Le auto elettriche sono il nostro futuro, ma in Italia il mercato non decolla. Perchè?
Come si sa l’inquinamento atmosferico è un problema non da poco. L’accordo di Parigi del 2015, riguardante anche le progressive riduzioni di C02, con la firma da parte di 196 Paesi nel contrastare l’inquinamento. Questo conto alla rovescia verso l’obiettivo che tra 20 anni ci siano in circolazione unicamente auto elettriche ha messo definitivamente al bando tutte le auto che utilizzano combustibile fossile.
Purtroppo, ad oggi la quota italiana di auto elettriche pesa solo l’1% sul mercato del Vecchio Continente. Le vetture a zero emissioni sono quindi ancora una goccia nel mare nel nostro paese. Da noi si vende il minor numero di auto elettriche, ma si vende il maggior numero di vetture a combustibile alternativo: è la fotografia scattata dall’Anfia, l’Associazione nazionale filiera industria automobilistica che pubblica mensilmente i dati delle immatricolazioni provenienti dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Sempre questo ente riferisce che dal 2017 c’è stato un graduale aumento, ma sempre minuscolo in confronto ad esempio alla Norvegia, dove il mercato delle auto elettriche ha la fetta del 17% sul totale del comparto auto, secondo l’Associazione nazionale francese per lo sviluppo della mobilità elettrica (Avere). Sempre in questo paese dal 2025 ci sarà lo stop definitivo alla vendita di auto a benzina o diesel dal 2025. Molto distante la legge di divieto di vendita delle auto a benzina e diesel nel nostro paese. Solo dal 2040. Qual è il problema che blocca la vendita delle auto elettriche in Italia? Innanzitutto, gli incentivi bassi, tra i più bassi d’Europa. Altro problema sono i prezzi delle auto, tuttavia, bloccano il mercato: in media un’auto elettrica costa circa 30mila euro, su cui incide fino al 50% la batteria. A proposito: rasserena sapere comunque che le batterie del futuro saranno più leggere e più svelte da ricaricare. Altro problema sono le colonnine di ricarica poco presenti. In Italia i punti pubblici di ricarica sono 4.207 in 2.108 postazioni, una ogni 14.388 abitanti. La Germania è la migliore in Europa: 22.708 colonnine, una ogni 3.620 persone. In Norvegia invece le colonnine sono 7.855, ma ce n’è una ogni 671 persone. In totale, in Europa sono 70 mila i punti di ricarica pubblici, nel Mondo si arriva a 1,45 milioni di colonnine. Siamo ancora troppo indietro, nonostante siano stati stanziati dal 2009 33 milioni e mezzo di euro per creare infrastrutture di ricarica: l’impiego delle risorse è in ritardo (https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/2040-fine-dell-auto-benzina-nasce-grande-mercato-dell-auto-elettrica/e33e8444-117e-11e8-9c04-ff19f6223df1-va.shtml ). A questa scarsità infrastrutturale si aggiunge il problema dell’autonomia dei chilometri delle auto. Sappiamo bene l’importanza della tutela ambientale, c’è bisogno di essere consumatori etici, cioè un’educazione a consumare meno e a usare, ove possibile, i mezzi pubblici. Anche questo andrebbe insegnato nelle scuole ai nostri figli.