Le relazioni e la memoria
Nelle #relazioni con le altre persone, è importante tenere conto che i nostri cervelli apprendono tutti i tipi di informazione attraverso i sistemi sensoriali, ma prestiamo attenzione solo ad una frazione di esse ed alcune di queste informazioni sensoriali sono tenute a mente nella memoria di lavoro, che ha una capacità molto limitata.
Quindi, cosa sarà rimasto nel corso dell’ultima riunione, chat o incontro, di quanto abbiamo detto, fatto o fatto vedere?
È opportuno farsi queste domande, se teniamo ad una determinata relazione, in quanto, quello che noi avremmo voluto evidenziare, potrebbe non essere stato colto dal nostro interlocutore!
Inoltre esiste un’ulteriore grande differenza da ricordare tra la #memoria dichiarativa e non dichiarativa, ovvero tra le memorie di fatti ed eventi (dichiarativa) e le memorie di abilità, abitudini e comportamenti (non dichiarative). In generale le memorie dichiarative sono accessibili per il recupero consapevole, mentre i compiti appresi operano senza dover essere recuperati consciamente.
Infatti potremmo non ricordarci la data della prima uscita in auto, ma il nostro cervello sa che cosa fare quando ci apprestiamo a guidare la nostra automobile.
Le memorie dichiarative si formano facilmente e sono facili da dimenticare, al contrario le non dichiarative richiedono ripetizione e pratica per un periodo più lungo, ma queste memorie sono meno facilmente dimenticabili.
Quindi?
Quando vogliamo che quello che diciamo o facciamo, perduri nel tempo nella memoria dei nostri interlocutori, ricordiamo di lavorare sulla rispettiva memoria non dichiarativa, attraverso l’esperienza diretta, la ripetizione e la pratica per un periodo più lungo!
Complesso?
Il nostro cervello funziona in questo modo e diversamente, pensare che una cosa detta una volta possa rimanere nel tempo, è solo un modo per renderci la vita semplice, ma senza efficacia.
da Neuroscienze Esplorando il cervello