L’ARTE INQUIETA: PAESAGGI INTERIORI, MAPPE, VOLTI
Sospesa nel vuoto, in bilico fra l’altezza e la caduta, l’arte è capace di farci trattenere il respiro nella comprensione del mistero che la distingue. L’ARTE INQUIETA, L’URGENZA DELLA CREAZIONE, l’esposizione da oggi aperta alla Fondazione Palazzo Magnani, a Reggio Emilia, esprime questo significato sin da una delle prime opere che possiamo qui ammirare: Il Funambolo del pittore tedesco Paul Klee. Ma la metafora si presta, in questo caso, ad un’altra urgenza perché l’Arte Inquieta, come il trapezista sul filo, segna il legame sottile che esiste fra l’arte colta e l’art Brut, fra ragione e follia, fra le diverse componenti dell’essere umano che nella loro fragilità e bellezza, vivono in movimento, a volte in subbuglio, nella testa e nel “cuore”, costruendo così differenti equilibri. Il percorso espositivo avvicina autori che sono dei pilastri fondativi dell’arte moderna ad altri che invece provengono da realtà spesso non contemplate dal mondo dell’arte. Nel primo gruppo incontreremo le creazioni anche di Alberto Giacometti, Jean Dubuffet, Hans Hartung, Anselm Kiefer, Antonio Ligabue, Pietro Ghizzardi, Cesare Zavattini, Maria Lai, Alighiero Boetti, Emilio Isgrò e Carla Accardi. Fra le altre, ci sono opere inedite che provengono dall’Archivio dell’ex Ospedale San Lazzaro del Museo di Storia della Psichiatria di Reggio Emilia. Esso contiene più di 28.000 tra disegni, opere plastiche e pittoriche ed è una delle maggiori raccolte storiche di realizzazioni artistiche in questo ambito. L’archivio costituisce uno strumento essenziale nella ricerca che lega arte e psichiatria.
Prima di approfondire le tematiche della mostra ritorniamo al termine Art “Brut” che significa come lo champagne senza aggiunta di zucchero. L’inventore di questo concetto è stato un artista francese, continua a leggere su www.fabulaviva.it
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2 anniStupendo Ligabue 👍