Learning agility, allenare i muscoli della creatività e "giochi" a lungo termine
In una cartella Drive condivisa con le PR Manager e con la PR Director di Disclosers , in cui andiamo a inserire alcuni articoli/spunti utili per chi quotidianamente gestisce un team, ho aggiunto pochi giorni fa un articolo dal titolo “4 Ways to Become a Better Learner”, a firma di Monique Valcour, pubblicato il 31 dicembre del 2015 dall’Harvard Business Review.
Viene riportato un concetto che personalmente considero centrale e alla base di qualsiasi tipologia di crescita e che il pezzo definisce come “Learning agility”.
“Learning agility is the capacity for rapid, continuous learning from experience. Agile learners are good at making connections across experiences, and they’re able to let go of perspectives or approaches that are no longer useful — in other words, they can unlearn things when novel solutions are required.
People with this mindset tend to be oriented toward learning goals and open to new experiences. They experiment, seek feedback, and reflect systematically. A desire to develop by acquiring new skills and mastering new situations is a fundamental element of learning agility.
Agile learners value and derive satisfaction from the process of learning itself, which boosts their motivation as well as their capacity to learn from challenging developmental experiences. As a result, they don’t get defensive and they’re willing to take risks, such as making a mistake or appearing non-expert in public.”
Riuscire a trasmettere il valore di questo elemento credo sia una sfida centrale per tutte le persone che si occupano di guidare, far crescere e gestire una squadra.
Così come l’argomento delle prossime righe.
Allenare i muscoli della creatività (mediatica): 7 consigli
La creatività va allenata, “stressata”, messa alla prova, nutrita. E questo processo richiede tempo, dedizione e disciplina.
Avere un’architettura creativa con i muscoli allenati non è frutto della casualità, ma non è nemmeno “figlia” di un percorso perfettamente definito e identico per ogni persona.
[Per completezza, riportiamo il significato di “creatività” (fonte: Treccani): “Virtù creativa, capacità di creare con l’intelletto, con la fantasia. In psicologia, il termine è stato assunto a indicare un processo di dinamica intellettuale che ha come fattori caratterizzanti: particolare sensibilità ai problemi, capacità di produrre idee, originalità nell’ideare, capacità di sintesi e di analisi, capacità di definire e strutturare in modo nuovo le proprie esperienze e conoscenze.”
Personalmente, avendo l’anima professionale che vede due lettere tatuate (la P unita alla R), associo la creatività all’aspetto mediatico.
Consigliati da LinkedIn
E qui di seguito ho voluto raccogliere alcuni spunti che mi sono sempre utili, per cercare di alimentare questa parte:
Oggi, domani, dopodomani. Ripeti. Un gioco a lungo termine (ma se si trova un significato)
Fare, fare, fare. Ripetere. Fare (meglio). Ripetere ancora. Di nuovo. Non per un giorno, nemmeno per due, ma per mesi o anni, se necessario. I risultati tangibili, i punti di svolta si vedranno più avanti? Sì (risposta scontata, lo so).
Il ritmo, però, si mantiene elevato solo nel momento in cui si riesce ad attribuire un significato potente a ciò che si sta facendo, anche se in apparenza sembra solo ripetitivo.
Niente di nuovo. Certo. Può sembrare un concetto banale, ma non lo è, perché quando alle apparenti ripetizioni di un’azione, di un’attività, non viene attribuito (in modo soggettivo e personale - perché no, non basta sentirselo dire dall’esterno) un valore significativo, allora c’è il rischio che si perda la volontà di proseguire, con una conseguente diminuzione della possibilità di costruire delle competenze molto solide e un’esperienza con valore strategico.
Penso che uno degli ingredienti più importanti in questo contesto sia quello di evitare di mettere all’interno di un recinto la propensione all’apprendimento.
Ogni piccolo pezzo di lavoro, infatti, anche un’attività che sembra ripetitiva, può conservare al suo interno delle opportunità di formazione. Imparare significa crescere. E crescere, in questo caso, non significa solo migliorare professionalmente, ma anche come persone.
“Whereas we used to go to work to learn to do a job, learning now is the job.
It’s not something that should be scheduled for an hour each week or a day each month.
The priority is to increase the learning people gain from the meetings, projects, and tasks that are already part of their jobs.” (dall’articolo “How to Help Your Team Learn in the Flow of Work” - HBR).
E questa è proprio quella tipologia di partita che sempre di più ci si trova a dover affrontare.