L'anno che verrà

L'anno che verrà

Quello che sta per finire è stato un anno decisamente intenso, personalmente arricchito da nuove esperienze professionali e traguardi raggiunti. E' stato anche un anno caratterizzato da avvicendamenti politici e sociali preoccupantemente apatici. Alla fine di quest'estate posi questa domanda che, a mio avviso, è oggigiorno cruciale: cosa significa essere un buon cittadino? 

Lo chiesi in primis a voi, che in tantissimi mi avete risposto, e poi a me stesso. Mi sono chiesto perché si sente spesso parlare di "buona politica", o di "un'altra politica", quando invece penso che si dovrebbe rivolgere l'attenzione alle persone, non solo politici di professione (ai loro programmi ed alla loro attività più in generale), ma anche - e soprattutto - quelli che dietro le quinte contribuiscono significativamente a migliorare questo Paese. 

Il buon cittadino è dunque la spina dorsale di ogni nazione che si voglia definire tale. Il buon cittadino nello svolgere ogni sua singola attività rispetta sempre le istituzioni, permettendo un dialogo civile e consono. Soprattutto, il buon cittadino non è a caccia di fama e gloria: trae soddisfazioni dalle singole buone azioni che compie. E’ il pioniere dello spirito sociale e difensore dei valori più antichi. 

Che l'anno a venire porti nuova saggezza e sia all'insegna delle best practices, consigliando di fermarci a riflettere un po' più spesso ed a prendere il giusto tempo per ogni cosa. Auguro a tutti buone feste.

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altri articoli di Marco Bevilacqua

  • Il costituzionalismo del "bene comune"

    Il costituzionalismo del "bene comune"

    Recentemente, sulle pagine del The Atlantic, si è acceso un forte dibattito sulla corretta "lente d'ingradimento" da…

Altre pagine consultate