La strana "alleanza" tra Salvini e la Coldiretti per salvare il grano italico dal frumento straniero
L’infinita polemica sull'obbligo di indicare l’origine del grano sulle confezioni della pasta rasenta ormai il ridicolo, quasi fosse il problema più importante che oggi attanaglia i consumatori italiani, quando in realtà tutela unicamente le lobby della politica e degli agricoltori italiani associati alla Coldiretti.
Quest’ultima, in particolare, che sembra ispirarsi a Salvini, vede tutto “nero” e se non è italiano è certamente clandestino, quindi da cacciare. La questione dell’origine appare dunque non solo un pretesto ma un brutto pretesto per “infangare” la pasta, il miglior prodotto del nostro Made in Italy.
La pasta, per l’appunto, che da oltre 100 anni viene prodotta con grani provenienti da tutto il mondo a scapito di quello italiano proprio perché mal coltivato e di qualità inferiore. Del grano italico si scoprono improvvisamente, oggi, qualità superlative senza però che nessuno dei neo sostenitori (Moncalvo della Coldiretti e Martina, Ministro dell’Agricoltura) abbiano mai prodotto uno straccio di analisi comparativa che confermi la superiorità rispetto ai grani di importazione. La realtà è che si vuole disconoscere il valore di grandi trasformatori quali sono i pastifici italiani che senza remore alcune ricercano con passione i migliori grani per portare sulle tavole italiane la nostra inconfondibile pasta. Sarebbe per questo utile ed opportuno che i fautori del 100% grano italiano si rendessero conto che l’origine non è mai stata sinonimo di qualità e che i grani che provengono dai vari paesi del mondo (coltivati anch'essi da veri contadini, che non vanno "affamati") ci hanno resi famosi nel mondo per la nostra ineguagliabile capacità di trasformare e produrre paste eccezionali .
Dietro questo disegno,mascherato dell’obbligo dell’indicazione dell’origine,si vuole nascondere un altro reale obiettivo: limitare la libertà di scelta del consumatore, appiattire ed uniformare le produzioni,impedire sotto la spinta falsamente protezionistica, di poter assaporare, in libertà, un sano piatto di pasta. Obiettivi che riguarderanno altri prodotti dal caffè al panettone
Sembra già di vederle le nuove etichette dei nostri prodotti tipici in formato lenzuolo che accanto ad ogni ingrediente dovranno indicare il paese di origine. Provate a farlo con i nostri cantucci toscani. E se dovessimo usare la vaniglia delle Isole di Bourbon come reagiranno Salvini e la Coldiretti? Scenderanno anche questa volta in piazza per difendere la vaniglia 100% italiana?
E Loacker, il miglior produttore di wafer in Italia, verrà costretto a comprare quella di Varese e ad utilizzare, sotto minaccia, la vanillina di origine chimica?
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