L’arte della pazienza: so-stare nel presente per un futuro diverso e possibile
“Momo”, un libro di Ende , scritto per bambini, ma pensato per gli adulti, affronta il tema del “tempo”, del consumismo, della frenesia del vivere moderno e di come il progresso tecnologico e produttivo privi l’uomo della sua dimensione umana. Il passaggio di Beppo Spazzino, in particolare, mi è rimasto impresso nella memoria. Persona umile, onesta e silenziosa, ci dà una bella lezione di vita, una chiave di lettura per ripensare la nostra quotidianità e vivere più serenamente. Ho fatto tesoro di questa metafora nella mia vita e nella pratica professionale. Troppo spesso tendiamo a proiettarci nel futuro che immaginiamo e vediamo ora troppo bello ora troppo brutto, ci facciamo prendere dall’ansia di fare, di cambiare, di risolvere, di fuggire, di arrivare in fretta al “domani”, ma vivere proiettati nel il domani ci fa smarrire il presente e ci blocca in uno stato di “sospesa” apatia o scatena frenetici comportamenti scomposti. Dobbiamo prendere atto del piccolo passo che facciamo adesso, nel “qui e ora”, farlo come meglio non potremmo, consapevoli delle nostre fragilità, ma anche delle nostre risorse. Dobbiamo trarre la forza dal presente imparando l’arte della pazienza che vuol dire attendere, ma anche lasciar fiorire, accettazione, fiducia nell’accadere, essere così, come meglio non si sa. Solo così avremo la forza di compiere bene i nostri gesti e passo dopo passo, senza che ce ne accorgiamo, arriveremo in fondo alla strada.
“Dopo il lavoro, quando sedeva vicino a Momo, le spiegava i suoi grandi pensieri. E poiché lei ascoltava in quel suo modo speciale, gli si scioglieva la lingua e trovava le parole adatte. «Vedi, Momo », le diceva, per esempio, «è così: certe volte si ha davanti una strada lunghissima. Si crede che è troppo lunga, che mai si potrà finire, uno pensa »…..Guardò un po’ in silenzio davanti a sé e poi proseguì: «E allora si comincia a fare in fretta. E sempre più in fretta. E ogni volta che alzi gli occhi vedi che la strada non è diventata di meno. E ti sforzi ancora di più e ti viene la paura e alla fine resti senza fiato… e non ce la fai più… e la strada sta sempre là davanti. Non è cosi che si deve fare….Non si può mai pensare alla strada tutta in una volta, tutta intera, capisci? Si deve soltanto pensare al prossimo passo, al prossimo respiro, al prossimo colpo di scopa. Sempre soltanto al gesto che viene dopo….Allora c’ è soddisfazione; questo è importante perché allora si fa bene il lavoro. Così deve essere».
E poi, dopo una nuova lunga pausa, proseguì: « E di colpo uno si accorge che, passo dopo passo, ha fatto tutta la strada. Non si sa come … e non si è senza respiro ».
Michael Ende, Momo