Le Società della Mente
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Le Società della Mente


Una mente, al contrario di come intuitivamente si pensa, non è libera.

Come un gas in una bottiglia può occuparne tutto lo spazio interno, ma deve sottostare alla forma e i limiti impressi dalla struttura, il vetro nell’esempio, il cervello e il corpo nel caso umano.

Quindi pur potendo assumere idealmente tutte le forme, la stessa natura e struttura umana gliene limita “n” possibilità.

Altri limiti gli derivano dall’acquisizione dei modelli culturali e sociali che fin dai primi anni di vita ne restringono la versatilità e la potenzialità a favore di una strutturazione che mira a creare un certo 'TIPO' di mente, estrusa forzatamente, costretta ad attraversare FORME EDUCATIVE, cognitive, sentimentali, collettive, linguistiche identitarie e deterministiche, cioè tese a dare qualità specifiche a discapito di altre.

In altre parole subiamo una vera e propria PROGRAMMAZIONE MIRATA, con un software di sistema che di per sé, non solo è incline ad autodefinirsi il migliore possibile, ma che autoperpetua le sue storture all’infinito.

Un software che agisce attraverso associazioni e artifici, in un continuo processo formante non dissimile a quello 'giocato' dai bambini quando imparano a inserire degli oggetti a forma di stella, triangolo, quadrato e cerchio in dei fori dalle forme corrispondenti. Creando connessioni statiche che se da un lato stabilizzano gli apprendimenti dall’altro li rendono bloccanti per altre visioni.

Ecco nel mondo delle SOCIETÀ DELLA MENTE, soprattutto occidentali, funziona esattamente così!

Le realtà vengono premodellate, limitate e presentate come uniche e univoche. Al di fuori di esse non c’è mente. Il paradosso è proprio, invece, che nelle culture orientali la “non mente” è proprio uno dei modelli principali della realtà. E come elemento primario della “non mente” c’è il vuoto, la consapevolezza della non forma, lo spazio interno alla tazza da tè.

Perchè lamentarsene date le meraviglie che la mente umana riesce in ogni caso ad ottenere?

Perchè seguendo pedissequamente questo modello noi rendiamo complicata la possibilità che si generino MENTI TOTIPOTENTI, multipotenziali e multidimensionali. Accettando invece come normale una PRE-FORMATTAZIONE.

Il controllo della mente

L'assunto base, dal quale partire per ragionare, è che ogni mente ha bisogno di una impalcatura, di una struttura che la sorregga, guidi e indirizzi. Un pò come un rampicante ha bisogno di un muro o una rete su cui ancorarsi per crescere.

Quindi basta scegliere la “STRUTTURA SOSTENENTE” adatta e si potrà avere un ampio controllo della mente.

Questa struttura formattante per la mente non è altro che la lingua.

La lingua, difatti con le sue regole, la sua grammatica, senso e significato erge un labirinto, via via più intricato, direzionante e costrittivo.

Un labirinto dove prima c’era un campo d'erbe e fiori spontaneo nel quale ci si poteva muovere con gioia, liberamente.

Un labirinto linguistico, fatto di barriere, quasi impossibili da attraversare trasversalmente. Un percorso artificiale, pieno di vicoli ciechi, da percorrere ogni volta che la mente vuole giungere ad esprimersi.

Un labirinto che come uomini proviamo a violare attraverso una struttura linguistica divergente cioè la lingua poetica. Un vero e proprio tentativo di contro programmazione della mente.

Al di là della siepe

Come Leopardi, non possiamo che fingerci nel pensiero, per andare oltre la siepe, oltre le barriere dei nostri labirinti e delle nostre stesse menti.

In quest’oltre vorrei che fossimo capaci di trovare o creare per la nostra umanità una lingua nuova, liberante, una lingua non posizionante, non gerarchica, una lingua pienamente espressiva, una lingua che non usi parole, una lingua che a mio parere può essere solo somatica, una lingua del corpo, una lingua che sappia abbracciare in sé la poesia della mente incarnata per costruire una società che sappia avere la sensibilità di tenersi per mano.

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