Le opzioni: cosa sono e come funzionano?

Le opzioni: cosa sono e come funzionano?

(Parte 2/2)

Il valore di un opzione: da cosa dipende e come misurarlo

Nella prima parte abbiamo esposto e analizzato insieme il concetto di Opzione, soffermandoci su quali siano le specifiche tecniche e le caratteristiche principali di tale strumento finanziario e misurando i pay-off e il rapporto rischio-rendimento quando acquistiamo o vendiamo un'opzione; procedendo dunque con tale analisi, la nostra attenzione si sposta ora su quale sia effettivamente il valore di un'opzione e da che cosa esso può dipendere e variare. Distinguiamo due tipi di valori:

  • Il valore intrinseco: è il più importante e può essere definito come la differenza fra sottostante e prezzo di esercizio.
  • Il valore temporale: è il pagamento di un prezzo in virtù del tempo concesso in funzione della scadenza dell'opzioni e viene influenzato da diversi fattori, quali:
  1. il tempo residuo alla data di scadenza;
  2. la volatilità;
  3. il tasso di rendimento a breve termine privo di rischio;
  4. i dividendi eventualmente previsti dal sottostante.

Elementi molto importanti che devono essere tenuti in considerazione nel determinare il valore delle opzioni sono soprattutto i dividendi e i tassi di interesse. Le opzioni possono essere utilizzate ad esempio come una valida alternativa alle classiche posizioni lunghe e/o posizioni corte che normalmente vengono aperte e tenute all’interno dei portafogli; si può ad esempio scegliere di tenere in portafoglio una posizione lunga oppure acquistare una call sullo stesso sottostante, allo stesso prezzo, per avere un payoff teoricamente identico. Tuttavia non è esattamente cosi: sebbene il profilo dei profitti (e analogamente quello delle perdite) risulti essere sostanzialmente uguale, la posizione riguardante l’opzione non comporta l’effettiva proprietà del sottostante prima che essa venga esercitata: per questo motivo, non si ha diritto ai dividendi che il titolo paga né si è sostenuto l’esborso monetario che invece l’acquisto di tale titolo avrebbe comportato. Per ciò che riguarda i dividendi infatti è risaputo che essi inducono a una diminuzione del prezzo delle azioni il giorno in cui vengono staccati: avranno quindi un effetto negativo sul valore del sottostante di un’opzione e, come logica conseguenza, un effetto negativo sul valore di una call e positivo sul valore di una put. Un ragionamento analogo può e deve essere effettuato anche per ciò che concerne la disciplina dei tassi d’interesse. Il concetto che sta alla base è sempre lo stesso: il possesso di un’opzione è molto simile, ma non del tutto identico, a possedere una posizione sul sottostante. Il detentore di una call, ad esempio, beneficia dei rialzi del sottostante (come appunto se lo possedesse) ma è come se rimandasse l’esborso per acquistare tale titolo. Questa possibilità di rimandarne l’acquisto ha un prezzo ben preciso, che è rappresentato dal tasso di interesse: più alti saranno i tassi d’interesse, più sarà conveniente rimandarne le uscite e, di conseguenza, più dovrà essere elevato il premio della call. Viceversa, per un’opzione put vale la regola secondo la quale più sono alti i tassi di interesse più cala il valore dell’opzione.

Per misurare in che modo cambia il valore dell'opzione in relazione alle variabili sovraesposte, si utilizzano alcuni indicatori quali:

Vega: esprime appunto la sensibilità di un’opzione al variare della volatilità del sottostante. Se, ad esempio, un’opzione ha un Vega pari a 0,50, significa che il premio dell’opzione aumenterà (o diminuirà) di 0,50 euro in seguito ad un aumento (o riduzione) di un punto percentuale della volatilità del sottostante, fermi restando gli altri fattori . E’ bene sottolineare che il Vega:

  • influisce solo sul valore temporale del premio di un’opzione.
  • non è un fattore costante, ma varia all’avvicinarsi della scadenza del contratto d’opzione.
  • per le opzioni ATM e OTM ha rilevanza maggiore.

Delta: riflette la sensibilità del premio di un'opzione. Si calcola come la variazione del prezzo dell’opzione al variare del prezzo del sottostante di un punto percentuale, assumendo costanti gli altri fattori. Il Delta, a seconda del tipo di opzione a cui fa riferimento, prevede diverse caratteristiche:

  • Per le opzioni call, il Delta è positivo, perché ad una variazione positiva del prezzo del sottostante il valore dell’opzione stessa aumenta (o, viceversa, diminuisce se vi è una variazione negativa).
  • Per le opzioni put, il Delta è un valore negativo, dato che esiste una relazione inversa tra prezzo del sottostante e prezzo dell’opzione.
  • Non è un valore costante. Esattamente come Vega, cambia con il trascorrere del tempo ed in particolare all’ avvicinarsi alla data di scadenza tende a 1 per le opzioni ITM e a 0 per le opzioni OTM. Per le opzioni ATM il Delta è generalmente valore costante che si aggira intorno allo 0,50, fino alla scadenza dove si annulla.

Esiste un altro indicatore, chiamato Gamma, che è fondamentale per capire come il Delta di un’opzione varia al variare del prezzo del sottostante. Esso può essere definito come la variazione del Delta per una variazione unitaria del prezzo sottostante.

Theta: questo indicatore pone in relazione il valore di un’opzione con il passare del tempo, esprimendo l’impatto che quest’ultimo ha sul prezzo dell’opzione. Theta viene espresso in termini numerici ed indica sostanzialmente quanto l’opzione perde avvicinandosi alla data di scadenza. Anche Theta varia con il variare del tempo e fa riferimento esclusivamente al valore temporale dell'opzione, in particolare:

  • se si tratta di opzioni ITM, il cui loro valore è dato dalla somma di valore intrinseco e valore temporale, il tempo influenza solo quest’ultimo: di conseguenza, alla scadenza, tali opzioni presenteranno esclusivamente il loro valore intrinseco.
  • se si tratta di opzioni ATM o OTM, il cui valore è dato quasi esclusivamente dal valore temporale (il loro valore intrinseco è quasi pari a zero), alla scadenza esse non avranno più alcun valore.
  • il deprezzamento dell’opzione è direttamente proporzionale all’avvicinarsi alla data di scadenza ed assume il valore massimo nei giorni precedenti a tale data.


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