la testa o hanno sentito piano piano il bisogno di farsi un tuffo?
SII PAZIENTE
I veri risultati si costruiscono, ogni giorno, con sostanza e pazienza. Tutto e subito non esiste, tutto e subito al limite puoi comprarlo... non costruirlo. Sii paziente e modula il tuo lavoro, la tua comunicazione, il tuo impegno in base al contesto e alla situazione.
STRATEGIA
Il terzo punto invece riguarda la strategia e in realtà sarebbe più giusto dire che precede i punti precedenti: metti a fuoco gli obiettivi! È fondamentale. Prima di qualsiasi azione fai luce e chiediti:
- cosa voglio?
- cosa posso e sono disponibile a fare per raggiungere ciò che voglio?
- e a cosa rinuncerò? perché ogni scelta comporta sempre una rinuncia, ma questo è Calvino ed è un'altra storia.
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3 anniGrazie Roberta, interessante riflessione. Il tema centrale, secondo me, la strategia. È la cosa più difficile, più complessa, che necessita di mettersi a nudo per ascoltare veramente i bisogni del prossimo, e capirli spesso prima di lui, prima di trasformarlo in cliente. Essere marketer oggi non è semplice, se mai lo è stato. A quel punto, se capisci veramente come puoi aiutare il tuo cliente e se il modello viene confermato con vendite successive, credo che l’inbound sia giusto e perfetto. Un po’ di vento refrigerante però aiuta sempre, perché l’assolutismo non vince mai.
Psicoterapeuta libera professionista
4 annie a cosa rinuncerò? perché ogni scelta comporta sempre una rinuncia, ma questo è Calvino ed è un'altra storia.... ottima conclusione!!
MBA | Responsabile Fotovoltaico Italia | ESPE s.p.a.
4 anniSono la voce fuori dal coro che cercavi!!! :) Attenzione che il sole alla fine è diventato anche lui fastidioso per il viandante il quale ha dovuto buttarsi in acqua per trovare pace!! Credo sia molto meglio essere un po' vento e un po' sole....in fin dei conti quanto bene si sta in una bella giornata di primavera con il sole che intiepidisce ed il vento che raffresca?? (Ovviamente per gli spunti suggeriti dopo la storia, grazie mille....ottimi) Buona giornata!!
Aiuto a comprendere il mondo digitale condividendo competenze| Scrivo testi per siti/blog/profili Linkedin per migliorare reputazione-posizionamento | SEOcopywriter | Formatore digital marketing/AI/educazione digitale
4 anniBellissimo. Di grande ispirazione, grazie!