Le origini dell'etichetta
Le origini dell'etichetta

Le origini dell'etichetta

Molto spesso tendiamo a banalizzare gli oggetti che ci circondano nella nostra vita quotidiana, ignorandone la storia, le origini e le evoluzioni, che questi hanno avuto, per giungere nei giorni nostri. 

L’etichetta, ad esempio, ha una storia molto più lunga di quanto si creda. 

Se attribuiamo all’etichetta il concetto di una sorta di “documento d’identità” del prodotto cui è riferita, questa risale al tempo degli antichi Egizi. Al tempo si trattava d'incisioni, poste sulla chiusura delle anfore vinarie e riportavano: il tipo di vino, l’anno di produzione, la zona di provenienza e il nome del produttore (in fondo non erano molto diverse da quelle attuali).

L’inizio di questa pratica è stimata verso l’anno 1550 a.c. 

La testimonianza più ampia, sono le numerose anfore ritrovate nella tomba del faraone Tutankhamon del 1323 a.c.; queste erano 26 anfore di vino rosso, di due diverse qualità, provenienti dalle vigne imperiali, di 3 annate distinte.

Codesta pratica d’incisione, per identificare le anfore vinarie, fu recepita e ampiamente utilizzata dagli antichi greci e dai romani a seguire. Con gli antichi romani, la tecnica fu estesa oltre che alle anfore vinarie, anche alle anfore e ai contenitori delle preziose spezie. 

Il metodo dell’incisione fu utilizzato fino al 1600. 

Nel XVII secolo, si iniziò a utilizzare pesanti bottiglie in vetro, chiuse con tappi in sughero, tale evoluzione creò la necessità di una più precisa identificazione, in Inghilterra si diffuse l’uso di placche in peltro o in argento su cui erano incisi i dati del contenuto, ma essendo molto costose furono rapidamente sostituite.

Si deve al monaco benedettino Don Pierre Pèrignon, (oggi conosciuto come Don Perignon) ideatore del metodo di vinificazione “Champenoise”, la prima forma di evoluzione dell’etichetta. Il monaco etichettava ogni bottiglia, con piccole pergamene ove scriveva a mano tutti i dati del vino, quindi legate al collo della bottiglia con uno spago.

Dobbiamo attendere oltre mezzo secolo e l’intervento di un altro nome nobile dello Champagne, Claud Moèt (oggi conosciuto come Moèt & Chandon), verso il 1750, per trovare la prima etichetta di carta applicata sulla bottiglia. 

È sul finire del Settecento che l’etichetta subì una radicale trasformazione, a seguito dell’invenzione della Litografia da parte di Alois Senefelder, tale tecnologia consentiva di stampare su carta, più copie della stessa etichetta.

Trascorse oltre un secolo per trovare la prima etichetta più vicina a come noi oggi la intendiamo, grazie allo sviluppo di una nuova tecnologia di stampa ideata da Robert Barclay, nota come stampa Offset. Fu ancora un produttore di Champagne Henri Marc proprietario della Maison De Venoge che nel 1840 per la prima volta propose le proprie bottiglie con etichette illustrate con grafica e testo, sul tipo di quelle di oggi.

L’evoluzione delle etichette in Italia seguì a stretto giro l’operato dei francesi. Nel XVII secolo si diffuse l’uso dei “polizzini” cartellini legati al collo della bottiglia, stampati a pressione con lo stemma del produttore, con indicazione del tipo di vino, la quantità e l’anno di riferimento. Nel XVIII secolo cominciò ad affermarsi l’uso dell’etichetta in carta, i primi furono i produttori Piemontesi di Vini e Vermouth (sono oggi conservate alcune etichette della Cinzano risalenti alla fine del 1700 e inizi del 1800), analogamente ad alcuni produttori siciliani del Marsala.

Il XX secolo vide lo sviluppo della creatività grafica, dal 1924 il barone Philippe De Rothschild commissionò a famosi artisti, quali Picasso, Dalì, Warhol e molti altri, l’illustrazione delle etichette del pregiatissimo Mouton Rothschid.

Tutto questo fino al 1950, anno in cui fu emanata la prima legge che definì le prime regole e un valore legale all’etichetta moderna.

Nel 1993 in un sottoscala della periferia di Bari, Vincenzo Battista, avviò una piccola attività di produzione e stampa di etichette. Credendo poi nell’importanza e nel potere della tracciabilità di un prodotto all’interno della filiera produttiva e distributiva, dopo 10 anni si ingrandì fondando la Finlogic Srl. Nel 2017 si quota su mercato ENG di Borsa Italiana e oggi è un Gruppo composto di ben 9 aziende consociate, di cui alcune fuse, con 3 stabilimenti di produzione e 7 sedi commerciali e di assistenza tecnica per stampanti di etichette e lettori barcode, riferimento ormai riconosciuto a livello nazionale sul mercato.

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