L'impero colpisce ancora...
Quando la burocrazia e la malainformatica si alleano, nasce l'incubo peggiore del cittadino.

L'impero colpisce ancora...

Chi mi conosce, o ha imparato a seguire i miei articoli, sa bene quanto io tenga alla correttezza formale e sostanziale, alla logica, alla coerenza, e quanto invece abbia in astio la superficialità, la complicazione inutile, l'analfabetismo funzionale e l'ipocrisia. Per tale ragione non sopporto la burocrazia. Chi invece non mi conosce può leggere la descrizione delle mie avventure al riguardo qui :

Intendiamoci: il concetto di governo pubblico attraverso la scrivania è un concetto valido quando applicato a dovere, ma diventa pesante, frustrante e insopportabile nel momento in cui si trasforma in UCAS (Ufficio Complicazioni Affari Semplici); sono poi particolarmente sensibile quando si tratta di Pubblica Amministrazione 4.0, di "informatizzazione della P.A.", di snellimento telematico delle procedure.

Pensiero laterale

La mia esperienza lavorativa mi ha spesso portato a valutare l'efficienza e la sicurezza delle procedure e la digitalizzazione dei processi informativi del Cliente. Nei primi colloqui viene in genere richiesto un indice delle funzioni attualmente presenti ed una serie di richieste tese a facilitare i processi descritti; nell'84% dei casi, il Cliente non ha ben chiari nemmeno i processi funzionali aziendali, per lui le richieste di ottimizzazione dovrebbero risolversi in una esecuzione più veloce delle procedure note.

Niente di più sbagliato.

Molto spesso accade che il Cliente gestisca i processi in modo sequenziale perché la catena della documentazione richiesta dai vari processi è rappresentata per l'appunto da una lista di "firme" e "timbri" di consenso dei responsabili di processo. Altre volte accade che si voglia sostituire il cosiddetto "flusso cartaceo", trasformandolo in un flusso digitale: quando chiedo "Uno o più flussi?" ottengo di solito uno strabuzzar d'occhi, dal momento che in molti uffici vige il detto "si è sempre fatto così, perché cambiare?".

Il meglio è il peggior nemico del bene

Il lavoro che passa attraverso una piattaforma digitale può fruire di una serie di acceleratori e di ottimizzazioni dovuti alla distribuzione dei task atomici: tuttavia anche in questo caso è bene non generalizzare. Presso l'istituto di cui parlai al link in apertura è accaduto qualcosa di ancor più esilarante.

Stamane ricevo una telefonata dal direttore, in cui mi veniva richiesta la sostituzione del documento scaduto per le procedure di riconsocimento e privacy. E' vero, la mia patente di guida è scaduta il mese scorso, sono compiaciuto della sollecitudine con la quale il mio istituto riconosce e corregge la propria documentazione, e li rassicuro che passerò da loro per consegnare gli estremi della nuova patente. "Quale patente? A noi risulta scaduta la carta di identità numero XY 123456!" replica il direttore. Dopo un attimo di silenzio controllo la mia carta di identità e ne leggo il contenuto al funzionario: "Luigi Morelli, carta di identità XY 123456, scadenza giugno 2020!".

Per farla breve, nelle precedenti operazioni eseguite presso l'Istituto avevo presentato documenti di riconsocimento differenti; il sistema informatico aveva un nuovo "baco", ed associava il numero ed il tipo di documento alla carta di identità, e la data di scadenza alla patente. Evidentemente la distribuzione delle procedure in questo caso aveva sortito l'effetto indesiderato di separare il contesto "campi del documento di identità" negli inserimenti, aggiornando in transazione esclusivamente il campo modificato o aggiunto a quello presente, senza controllarne lo schema atomico.

Tutto è bene quel che finisce

Questo istituto maneggia quotidianamente milioni di Euro, è collegato ai principali circuiti mondiali di credito, ma non è in grado di gestire un utente con doppio documento di identità.

E c'è ancora chi si preoccupa dell'impatto economico delle criptovalute sul mercato.

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