Le grandi potenze economiche della storia: l’età moderna

Le grandi potenze economiche della storia: l’età moderna

Quali sono state le grandi potenze economiche della storia? In questo articolo analizziamo i numeri delle grandi potenze economiche mondiali, con un particolare accento sulla fase storica che parte dal 1600, primo anno in cui siamo riusciti a ottenere una stima credibile del prodotto interno lordo delle nazioni, fino alla fine dell’età moderna. I dati sono espressi in dollari americani.

La sfida per il primato economico mondiale ha animato la competizione tra le grandi nazioni sin dall’antichità. Dopo il periodo della classicità greca, l’impero romano fu il primo impero globale della storia, creando un vasto dominio alimentato da un’economia molto avanzata per l’epoca e che vide Roma arricchirsi a dismisura importando in quantità massicce dai propri domini. Dopo il crollo dell’impero d’occidente nel 476, il baricentro della politica e dell’economia internazionale si spostò a Costantinopoli, capitale dell’impero d’Oriente.

L’impero bizantino resistette fino al 1453, anno in cui cadde per mano della potenza ottomana, nuova forza dominante nell’Europa orientale con base nell’attuale Turchia, che al 1600 aveva un PIL del valore di quasi 800 milioni di dollari, rappresentando così la terza economia del mondo. Il rivale in Europa degli ottomani era il Sacro Romano Impero, nato nel 962 per estensione di quello carolingio del secolo precedente e successore ideale dell’impero d’occidente. Il Sacro Romano Impero aveva il proprio nucleo nell’attuale Germania, tanto da essere ribattezzato il ‘primo Reich’. Il PIL del Sacro Romano Impero sfiorava i 400 milioni di dollari nel 1600, facendone la quarta potenza economica mondiale. Nelle prime due posizioni del PIL del 1600 non troviamo però paesi europei, bensì due potenze asiatiche: l’India in seconda posizione con 2,6 miliardi di dollari e la Cina al primo posto con circa 3 miliardi di dollari.

L’India, civiltà antichissima e molto fiorente sviluppatasi sulle rive di grandi fiumi quali l’Indo e il Gange, che hanno rappresentato la base della ricchezza del paese, al pari dell’abbondanza di forza lavoro e di materie prime, era rappresentata dall’impero Moghul. La Cina era una realtà molto simile, trattandosi di un’altra civiltà molto antica e avanzata sviluppatasi grazie a grandi bacini idrografici quali il fiume Giallo e il fiume Azzurro e che poteva contare su manodopera e risorse naturali in grandi quantità. La Cina, soprannominata ‘impero celeste’ era governata dalla dinastia Ming.


Alla metà del Seicento, il crollo della dinastia Ming, sostituita da quella Qing, la quale avrebbe governato la Cina fino al collasso dell’impero nel 1911, determinò un temporaneo deterioramento della posizione economica della Cina e il sorpasso in vetta dell’India, la quale con un PIL di oltre 4 miliardi di dollari rappresentava il 25% dell’intera produzione mondiale. Nel 1650, dunque all’indomani della Guerra dei Trent’anni e della pace di Westfalia, che segnò la nascita del moderno concetto di Stato-nazione quale entità geopolitica delimitata da confini chiari e detentore della sovranità sul proprio territorio, vediamo l’ascesa economica di moderni Stati nazionali quali la Russia zarista (quarta con un PIL di 500 milioni di dollari di PIL), la Francia (quinta con 490 milioni di PIL) e la Spagna (sesta con 440 milioni di PIL). Si segnala il declino del Sacro Romano Impero, dilaniato dagli scontri etnici della guerra dei Trent’anni, che vide il suo dominio sull’Europa occidentale intaccato dalla Francia del re Sole, vera trionfatrice del conflitto.

Intorno al 1670, una volta stabilizzatasi la nuova dinastia Qing, la Cina recupera il suo primato e lo incrementa fino ad arrivare a 6,5 miliardi di dollari di PIL nel 1700 contro i 5 dell’India. Il declino dell’impero Moghul, dilaniato da lotte intestine tra le diverse etnie del paese e afflitto da pesanti disuguaglianze socioeconomiche, oltre che dalla cronica incapacità di andare oltre l’economia e di rappresentare una reale potenza geopolitica internazionale, comincia a mostrare i suoi effetti. Agli albori del Settecento, sul podio resiste a fatica l’impero ottomano, con un PIL di circa 1 miliardo di dollari, in calo rispetto al passato, mentre continua la crescita esponenziale di Francia, Russia e Spagna, che superano abbondantemente il mezzo miliardo di dollari di PIL. Il Sacro Romano Impero, ormai politicamente e strutturalmente obsoleto, si avvia al suo scioglimento.


Nel 1720, la Francia supera di slancio un impero ottomano in piena crisi e agguanta il podio. La Russia della dinastia Romanov sorpassa anch’essa gli ottomani nel 1740 e si piazza al quarto posto. Nel 1750, al quinto posto fa capolino la Gran Bretagna. Superato il trauma della guerra civile della metà del secolo precedente, con la ‘gloriosa rivoluzione’ di fine Seicento ci fu l’affermarsi di forme moderne di libertà politiche, civili ed economiche che consentirono al paese di sfruttare il suo enorme potenziale. La posizione geografica insulare, con proiezione su due oceani strategici quali l’Atlantico e l’Artico, le ottime capacità industriali e lo sviluppo di una tecnologia navale e di una marina inarrivabili furono le basi di una crescita impetuosa.

Il Regno Unito trionfò sulla Francia nella guerra dei sette anni (1756-63) e pose le basi del suo dominio sull’Europa e dell’espansione del suo impero globale. La conquista dell’India, completatasi entro la metà dell’Ottocento, consentì a Londra di acquisire ricchezze enormi, di controllare l’Indopacifico e di diventare, nel 1780, la seconda potenza economica mondiale dopo la Cina. Nel 1780, il PIL cinese era arrivato a 13 miliardi, mentre l’impero britannico poteva contarne 8,5. Molto staccata sul podio troviamo la Francia con due miliardi di PIL. Seguono la Russia e moderne potenze quali Prussia (nucleo del futuro impero tedesco), Austria, Paesi Bassi e soprattutto Stati Uniti, paese nato nel 1776 in seguito alla rivoluzione americana e che già agli albori della sua esistenza poteva contare sul decimo PIL al mondo (650 milioni di dollari).

Con le rivoluzioni americane e francesi si chiude l’età moderna e si passa all’età contemporanea, i cui numeri sulle attività economiche dei vari paesi verranno illustrati nel prossimo articolo. Grazie per la lettura di questo articolo! Se ne hai gradito i contenuti, lascia un commento o condividilo!

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