Legittima difesa e buon senso: vaprio d'adda.
In questi giorni ho letto sulla stampa del provvedimento col quale è stata archiviata l'ipotesi dell'omicidio volontario a carico del pensionato di Vaprio D'Adda: finalmente è tornato il buon senso, scevro da ideologie politiche. Buon senso che può essere riassunto nella banale circostanza che chi si intoduce nell'altrui abitazione e non fugga, nonostante sia stato scoperto, è da ritenere essere pronto a tutto pur di portare a compimento la sua azione. In questi mesi ho sentito aberrazioni che cozzavano, prima ancora che col diritto, col normale buon senso, con quello che chiunque, avulso da condizionamenti politici, è portato a pensare. Cosa si sarebbe voluto, che l'aggredito, dopo aver urlato e manifestato anche oggettivamente la sua presenza, dicesse "scusi signor intruso, visto che lei non fugge, mi dice fino a che punto si spingerebbe per rubarmi ? Si limiterebbe a neutralizzarmi dolcemente o anche a picchiarmi ? E, in tal caso, quanto ? Perché, sa, un cazzotto ben assestato può anche uccidere! A proposito, è armato ? Sì, ma è vera o e falsa ?....": il tutto, prescindendo dalle condizioni psicologiche in cui l'aggredito dovrebbe versare (almeno, secondo normali istinti umani). Bravo il collega, che non conosco. Innanzi all'aggressore che non si allontana, il pericolo è attuale, imminente: e ciò facendo, legittima qualsiasi reazione, giacché in tal caso l'aggredito deve ritenere in pericolo anche la sua incolumità fisica. Né può pretendersi che si debba far prendere tutto passivamente (e qui casca l'asino dell'opzione ideologica di matrice comunista).