L’Economia Comportamentale.
L’economia classica è dominata dal concetto che “l’egoismo razionale” sia il più valido criterio per studiare comportamento umano sui mercati.
Il 9 ottobre 2017 il prestigioso riconoscimento dell’Accademia di Svezia (Premio Nobel) è stato assegnato a Richard H. Thaler, per il suo contributo all’economia comportamentale.
L’affascinante teoria inserisce nell’economia convenzionale, che si fonda sulla razionalità degli agenti economici, elementi psicologici dell’agire umano nel mondo reale.
Questa affascinante teoria, di cui Thaler è senza dubbio un padre fondatore, parte dall'osservazione che, a differenza delle tesi a supporto dell’economia convenzionale, l’essere umano non ha una perfetta conoscenza del mondo intorno a sé, ne possiede una forza di volontà ferrea e nelle sue decisioni tiene conto anche di fattori etici e sociali, riconoscendo anche un ruolo alle considerazioni altruistiche.
Il pensiero di Thaler è solo uno dei numerosi segnali che riconoscono il peso della psicologia negli studi sull'economia.
Il pensiero dell’economia comportamentale si contrappone alla definizione coniata dal grande R. J. Shiller, che definiva l’economia “un’ottimizzazione matematica di individui separati ed inesorabilmente egoisti”.
Tale concetto che è valso a dare all’economia convenzionale il celebre appellativo di scienza triste (Dismal science), propria da un saggista inglese dell’ottocento, T. Carlye, che affermò che tale visione “ignorasse del tutto quanto di meglio c’è nella specie umana”.
Chiunque abbia studiato l’economia, prima nella versione classica-liberista, poi nella sintesi neoclassica-marginalista, sa perfettamente che non contempla variabili psicologiche, ma si fonda sul ragionamento logico deduttivo, quale pilastro concettuale della dottrina.
Tale pilastro è l’egoismo razionale che è la chiave interpretativa del mondo reale.
Dobbiamo riconoscere che il Premio Nobel assegnato a Thaler rappresenta una rivoluzione nel pensiero economico, mettendo in relazione l’economia con la psicologia. La stessa motivazione del premio: “per aver inserito ipotesi psicologicamente realistiche nelle analisi del processo decisionale economico”, rende evidente l’eccezionalità dell’evento. Lo stesso R. J. Shiller, padre della finanza comportamentale, anch’egli Premio Nobel 2013, ha manifestato il proprio plauso a Thaler ed alla scelta di Stoccolma. In un suo appassionato commento, pubblicato nelle pagine economiche di tutto il mondo, senza mezzi termini, ha affermato: “Thaler ha spiegato nella sua ricerca il modo in cui focalizzare le indagini economiche in termini più incisivi su problemi reali e importanti. Il suo programma di ricerca è stato sia comprensivo che ben argomentato e ha stabilito una traiettoria per i giovani ricercatori e per gli ingegneri sociali che segna l’inizio di una rivoluzione scientifica concreta e duratura. Non potrei essere più felice per lui e per la nostra professione.”
Già nel pensiero di A. Smith, padre fondatore dell’economia classica, nella sua “Teoria dei sentimenti” si percepiscono stretti nessi con l’etica e con l’empatia. Purtroppo, l’interpretazione riduzionistica di Vilfredo Pareto e J. Maynard Key, consacrarono l’egoismo razionale nella teoria economica.
Thaler ha messo in evidenza che la “emotività” dell’uomo, considerata dall’economia convenzionale come comportamento irrazionale, nella vita reale predomina nelle scelte economiche. Lo si constata a partire dagli acquisti fatti sotto la spinta degli sconti, per finire alla borsa, più influenzata dalle spinti emozionali del mercato, che da ragionamenti razionali legati alla teoria del valore.
Il contributo più importante della teoria di Thaler è senza dubbio il “nudge” o in italiano “spinta gentile”.
Il “nudge” è esattamente la teoria della ricompensa che il cervello umano ed animale utilizza con estrema efficacia. Lui la chiama “ricompensa morale”. Si stima che le politiche di nudging siano oggi alla base delle strategie politiche di oltre 130 paesi nel mondo.
Teoria affascinante che vede l’economia sotto una auspicata visuale etica ed imperfetta, come la natura umana.
D'altronde per le neuroscienze il pensiero razionale presuppone la memoria storica dell’emozione e risulta l’elaborazione prospettica dell’intuizione.
16 febbraio 2018
Michele Gentile
Dott. in Psicologia
6 anniLo trovo un argomento molto interessante, anche per i non addetti ai lavori... Ho letto il libro "Mente e economia" di Antonietti (prof della Cattolica che ho avuto il piacere di conoscere personalmente) e Balconi; veramente interessante vedere attraverso le varie esperienze ed esperimenti riportati come la mente umana compia scelte, quelle stesse, semmai, che compiamo dinanzi ad una vetrina che espone oggetti in saldo fino ad operazioni di borsa. Una delle cose che forse non immagineremmo è che, nonostante riflessioni e considerazioni, alla fine non sempre si sceglie esattamente ciò che è realmente più conveniente 😉😊 Buona domenica 😊