Lascia la tua comfort zone, abbi coraggio, segui la bellezza

Tempo di bilanci, dopo sei mesi di nuovo lavoro, nuove relazioni, nuovi metodi, nuova vita...

Ho passato quasi un decennio a lamentarmi, ogni giorno sul posto di lavoro trovavo tante cose e tante persone che non mi corrispondevano, che mi infastidivano. Erano sempre e solo i fattori esogeni che influenzavano in modo decisivo il mio modo di stare, di guardare, la mia motivazione, che giudicavano il mio essere e quindi lo sminuivano.

Ora, una persona sensata mi chiederebbe certamente come ho fatto a resistere tutto quel tempo. La fottuta comfort zone... Ops, l'ho scritto! E non sto certo dando credito a tutti gli inetti per cui ho dovuto lavorare, sto solo ammettendo che non li ho aiutati a risultare meno inetti, uscendone io stesso come il primo.

E allora, prima o poi, ti capita nella vita che qualcuno prenda iniziativa quando tu non ne hai voglia, che ti faccia uscire dalla tua zona di conforto (o dalla tua pigrizia) a calci, e che a quel punto ti tocchi avere il coraggio di prendere in mano la tua vita per farne il capolavoro che hai sempre desiderato.

Arrivo quindi alla bellezza, perché è ciò che guida, che permette il compimento, il segno supremo di ciò che riempie. L'atteggiamento più umano, quando la realtà non mi soddisfa, è di nascondermi dietro le vicende brutte, le persone brutte, oppure di distrarmi con la televisione o con i social o con i giochini sullo smartphone. Questo perché tutta la società giudica le cose e le persone con una misura legata alle performance: sei ciò che riesci a fare, sei i risultati che porti. Quindi, quando non soddisfo questa misura, mi confronto con la bruttezza per uscirne momentaneo vincitore.

L'altra sera ho conosciuto 2 ragazze, poco più che ventenni, che appena uscite dall'accademia di belle arti hanno fondato un'associazione per svolgere attività artistiche con i senzatetto, i profughi, i bambini abbandonati, i carcerati. Sono rimasto folgorato!

Ci vuole coraggio per seguire la bellezza, per andare dietro a una persona più bella, più intelligente, più capace di me di guardare la realtà e capirne il senso. Ma questo esercizio allarga l'orizzonte, apre a rapporti impensati, permette una compagnia che opera.

Ho scelto un mestiere complesso, abbastanza lontano dal mio modo di essere, ma che mi educa a riconoscere il valore dell'altro in ogni circostanza, che mi costringe ad uscire dal guscio del mio tornaconto. E sono libero, di giocare il meglio di me, di impegnarmi al massimo per aiutare chi incontro, ma anche di sbagliare e di imparare dai miei errori. Bello, vero?