La traduttrice peripatetica
Negli ultimi mesi mi sono trovata costretta, o quantomeno “fortemente raccomandata” a camminare almeno un paio d’ore al giorno, possibilmente tutti i giorni. Come potrete immaginare, legato a questo vi è uno dei motivi per cui Valeria e io ci siamo per così dire prese una pausa dal blog, oltre alla pigrizia e agli impegni di lavoro.
Due ore non sono tante, ma se facciamo bene i conti non sono nemmeno poche: aggiunte a quelle per il sonno, i pasti, le faccende e il tempo da trascorrere in famiglia o con gli amici diventa difficile mantenere la media di 8 ore dedicate al lavoro quando, come me, si è freelance al 100 per cento. Non potendo, almeno non sempre, coinvolgere mio marito, e non riuscendo né a cucinare né a dormire camminando, mi sono quindi chiesta se, anziché sacrificare parte del tempo personale, non riuscissi a sfruttare queste due ore per lavorare.
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