Leadership e intelligenza emotiva
Competenze e gerarchie sono sempre allineate? Chi si trova all’apice della piramide ha l’umiltà di ascoltare i consigli di chi sta, gerarchicamente, sotto?
Secondo Forbes una delle ragioni per cui oggi molti leader non sono tali è che non hanno il coraggio di abbracciare la diversità di pensiero. Detto in altre parole, non sono pronti a confrontarsi. E magari ad accogliere e rispettare le professionalità e l’esperienza che si annidano anche nei ruoli più operativi.
Non a caso il Business News Daily precisa che i migliori leader sono consci che il proprio successo dipende dall’abilità che dimostrano nell’inspirare e guidare il proprio team. Una persona sola, per quanto in gamba, preparata, meritevole o stacanovista che sia, non potrà mai avocare a sé tutte le qualità e ricchezze di un intero team.
In fondo, leggiamo ancora su Forbes, una leadership di successo è questione di relazioni. I leader, per essere tali, dovrebbero essere dotati di intelligenza emotiva, ossia di quella dote difficilmente misurabile che aiuta a comprendere le situazioni in cui si trovano, il vissuto degli altri e a gestire i conflitti. Le persone che hanno una buona intelligenza emotiva riescono a bilanciare con naturalezza buone maniere, empatia e gentilezza con l’abilità di imporsi e stabilire linee di confine.
È possibile, allora, diventare un buon leader?
Provocatoriamente credo sia fondamentale partire dai propri limiti e debolezze e, di conseguenza, sapersi circondare delle persone dotate delle qualità in cui ci riconosciamo carenti. Un leader dovrebbe avere la lucidità e l’onestà di riconoscere i diversi elementi che compongono il proprio team e spronare ciascuno nella direzione che gli è più consona. Un leader, in fondo, è colui che guida, e senza la sua squadra rischia di perdere la propria identità.
Ottima riflessione. Grazie mille.
Marketing Manager & Digital Strategist | Capa di un super team marketing in CGT
7 anniConciso, essenziale e puntuale. Ottimo spunto, grazie come sempre Paola.