L'impatto dei like sulla mente dell'utente
Quando il web fu concepito l’utente viveva le informazioni in maniera passiva. Oggi nel web 2.0 l’utente diventa il fulcro del sistema sul quale si sviluppa il web, cambiando il modo in cui si usano i servizi online e in cui ci si aspetta di usarli. Siamo costantemente iperconnessi e quotidianamente usiamo i social, carichiamo contenuti e lasciamo like e follow, ma chi di noi è in grado di riconoscere quando l’abitudine diventa dipendenza? Quanto un semplice touch può influire sulle nostre emozioni?
Il concetto di social network è un concetto proprio della sociologia che fa appunto riferimento alla rete di relazioni.
Con il termine social network site si intendono servizi, siti, portali ecc. ai quali ci si può collegare per costruire e strutturare la propria rete di relazioni.
A seconda del social, e quindi del canale utilizzato, l’utente si aspetta una diversa tipologia di conversazione e di interagire con una certa tipologia di contenuti.
È comprensibile che un riscontro positivo della propria presenza online possa procurare piacere. Questo fenomeno prende il nome di reward learning (apprendimento per ricompensa) ovvero la ricompensa che riceviamo dopo aver svolto il compito. In questo caso il premio sarebbe appunto la gratificazione, il seguito e il bisogno di soddisfare il nostro ego. La soddisfazione dell’ego e la gratificazione sono il principio su cui si basano molti social e rappresentano anche l’unico metro di valutazione del nostro tempo investito su i suddetti siti.
I like e i commenti positivi vengono considerati una misura di approvazione data la felicità che proviamo quando li riceviamo, al contrario pochi like e commenti negativi possono condizionare profondamente e avere un impatto negativo sull’umore e sull’autostima, causando traumi e depressione. Non bisogna pensare che condizionare le nostre emozioni online sia qualcosa di difficile poiché le stesse aziende fanno leva sulle nostre emozioni primarie e con questo principio ci propongono i loro annunci e le loro strategie di marketing, e la cosa funziona.
A causa di molte spiacevoli situazioni che si possono trovare online molti giovani, che spesso nascono con lo smartphone in mano, senza la supervisione dei genitori si ritrovano in queste problematiche che sono in grado di alterare la loro percezione della realtà o delle relazioni interpersonali, con una ricerca di attenzioni.
Poiché su questi siti passiamo la maggior parte del tempo a guardare quello che fanno gli altri è facile confrontare costantemente la nostra vita, successo e felicità alle loro.
Siamo vittime di questo loop infinito in cui si cerca continuamente la gratificazione, proprio quest’ultima che favorisce il ciclo dell’abitudine che si trasforma poi in dipendenza.
Tra gli aspetti che causano dipendenza troviamo; le notifiche che stimolano la curiosità, la noia che ci spinge ad usare lo smartphone, l’imbarazzo di quando ci si trova in situazioni sociali in cui non sappiamo come interagire e per intrattenersi si usa lo smartphone e l’Imitazione poiché l’essere umano è naturalmente portato a imitare comportamenti messi in atto da altri.
I disturbi provocati dalla rete
Non ricevere feedback rischia di provocare sensazioni di esclusione, svalutazione di sé e stati d’animo che portano ad una solitudine sociale.
Una problematica evidenziata anche da Federico Pistono in una sua intervista, dove ci racconta di come lo stesso creatore del pollice in sù di Facebook abbia preso una posizione per denunciare gli effetti negativi che ha prodotto questa continua ricerca dei like.
Dai dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza Onlus viene riportato che circa 1 adolescente su 10 decide di seguire una dieta per apparire più bello nelle foto già all’età di 11 anni.
La Royal Society for Public Health (RSPH) ha sintetizzato, che i sintomi e le problematiche che si possono osservare quando un individuo è affetto da tale dipendenza sono l’ansia e depressione, mancanza di sonno, insoddisfazione verso il proprio corpo, cyberbullismo e il bisogno ossessivo compulsivo di essere costantemente attivi sulla rete.
