Le fanta-imprese™
Ultimamente la nostra agenzia ha avuto a che fare con diverse aziende, quelle che chiamate PMI e Micro imprese (link).
Le micro imprese sono aziende con meno di 10 dipendenti e un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro.
Le piccole (e medie imprese) sono aziende con meno di 50 (e 250) dipendenti e un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro (o 50 milioni se medie imprese).
Noi abbiamo a che fare con le micro-imprese. Aziende che fatturano 100 mila euro l’anno ed aziende che ne fatturano 1,5 milioni di euro. Annoveriamo anche qualche PMI, ma quello è un altro discorso.
Quanto trattiamo con quest’ultime fila tutto liscio: hanno uffici marketing con i quali interagire, hanno budget (sostanziosi) da rispettare (ed assegnare), hanno piani industriali di sviluppo e tante altre belle cose.
Quando invece abbiamo a che fare con le micro-imprese a me prende ultimamente il magone, in particolare mi prendere il magone con quelle micro-imprese che pur fatturando sotto i due milioni di euro non stanno mai al di sotto del milione di euro. Le vorrei chiamare fanta-imprese, ripensando un po’ a quando i miei amici giocavano al fanta-calcio. Che io odiavo tra l’altro, come odio il calcio.
Le fanta-imprese stanno lì, in quel limbo di fatturato che illude loro che stanno crescendo e che presto raddoppieranno o triplicheranno i loro bilanci senza però immaginarsi che tutto questo richiede uno sforzo enorme, spesso non sostenibile, non gestibile.
Le fanta-imprese sono disorganizzate. Non hanno idea di cosa sia l’organizzazione aziendale, la divisione in aree di lavoro, il delegare ed assegnare a persone responsabilità ed autonomia.
Esiste il padre-padrone che controlla anche la copy che pubblica i post su Facebook™. Suggerisce al grafico come allineare ed impostare le campagne pubblicitarie.
Le fante-imprese non hanno cultura imprenditoriale, il fare impresa è un’altra cose. Il fare impresa richiede slanci e coraggio. Non richiede momenti di impasse (si, si scrive così, ho googlato prima di scrivere — link).
Quando abbiamo a che fare con le fanta-imprese per noi si apre un rapporto che è più legato alla psicologia e l’assistenzialismo, dove siamo presenti per moderare gli animi, placare le fazioni (opposte) presenti, calmare gli spiriti affinché quello che si fa (o quello al quale ci si oppone) abbia un senso imprenditoriale. Il resto per noi, le tensioni familiari, i dissidi, gli squilibri sono solo tempo perso. Noi entriamo nelle aziende per aiutarle a fatturare, non facciamo altro. Il resto, non ci interessa.
E questo spesso ci viene permesso. Accade però che a volte il meccanismo si blocchi. Si inceppi. E la nostra agenzia sia vista come una minaccia agli equilibri (squilibri) presenti, quindi in quel preciso momento siamo a rischio.
E quello che è a rischio non è solo il nostro fatturato, molto inferiore a quello dei nostri clienti. Quello che è a rischio è la sostenibilità di queste aziende. A rischio è il loro modello di business. La loro capacità di accordarsi al mercato. Di vendere, di crescere. Di diventare delle bellissime PMI Italiane, quelle per cui tifiamo. Tutti i santi giorni.
Noi comunque siamo dei masochisti: nonostante tutto vogliamo solo creare valore per il cliente, e non potremmo mai scendere a compromessi per assecondare climi ed squilibri interni anti-imprenditoriale. Siamo dei pazzi furiosi, vogliamo solo farvi fattura. Per tutto il resto c’è Master-Card™, noi siamo dei pirati, ed abbiamo preso alla lettera l’esortazione di Steve Jobs: Pirates Not the Navy!
Ripartiamo da qua, Filippo
Product Manager - Marketing, Retail solutions & technologies
4 anniPiù sono piccoli, più pretendono, meno pagano...🤔🤔🤔