Le emozioni vanno usate e guidate, non controllate

Le emozioni vanno usate e guidate, non controllate

Le emozioni sono un aspetto fondamentale della nostra vita. Sono dei "segnali" che ci aiutano a capire dove ci troviamo e come stiamo "vivendo" ciò che ci accade. Attenti, però, a fare di esse le nostre guide.

Usiamo con troppa superficialità termini quali "positivo" e "negativo", associando al primo tutto ciò che è per noi piacevole e vantaggioso, mentre al secondo ciò che ci fa star male o che non ci piace: una modalità piuttosto infantile per rapportarci con la nostra realtà, inducendoci a confondere ciò che ci serve e ci è utile con ciò che ci piace... e viceversa.

Ed è così che deleghiamo al nostro ego il compito di prendere decisioni che ci sembrano perfette sul breve termine, ma che si rivelano poi catastrofiche sul medio-lungo.

Se c'è una cosa che un leader non può proprio permettersi è quello di lasciarsi prendere dalle sue emozioni e/o dai suoi stati emotivi. O meglio, pur non potendo evitare di provare determinate sensazioni, non permette loro di assumere il comando.

E' fondamentale, però, non confondere il "controllare" le proprie emozioni con il reprimerle, cosa che avviene piuttosto spesso e questo è non soltanto dannoso per la direzione che prendiamo nella nostra vita, ma catastrofico per la nostra salute fisica e mentale.

Molti ricorrono a tecniche mentali di vario tipo per superare stati di ansia, di stress e di tutto ciò che provoca tensione interna, ovvero per recuperare energia. Di per sé vanno benissimo, ma se usate come calmanti naturali il cui unico scopo è quello di farci riuscire a convivere con determinate situazioni, prima o poi se ne pagherà il prezzo.

Ricordo, molti anni fa, di aver sentito un rinomato psicologo (mi pare fosse Willy Pasini, ma potrei sbagliare) dire che i più feroci assassini vivono più a lungo della gente "perbene". Non stento a crederlo. D'altra parte, c'è quel detto per cui "l'erba cattiva è la più dura a morire": gli assassini, infatti, sfogano la loro rabbia; la gente perbene continua ad ingoiarla per il buon vivere civile... e muore.

Vuol dire che è preferibile far fuori tutti quelli che ci stanno sulle balle? Per la nostra salute, pare di sì (e c'è chi lo fa!)... ma senza arrivare a tanto, forse c'è un modo decisamente più sostenibile per superare certi stati emotivi ed è quello di usarli ed incanalarli in modo non solo più sano, ma anche decisamente più funzionale ai fini dell'efficacia della nostra vita.

Ecco cosa si può fare per passare da una modalità di controllo delle emozioni/stati emotivi ad un loro uso consapevole e decisamente più utile ed efficace, ricordandosi che:

1. Non esiste niente di aprioristicamente dannoso, nella nostra realtà - Le emozioni inducono le persone a fare cose che le danneggiano, così come a raggiungere vette inimmaginabili: cambia solamente il modo con cui ci si rapporta ad esse. Una lama in mano ad un medico può salvare vite; in mano ad un balordo può uccidere. Le emozioni funzionano allo stesso modo.

2. Le emozioni sono solo dei segnali che dobbiamo imparare a leggere - Quando la spia del carburante su un'auto si accende, non è un problema, ma una benedizione. Allo stesso modo, sentirsi ansiosi, arrabbiati confusi o altro non è un problema, ma è il tuo sistema che ti sta avvisando che devi cambiare qualcosa. Queste emozioni fanno stare male? Certo: DEVONO far male, altrimenti non ci muoveremmo, ma non confondere mai la sensazione che provi con la tua realtà. Non sei le tue emozioni.

3. Il grande manipolatore delle tue emozioni è il tuo ego - Il nostro ego esiste per assicurare la nostra sopravvivenza. Non gli interessa altro, men che meno la nostra felicità: questo è un nostro compito, non il suo. Il suo sogno è quello di vederci fasciati come una mummia e messi dentro un sarcofago, per evitare che ci mettiamo nei guai, ma siccome non è possibile, tutto ciò che comporti un minimo rischio ci viene segnalato sotto forma di emozioni dolorose, mettendoci nella difficile posizione di scegliere tra Sicurezza e Libertà. Indovina cosa si sceglie il più delle volte?

4. Tutte le emozioni, anche quelle "positive", sono potenzialmente fuorvianti - La distinzione tra emozioni negative o positive è data dal fatto che le prime sono dolorose e le seconde piacevoli, ma in realtà, sono tutte solo emozioni ed il nostro compito non è quello di subirle, nel bene o nel male, ma di usarle per perseguire uno scopo. Quelle negative ci servono per aiutarci a capire le nostre vulnerabilità ed a superarle; quelle positive per darci slancio e perseguire i nostri obiettivi.

5. Gli stati emozionali fanno riferimento ai tuoi valori - Non possiamo evitare di avere valori: consciamente o meno, li abbiamo, ma solo quando decidiamo di abbracciarli e di viverli possono aiutarci a migliorare le nostre vite. Quando i nostri valori sono incerti, lo sono anche i nostri comportamenti ed è più facile violarli, dando spazio a stati emotivi negativi, come la confusione, la vergogna, la colpa, la frustrazione, ecc. Scoprendo cosa sia importante per te e restare fedele a questo ti aiuta a non deviare e a mantenere il controllo.

6. Controllare le emozioni non serve e ti danneggia; piuttosto, prova un diverso "canale" - La mancanza di valori forti a cui riferirsi lascia spazio ad emozioni e stati emotivi negativi. Non esiste il "vuoto" in natura e quando lo crei per mancanza di una tua "proposta" interiore, il tuo ego sa come occuparlo, iniettandoti insicurezza e sentimenti autolesionistici. Per non essere afflitti da stati emotivi negativi, reprimerli non funziona ed occorre invece avere chiari i valori a cui t'ispiri e che ti suggeriscano quale direzione prendere.

La nostra società è diventata molto sensibile all'emotività, conferendole un'importanza immensa, nel bene e nel male. L'emotività determina la qualità della nostra vita e ci aiuta a (ri)metterci in contatto con la nostra migliore umanità, ma dobbiamo imparare ad "usarla" con rispetto e consapevolezza, poiché la qualità della nostra vita, alla fine, dipende da questo.

Di più, anche la nostra leadership, a qualsiasi livello la si applichi.

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Nella maggior parte dei casi, non vediamo gli effetti della nostra emotività, soprattutto quella "negativa", fin quando non sono gli altri a sbatterceli in faccia. Proprio perché sei cieco (ripeto, come tutti) alla tua emotività, è importante avere qualcuno al di fuori della tua sfera d'influenza che ti aiuti a vederla ed a guidarla.

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