Nel caso del cyberbullismo ad esempio studi di psicologia hanno stabilito che queste azioni siano dovute alla cosiddetta “distanza sociale”, cioè la sensazione di assenza di sentimenti ed emozioni, incentivate da un onnipotenza dovuta dall’essere dietro uno schermo, che non fanno capire al bullo che la vittima stia soffrendo.
Negli ultimi 25 anni queste patologie sono aumentate del 70% tra gli adolescenti. I ragazzi più a rischio di sviluppare questi sintomi sono quelli che trascorrono più di due ore online.
Instagram come caso studio
Se prendiamo in esame Instagram, una delle principali ragioni che porta a disagio e malessere psicologico, con potenzialità di scaturire disturbi mentali nei suoi utenti, è proprio il suo uso abituale. È stato identificato come uno dei social che genera più aspettative irrealistiche e sentimenti di inadeguatezza e bassa autostima.
Il social dopo aver ignorato per un periodo di tempo i vari report sta cercando in qualche modo di risolvere queste problematiche. Qualche anno fa è stato rilasciato un aggiornamento che nasconde il numero dei mi piace di un post agli utenti, per agire contro il confronto perenne tra i profili, che causava disagio e insicurezze. Questo rappresenta già un tentativo di liberarci dall’ansia che i nostri contenuti possano essere giudicati.
Inoltre è possibile verificare il periodo di attività sulla piattaforma e impostare un periodo di utilizzo per evitarne l’uso eccessivo e prolungato.
Un’aggiunta molto interessante, di cui tantissimi ne ignorano l’esistenza, è quella di una sezione di nome community realizzata dal team di Instagram per orientare al corretto utilizzo della piattaforma e aiutare gli utenti a risolvere problemi come il bullismo online.
Non bisogna quindi concentrarsi solo sui lati negativi dei social network site. Lo stesso Instagram rappresenta uno strumento valido per l’intrattenimento, per connettersi a una rete, per conoscere notizie e per trovare ispirazioni e stimoli creativi.
Ultimamente l’utenza sta cercando di diventare più matura e consapevole, infatti, è sempre più facile trovare post di sensibilizzazione e informazione rispetto a un argomento. Dal punto di vista psicologico spesso vari profili informano sull’importanza della salute mentale, incentivando gli utenti, quando necessario, a cercare aiuto e sostegno psicologico con diverse soluzioni anche online o gratuite. Esistono anche profili artistici che educano sulla crescita della propria autostima, sull’accettazione, sull’inclusività e sui messaggi positivi per aiutarci a mantenere un approccio corretto.
Concludendo bisogna sicuramente imparare a saper scindere la vita reale da quella virtuale e, come community che produce e usa contenuti, dobbiamo educarci e impegnarci a mantenere un ecosistema sano per tutti.
Graphic & Communication
3 anniComplimenti Gaetano, molto interessante!
Copywriter & SEO Content Specialist
3 anniarticolo ricco di interessanti spunti!
Digital Strategist
3 anniAlcuni hanno anche iniziato a parlare della "dittatura dei like". Una continua ricerca dell'approvazione altrui per accrescere la propria autostima. Nonostante i canoni di bellezza imposti dalla società non siano una novità, come è già stato sottolineato da Roberta Rustico, i social network sono sicuramente il mezzo che ha maggiormente fomentato questo "disturbo sociale", poiché viene fatta un'associazione molto elementare tra numero di like e senso di appagamento e approvazione, trascurando tra l'altro l'implicazione degli algoritmi, che influenzano direttamente la nostra visibilità.
Communication & Marketing Manager | Digital Marketing Specialist
3 anniIl tema che hai trattato nell'articolo è veramente interessante, spesso si fa unicamente riferimento ai vantaggi della rete e dei social network, come possono essere la possibilità di collegarsi facilmente con persone distanti tra noi o avere la possibilità di avere visibilità, trascurando però tutti i problemi che possono essere annessi ad essere presenti all'interno di una rete. Ottimo approfondimento Gaetano, complimenti!
Senior Graphic Designer - AYAY
3 anniLa rete è un grande mezzo, bisogna però avere gli strumenti necessari per analizzarli con attenzione e non farsi "risucchiare". Articolo davvero interessante!